Affrontare il fallimento e uscire dalla trappola
Il fallimento troppo spesso viene vissuto come una trappola, un meccanismo dal quale diventa difficile uscire piuttosto che come un’esperienza dalla quale trarre preziosi insegnamenti, ma i fallimenti nella vita non solo sono inevitabili ma anzi sono necessari.
Un rischio che si corre in questi casi è quello di cadere in un circolo vizioso, uno schema del fallimento che fa sì che la persona, convintasi di non poter raggiungere buoni risultati, finisca per impegnarsi poco nel raggiungimento di un obiettivo finendo con l’ottenere realmente un risultato scarso: è la profezia che si auto-avvera. Il fallimento verrà attribuito alle scarse capacità della persona piuttosto che allo scarso impegno e il circolo riprende, alimentandosi pericolosamente ogni volta.
Altre volte invece le persone, per difendersi dall’esperienza del fallimento, creano delle vere e proprie strategie di auto-sabotaggio: inconsciamente o consciamente si cerca l’alibi, la giustificazione per non essere riusciti a raggiungere il proprio obiettivo. Un esempio è andare ad una festa la notte prima degli esami e attribuire poi la pessima prestazione alla stanchezza, al mal di testa e allo stato di intontimento generale col quale si è affrontata la prova.
Un altro meccanismo dal quale bisogna guardarsi bene e che crea quella sensazione cronica di fallimento è quello che ci porta a fissare degli standard troppo elevati. Questo farà si che o non li si raggiungano mai o che non li si raggiungano mai abbastanza bene, la costante pressione alla quale si è esposti porta ad essere facilmente irritabili e scontrosi, perennemente insoddisfatti del proprio operato.
Ma come uscire da queste vere e proprie trappole mentali?
Una buona strategia sta nel distinguere tra gli aspetti dell’obiettivo che sono sotto il nostro controllo e quelli che invece non lo sono.
Fate una vera e propria lista con due colonne, a sinistra gli aspetti che possiamo controllare, a destra quelli che NON possiamo controllare. Tra quest’ultimi sottolineate quelli che potete migliorare (ad esempio abilità e competenze): farlo sarà il vostro prossimo obiettivo. Ora concentratevi sulla colonna di sinistra e interrogatevi: in che modo questi aspetti mi hanno ostacolato? Come trasformarli, come renderli più efficienti?
Avere un senso di padronanza e controllo sugli eventi, analizzarli e comprenderli ci consente di trasformare quel senso di demoralizzazione e impotenza che accompagna un fallimento in uno stimolo, un punto da cui partire con maggiore consapevolezza per provare e riprovare ancora senza perdere la motivazione, aumentando così le probabilità di successo.
Il circolo da vizioso si trasforma in virtuoso.
Ricordate sempre che Wiston Churcill affermava che "Il successo è l'abilità di passare da un fallimento all'altro senza perdere l'entusiasmo".
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