La Soap Opera di Governo che vi somministrano
In questo bollente agosto i media italiani hanno gareggiato a chi dava più informazioni sulla paradossale crisi di governo.
Dirette televisive e radiofoniche, talk show e "approfondimenti", pagine dei giornali e titoloni sulle dichiarazioni ora dell'uno ora dell'altro protagonista.
Il web non era da meno ed i social davano libero sfogo senza filtro alle preoccupazioni, le ironie, le certezze, le sbruffonerie di tutti gli schieramenti. Il dubbio che tutto questo fenomeno abbia smesso da un pezzo di essere Informazione è comprensibile.
Guardando con un minimo di spirito critico, la sensazione che tutto questo "rumore" mediatico sulla crisi politica sia solo un tratto di questa lunghissima soap opera che è la politica italiana raccontata dai media e triturata dai social.
La caratteristica principale della narrazione da soap opera è proprio che deve essere una storia che continua; non deve trattare di idee ma di sentimenti ed emozioni. L'importante sono i personaggi ed i loro dialoghi. Un lungo fiume narrativo in cui le singole vicende, le singole frasi, alla fine si perdono in questo inesorabile fiume che tutto porta via, soprattutto la memoria. Ecco che gli intrecci tra le azioni dei personaggi sembrano tutte uguali.
È talmente forte questo modello narrativo che gli stessi protagonisti, convinti di fare politica, vi si adeguano e la sfruttano per tirare la coperta del consenso dalla propria parte.
Questa forma di narrazione mediatica ha (forse) lentamente sostituito la medesima narrazione a cui si era abituati, ovvero quella della propria e altri famiglia o quella del rione/paese in cui si abita. Una narrazione che trova nei social il naturale alveo di partecipazione, per cui spopolano i meme, le invettive, il rancore, la speranza, i commenti vendicativi.
L'effetto collaterale di questa narrazione da soap è che dopo un po' tutto sembra uguale. Sembrano uguali i personaggi, sembrano uguali le vicende. Tutto ciò ci porta ad accomunare tutti in una reazione totalizzante (i politici sono tutti uguali), con conseguente impoverimento del nostro spirito critico.
Peccato che poi, su queste basi, ci chiedono di andare ad esercitare i diritto/dovere di voto e tanti di noi, anestetizzati dalla soap opera, votano il personaggio e non il politico.
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