Depressione e Psicoterapia Analitica Bioenergetica
Nelle persone che vivono delusioni, tristezze e che si sentono amareggiate, la carica energetica interna è presente in maniera limitata e si assiste ad un impoverimento nella capacità del loro sentire interiore. In questo contesto interpretativo, la depressione appare come un collasso interno
di Alfredo Ferrajoli
Sigmund Freud si era reso conto che le attività biologiche potevano essere influenzate da alcuni vissuti emotivi interiori e dagli stati d’animo. Né lui, però, né altri psicoanalisti approfondirono lo studio di questo legame e restò a Wilhelm Reich il compito di dimostrare la connessione diretta fra le funzioni corporee e i vissuti emozionali.
Fu infatti questo psicoanalista il primo ad introdurre, nella descrizione della depressione, il termine di “atrofia biopatica” per indicare l’indebolimento dell’apparato vivente fino ad arrivare ad una situazione di collasso energetico.
Ogni conflitto psichico avrebbe, secondo questo modello, una sua controparte in un corrispondente disturbo fisico, con una certa presenza di continuità tra la sfera psichica e quella somatica; la mente e il corpo vengono ad essere considerati, in tal modo, due aspetti di un’unica realtà.
Anche per Alexander Lowen, allievo di Wilhelm Reich e fondatore dell’analisi bioenergetica, la mente e il corpo rappresentano una unità inscindibile. Questo caposcuola ha infatti osservato che nel corpo di una persona depressa colpisce il fatto della sua scarsa vitalità, unitamente ad una certa mancata consapevolezza riguardo le limitazioni imposte dalle proprie rigidità; la motilità in queste persone appare ridotta e la respirazione fortemente contratta tanto da indurre Lowen a considerare gli aspetti fisici come fondamentali difese caratteriali.
Secondo questo modello di interpretazione, le persone affette da depressione tenderebbero ad identificarsi nel proprio Io piuttosto che nel corpo; si identificherebbero più nella fantasia e nella volontà del dover fare, più che nella vita pulsante del “qui ed ora”. In tal modo la vita emotiva del corpo, che è consapevolezza del presente, si troverebbe respinta e avvertita come irrilevante o come dolorosa e piena di indicibili sofferenze.
Alexander Lowen, per esplicitare il problema depressivo, paragona la depressione alla perdita di aria che può verificarsi in un pallone che sia gonfio. Di fatto, riferisce, è la carica energetica che si muove all’interno di un corpo che conferisce a quel corpo energia e motilità. Un organismo dotato di poca energia possiede un minor livello di eccitazione interna, si muove con fatica, è meno desto e meno pronto nel rispondere alle richieste dell’ambiente.
Nelle persone che si vivono delusioni, tristezze e che si sentono amareggiate, questa carica interna è presente in maniera limitata e si assiste sia ad un impoverimento nella capacità del loro sentire interiore, sia una corrispondente perdita di motilità, queste persone sarebbero portate e reprimere i sentimenti allo scopo di eliminare il dolore. In questo contesto interpretativo, la depressione appare come un collasso interno.
La depressione è “morire dentro”, emotivamente e psicologicamente, e questo spiega perché essa è spesso accompagnata da pensieri, azioni o sentimenti suicidi. Il suicidio secondo Alexander Lowen, è l’atto consapevole dell’Io che si rivolta contro il corpo per non essere stato all’altezza dell’immagine che l’Io stesso si era fatta di lui, è l’ultimo atto di aggressione di un Io alterato e onnipotente che non è riuscito ad esprimere i suoi sentimenti più veri.
Una corretta e sana espressione di vissuti significativi, di emozioni legate a disappunto, rabbia ostilità, ad esempio per una perdita o per una profonda delusione vissuta come un sentimento di lutto, può essere utile all’individuo per elaborare in modo appropriato la sua condizione interiore di sofferenza e frustrazione.
Nei pazienti depressi spesso, invece, troviamo che questo dolore viene razionalizzato. “A cosa serve protestare se nulla potrà cambiare?”, riferì in psicoterapia una mia paziente. Come ben sappiamo l’elaborazione di frustrazioni profonde non ha questo scopo, essa non può cambiare una condizione esterna reale.
Elaborare un lutto o una condizione di sofferenza importante, è concedersi l’espressione di un sentimento che potrà consentire alla vita di procedere. Se l’espressione di questi sentimenti viene trattenuta, il flusso della vita potrebbe subire tensioni e limitazioni che potranno anche portare l’individuo alla depressione.
Come già riferito, secondo l’analisi bioenergetica, le frustrazioni e la sofferenza fanno contrarre il corpo, in particolare l’energia che viene ritirata dalla superficie del corpo viene concentrata nell’apparato muscolare ristagnando in tensioni e blocchi.
Se essa non viene completamente scaricata l’individuo potrà bloccarsi rispetto alla possibilità di protendersi di nuovo verso il piacere. Compito principale della psicoterapia analitico-bioenergetica è aiutare le persone a riacquistare la capacità di provare piacere così ad aprirsi a vivere la vita in maniera pulsante.
(articolo a cura del Dottor Alfredo Ferrajoli)
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