Pubblicità

Cambiare abitudini agendo sulle nostre emozioni

0
condivisioni

on . Postato in Benessere e Salute | Letto 3328 volte

5 1 1 1 1 1 Votazione 5.00 (2 Voti)

Cambiare abitudini non è semplice, soprattutto se non siamo stati noi in prima persona a sceglierne la motivazione. Tuttavia alcune abitudini possono essere per noi dannose e contrarie al nostro benessere fisico e psichico. Per tali motivi spesso a farci notare che dobbiamo cambiare strada, sono gli altri.

Cambiare abitudini agendo sulle nostre emozioniLe abitudini sono spesso legate a pensieri radicati, talmente forti da essere spesso inconsapevoli e di difficile comprensione per noi, se non c’è qualcuno esterno a farci comprendere i pro e i contro di ciò che stiamo facendo.

Le abitudini ci creano conforto ed è più scomodo cambiarle, perché ci costa impegno e fatica, per cui se non ne comprendiamo i motivi difficilmente ci poniamo obiettivi di cambiamento e ci alimentiamo degli stessi vantaggi, che con il tempo non hanno più significato e diventano essi stessi il vero svantaggio.

Per intervenire sulle abitudini occorre cambiare. Per farlo ci vuole volontà, flessibilità, apertura, esercizio e costanza.  Aprirsi a nuovi apprendimenti significa offrire a sé stessi del tempo a disposizione per capire le motivazioni più profonde e verificarne i progressi.

L’attuale situazione sanitaria ci impone di cambiare le nostre abitudini relazionali e prossemiche: più distanziati l’un con l’altro, evitare contatti tra le persone, evitare abbracci e strette di mano. Un cambiamento epocale per la quale vale la pena di comprenderne profondamente i significati.

La malattia alla quale tutti stiamo sfuggendo (CORONAVIRUS) è qualcosa di inatteso e i cui meccanismi di funzionamento non sono ancora compresi totalmente dalla scienza. Una malattia virale e molto contagiosa e mortale.

E’ stato necessario l’intervento dell’autorità più alta in una cultura organizzativa: LO STATO con le sue normative e direttive per far capire come cambiare le nostre abitudini relazionali quotidiane.

L’apprendimento forzato a cui tutti i cittadini del mondo sono chiamati a intraprendere è stato percepito come veloce e per alcuni traumatico. Ha impostato nuove regole sociali, cambiando in poco tempo, regole e principi che si erano diffusi in un tempo molto più ampio.

Questo fenomeno avviene, fortunatamente, solo nelle situazioni di emergenza, in cui non è concesso più tempo per provare ed errare ma occorre solo seguire un'unica indicazione, perché altre non sono più possibili.

Questa situazione avviene in casi come le dipendenze estreme e nocive, o i casi di eccesso e per tutto ciò che ci crea un danno.

Pubblicità

Per cambiare abitudini, solitamente, serve un'attenta riflessione per capire quali sono le motivazioni personali che ci spingono in quella direzione. Le possibilità di successo sono in genere direttamente proporzionali alla soddisfazione dei nostri bisogni. Nel caso attuale il cambiamento imposto non ci ha permesso di prendere questo tempo e soprattutto di poter scegliere.

In questa situazione è necessario mantenersi aperti e capire che siamo in situazioni di eccezionalità ed emergenza, per cui il valore salute, diventa primario su tutti gli altri, relazioni sociali, amore, libertà. Solo mantenendo alto questo scopo primario possiamo realizzare tutti gli altri.

I messaggi rafforzativi dei media di stare a casa ed evitare contatti ravvicinati, servono ad impostare più velocemente un messaggio che dall’esterno si interiorizza e diventa importante per tutti.

Cambiare le abitudini di relazionarci non è semplice e non è preventivato, ma in questo momento necessario.

Per mantenere la motivazione alta però occorre intervenire anche sui nostri pensieri e mantenerci fiduciosi che l’impegno richiesto da ognuno di noi sia per lo sviluppo e la realizzazione di un obiettivo più ampio e nobile che ci porterà più velocemente alla risoluzione del problema. Occorre pensare giorno dopo giorno, senza fare proiezioni futuro, mantenersi forti e risolutivi.

 L’apprendimento di nuove abitudini ha però necessità di continui rinforzi per velocizzare la gradualità del processo di apprendimento e aumentare la motivazione intrinseca che è un’altra competenza emotiva. Occorre comprendere in quale fase del processo ci troviamo:

  1. Abbiamo superato velocemente la fase di Incompetenza inconsapevole: per la quale non ci ponevamo il problema della comunicazione e di come relazionarci con l’altro.
  2. Risolto anche la seconda fase di Incompetenza consapevole: per la quale non avevamo strumenti e indicazioni su distanza prossemica ed altro; lo sappiamo, ne riconosciamo la necessità, e l’utilità, abbiamo strumenti per proteggerci, ci esercitiamo a rispettare le regole.
    L’esempio classico è imparare a guidare: non si è in grado di guidare, ma si sa che l’automobile esiste e si ritiene utile o necessario imparare.
  3. Attualmente siamo nella fase di Competenza consapevole: abbiamo capito l’importanza di distanziarci l’un con l’altro, di evitare abbracci e contatti, ma il processo richiede di essere affrontato in maniera consapevole, pensando ai passaggi che il processo stesso richiede.
    È la condizione del principiante, che deve “pensare” a ciò che sta facendo per riuscire a guidare un’automobile, ed è completamente assorbito dalla guida, tanto che difficilmente riesce a svolgere altre attività contemporaneamente.

