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Articolo 19 - il Codice Deontologico degli Psicologi Italiani commentato

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Prosegue su Psiconline.it, con il commento all'art.19 (selezione e valutazione), il lavoro a cura di Catello Parmentola e di Elena Leardini che settimana dopo settimana spiega ed approfondisce gli articoli del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani

Articolo 19 il Codice Deontologico degli Psicologi Italiani commentatoArticolo 19

Lo psicologo che presta la sua opera professionale in contesti di selezione e valutazione è tenuto a rispettare esclusivamente i criteri della specifica competenza, qualificazione o preparazione, e non avalla decisioni contrarie a tali principi.

Un commento molto essenziale per un articolo molto essenziale.

Articolo e relativo commento sono nel flusso del discorso fatto a proposito dell’articolo precedente: restiamo in zona ‘responsabilità sociale – etica attiva’.

Etica attiva perché è promozione di benessere ogni circolazione di qualità che viene attivata, ogni lavoro ben fatto, ogni rigoroso standard in ogni ambito e contesto.

Perché ogni cattiva qualità, ogni bruttezza, ogni passaggio scadente, sgraziato o opaco nell’organizzazione e nella forma del reale, nelle relazioni e nei comportamenti sociali, nelle scelte e nelle produzioni di ognuno, incuba punti generativi del disagio.

Quasi sempre, il punto generativo del disagio coincide con una quota di inumano da stanare.

È sottile il confine ideologico tra la cura dell’anima delle persone e la cura dell’Anima del Mondo.

Così sottile che si descrive quasi una forma di incoerenza e di contraddizione se ad un modo di esercitare la cura professionalmente non conseguisse una sensibilità sociale e un impegno -in qualche modo politico- a migliorare le cose attorno ed incarnare esempi positivi come persone.

Nel commento all’articolo precedente, abbiamo evocato a paradigma di questa incoerenza, la figura del medico, con riferimento ovviamente ad una logica di Sistema e non certo ad un giudizio di valore sul singolo professionista.

Tutti i discorsi si tengono assieme perché il Disagio è generato nel mondo, è nutrito dal mondo, si manifesta nel mondo.

L’inumano che professionalmente staniamo in ognuno è un riflesso, causa e conseguenza, dell’inumano nel mondo, la forma del reale, il tempo sociale.

Per questo, il Codice Deontologico degli Psicologi è tanto informato di etica attiva e dà tanta importanza alla promozione del benessere a questo livello.

Gli scorretti contesti di selezione e valutazione sono un interessantissimo paradigma del male di un tempo sociale che può generare un male soggettivo.

Non rispettare esclusivamente i criteri della specifica competenza, qualificazione o preparazione determina una patogena sovversione di un criterio quasi biologico: meritare e valere quello che si ottiene, esserne all’altezza per poterlo sostenere.

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Significa avere sempre Servizi e contesti professionali disfunzionanti perché retti da personale mal selezionato, significa avere l’incompetenza e la squalificazione tecnica ai vertici gestionali.

Significa avere una società informata di corruzione e comparaggi, nepotismi e familismi a contrastare il merito, la qualità, le transizioni generazionali ecc.

Significa frustrare il talento, promuovere ideologie sociali negative, escludere, mortificare e perdere  le parti migliori di mondo.

Avere soggetti deboli e dipendenti, abituati ad appoggiarsi e cercare scorciatoie e, per questo, non abbastanza solidi, strutturati ed adulti da essere competitivi sui mercati di respiro meno provinciale.

Avere un Paese debole e dipendente, abituato ad appoggiarsi e cercare scorciatoie e, per questo, non abbastanza solido, strutturato ed adulto da essere competitivo sui mercati di respiro meno provinciale.

Con ricadute sulla qualità della vita di tutti e di ognuno.

Con ricadute di disagio e malessere nell’economia intrapsichica di tanti.

Si tratta di territori e oggetti professionali dello psicologo nel suo esercizio professionale.

Territori ed oggetti professionali che lo psicologo ha il riflesso professionale a connettere con i contesti, con le relazioni, con i punti generativi nel mondo.

Tutti gli articoli di Etica attiva del Codice deontologico lo spronano a non dimenticarlo non appena mette il piede fuori dal suo Studio; gli chiedono di essere profondamente identificato come psicologo, di non intendere in modo ‘separato’ la propria professione.

Di portare i propri paradigmi etici nel mondo e in ogni proprio contesto di esercizio di una qualche forma di responsabilità sociale della propria professione.

Di cercare di essere sempre, nella società, promotore di istanze sane e di qualità.

Di farlo anche quando presta la sua opera professionale in contesti di selezione e valutazione.

Rispettando sempre e solo  i criteri della specifica competenza, qualificazione o preparazione.

E non avallando mai decisioni contrarie a tali principi.

 

Settimana dopo settimana prosegue il nostro commento di tutti gli articoli del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani. L'appuntamento è per la prossima settimana con il commento all'Articolo 20. Non mancate.

In questa pagina trovate tutti i commenti finora pubblicati!

(a cura del Dottor Catello Parmentola e dell'Avvocato Elena Leardini)

 

 

 


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Tags: Codice Deontologico degli Psicologi Italiani

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