Disturbi alimentari 165763
Jessica, 20 (165763)
La mia Storia: Buongiorno, premetto di aver avuto sempre un brutto rapporto col cibo e di essermi sempre sentita a disagio nel mio corpo.
Due anni fa ho intrapreso un percorso con una psicologa perché sono caduta in una brutta depressione ma non le ho mai espresso questa mia problematica alimentare e così ricercavo insieme a lei le cause altrove. L'anno scorso poi, in seguito a diverse delusioni, ho smesso di mangiare e sono dimagrita in poco tempo più o meno dieci kg.
La gente mi fermava per strada chiedendomi quanto ero dimagrita, perché, e se stavo bene (e mi sentivo fiera di questo) ma niente io continuavo a vedermi grassa, mi concentravo sulla parti del corpo in cui ero più "formosa" non accorgendomi che stavo diventando scheletrica e quando mangiavo un po' di più mi inducevo il vomito per espellere lo schifo che sentivo di ingurgitare.
Poi non so perché ma ho cominciato ad avere episodi di abbuffate inizialmente sporadici poi sempre più frequenti ed ora mi trovo ad aver ripreso i kg persi più gli interessi e ad essere assillata dal pensiero del cibo dal mattino alla sera.
Ora vado in palestra e ogni mattina mi propongo che sia quella giusta per ricominciare, per cambiare, per tornare come prima... (Si, mi rendo conto che è sbagliato ma riguardando le foto di quand'ero magra mi piacevo, mi piacevano le ossa che uscivano, la faccia scavata e invece ora non vedo che grasso e grasso e mi sento uno schifo, mi sento a disagio.) e nonostante ciò non riesco a smettere di mangiare e di ritrovarmi tra il frigo e la dispensa ad ingurgitare enormi quantità di cibo, a volte vomito, a volte non ho la forza neanche di fare quello.
Mi odio, mi odio, perché sono una delusione per me stessa.
Vi chiedo aiuto, non ne posso più voglio che tutto questo finisca.
Grazie mille per l'attenzione.
Jessica
Gentile Jessica, la relazione con il cibo non è soltanto il riflesso dell'alimentazione o della forma del proprio corpo, è molto di più. Rappresenta una dinamica complessa di relazioni sia interne con se stessi che sterne con gli altri significativi, per svelare tutto quello che significa il rapporto con il cibo e soprattutto con l'immagine interiore del proprio corpo sarebbe importante che lei potesse accostarsi ad un percorso terapeutico e riscoprire la sua immagine. Le riporto un piccolo brano di Fabiola De Clercq "Fame d'amore"
"l'unico modo per scardinare la logica del sintomo anoressico e bulimico è la scelta radicale di non parlare di cibo, peso, corpo di rinnegare perfino la definizione di 'disordini alimentari' attribuita all'anoressia e alla bulimia. Le vittime si identificano totalmente con il loro sintomo.
Le persone non sono i loro sintomi, e devono essere aiutate a trovare le parole per
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esprimere l'inferno che divampa dentro di sè.
L'unica possibilità è guardare dentro di sè, farsi carico della propria storia, scendere a patti con il passato".
Ed alcuni testi
Giorgio Nardone" Aldilà dell'amore e dell'odio per il cibo" - Fabiola De Clercq "Tutto il pane del mondo" e "Fame d'amore " - Chiara Sole Ciavatta " Anoressia e bulimia : un'esperienza di vita e morte " - Giuditta Guizzetti " Il cucchiaio è una culla "
resto a disposizione per ulteriori approfondimenti.
Dr.ssa Bonomi
(Risponde la dott.ssa Luisa Bonomi)
Pubblicato in data 13/03/2015