Pubblicità

Io personalmente auspico che la scienza trovi una soluzione per la quale non sia necessario adottare l’ultima fase di apprendimento che porterebbe davvero un cambiamento ancora più profondo nelle nostre abitudini relazionali la fase di Competenza inconsapevole:

Ossia la malattia ci costringerà a mantenerci distanti l’un dall’altro, e questo diverrà un automatismo che non richiederà particolare attenzione.
Il guidatore provetto riesce a guidare e contemporaneamente è in grado di fare altre cose, perché la sua attenzione non è completamente concentrata sul processo di guida.

Provare a cambiare troppe abitudini contemporaneamente è il miglior modo per non cambiare nulla. Disponiamo di una capacità di concentrazione limitata: la nostra mente non è una fan sfegatata dei cambiamenti ed ogni volta che cerchiamo di instaurare una nuova abitudine, di fatto le stiamo richiedendo un extra-lavoro.

Ecco perché quando proviamo a “dare una svolta” alla nostra vita, cambiando troppe abitudini dalla sera alla mattina, ci ritroviamo inevitabilmente al punto di partenza dopo appena 2 o 3 settimane.

Cosa fare allora?

Se sei determinato a cambiare i tuoi stili di vita, la migliore strategia da seguire è quella di fare una cosa alla volta:

  • scegli una ed una sola abitudine da cambiare o instaurare;
  • concentrati sulla nuova abitudine per non meno di 21 giorni;
  • se e solo se sarai riuscito a rendere la nuova abitudine parte integrante della tua vita, passa alla successiva.

 

 

(Articolo a cura del Dottor Massimo Perciavalle, Psicologo e Career ed Executive Coaching)

 

 

 


Scrivi articoli di psicologia e psicoterapia e ti piacerebbe vederli pubblicati su Psiconline?
per sapere come fare, Clicca qui subito!
 
Pubblicità
Stai cercando un pubblico specifico interessato alle tue iniziative nel campo della psicologia?
Sei nel posto giusto.
Attiva una campagna pubblicitaria su Psiconline
logo psicologi italiani
Vuoi conoscere la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia adatta alle tue esigenze? O quella più vicina al tuo luogo di residenza? Cercala su logo.png




 

 

 

Tags: psicologia dell'emergenza emozioni abitudini

0
condivisioni

Guarda anche...

Crescita personale

Perseguire il cambiamento

Cambiare se stessi, vuol dire, modificare qualcosa di noi che non ci fa star bene soprattutto con noi stessi. di Federica Curzi “Hai un tuo cavallo di battaglia?”“Si”“Come si chiama?”“Cambiamento!” Oramai...

Pubblicità

Pubblicità

I Sondaggi di Psiconline

Come reagisci alle notizie riguardanti l’immigrazione?

Pubblicità

Le Risposte dell'Esperto

Pensiero ossessivo (1624140870…

Fabio, 34 anni     Gentile Dottoressa/Dottore! Mi chiamo Fabio e 5 anni fà ho commesso un errore di tipo erotico.Ho cominciato a scambiare dei...

Problemi con marito [162342796…

Viola, 38 anni     Buongiorno, avrei bisogno di un consulto per dei problemi con mio marito.Mio marito è molto irascibile ma oltre a urlare no...

Ansia e paura nella guida [162…

Clarissa, 22 anni       Salve, vi scrivo perchè da un paio di mesi sto facendo le guide in autoscuola ma la sto vivendo un po' male...

Area Professionale

La trasmissione intergenerazio…

Modificazioni epigenetiche nei figli di sopravvissuti all’Olocausto I figli di persone traumatizzate hanno un rischio maggiore di sviluppare il disturbo post-t...

Il Protocollo CNOP-MIUR e gli …

di Catello Parmentola CNOP e MIUR hanno firmato nel 2020 un Protocollo d'intesa per il supporto psicologico nelle istituzioni scolastiche. Evento molto positiv...

Come gestire il transfert nega…

Per non soccombere alle proiezioni negative del transfert, lo psicoterapeuta deve conoscere con convinzione ciò che appartiene alla psiche del paziente e ciò ch...

Le parole della Psicologia

Ecolalia

L'ecolalia è un disturbo del linguaggio che consiste nel ripetere involontariamente, come un'eco, parole o frasi pronunciate da altre persone Si osserva, come ...

Pediofobia

La pediofobia è definita come una paura persistente, incontrollata e ingiustificata nei confronti di bambole e burattini. Da sempre infatti le bambole sono usa...

Disturbo post-traumatico da st…

I principali sintomi associati al Disturbo post-traumatico da stress possono essere raggruppati in tre specie: ...

News Letters

0
condivisioni