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The Others o della morte dello spirito

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Dr.Fernando Maddalena

29.9.2001

The Others è un film a nostro giudizio senza grosse pretese e quindi senza tanti motivi per averne, che si inserisce in quel filone recentemente "di tendenza", o comunque di richiamo di un pubblico prevalentemente giovanile attratto dalle atmosfere inquietanti che si diffondono da trame in bilico tra esistenze intrise di una quotidianità incolore e squarci di eternità, in perenne oscillazione tra la realtà ed il sovrannaturale, tra una monotona vita ed una altrettanto desolata permanenza post-mortem…

Le avevamo già viste infatti, queste stesse atmosfere e sfumature, ne "Il sesto senso", altro film USA (c'è da dubitarne?) dello scorso anno dove Bruce Willis impersonava il ruolo dello psicologo (si scoprirà nel finale, con colpo ad effetto, la "sostanza" di questo personaggio…) che aiutava il piccolo protagonista nel venire a patti con una parallela realtà "altra" popolata di inquieti fantasmi in cerca di una giustizia anche troppo terrena.

I richiami ed i rimandi tra le due pellicole sono tanti e tali che sembra di scorgerne una certa palese continuità, come se l'uno fosse il gemello dell'altro; ma laddove il primo si focalizza su un'ottica individualistica (la "mia" morte/non morte…) il secondo procede invece su un piano più allargato, famigliare, e che apre spiragli sul collettivo (la "nostra" morte/non morte..), a testimonianza che la problematica strisciante che anima i due lavori ha nel frattempo avuto una sua lievitazione ulteriore, superando i confini dei destini del singolo per traboccare nell'immaginario comune.

Se dunque The Others in sé stesso ci è apparso complessivamente modesto, con una malcelata volontà di puntare massicciamente sugli effetti di mestiere (audio che cresce nelle sequenze critiche destabilizzando emotivamente lo spettatore, primi piani che suggeriscono l'improvviso agguato dall'ombra circostante, etc..), con un finale un po'stucchevole dove le incongruenze abbondano (..in quale ulteriore dimensione, per esempio, è finito il papà morto in guerra?), tuttavia l'interesse per questo film, da un punto di vista psicologico per lo meno, sembra infatti poter risiedere nell'ampliamento di una "angoscia" sotterranea che aveva fatto irruzione già nel "Sesto senso" e che potrebbe tradursi come "l'angoscia di essere già morti senza saperlo"…

La presa di coscienza di tale sconvolgente verità attraverso i progressivi, sofferti movimenti interiori dei protagonisti, costituisce nei due film il vero momento originale, forse anche l'unico che riscatta in qualche misura la monotonia (diciamolo!) delle varie apparizioni e sparizioni, il punto catartico che scioglie l'ormai esausta rappresentazione a sé ed agli altri di una quotidianità ingannevole permettendo di accedere ad una visione d'insieme sovraordinata della propria esistenza terrena, finalmente conquistata nella sua indubitabile compiutezza e pur anche nella ineffabile e tragica presa di coscienza dei propri errori/orrori..

Dunque un' angoscia di morte strisciante, si diceva, che nei film citati diventa prodotto di consumo per le platee di spettatori; come d'altronde accade per ogni altro prodotto artistico, che consente di veicolare e dare corpo alle tensioni di tutta una collettività attraverso la narrazione o la rappresentazione di un evento "universale" che attiene la psiche umana. Ma senza dilungarci in spiegazioni ulteriori sulle profonde dinamiche della creazione artistica (o ritenuta tale) e sui fini "sociali" di tutto ciò, credo che sarà più che sufficiente, in questo caso, limitarci a registrare come il messaggio più profondo veicolato dal prodotto di consumo possa (anche) essere decifrato nei termini di una sensazione di morte della consapevolezza, del proprio spirito o forse dell'anima, dell'uomo moderno; sensazione che ci pervade tutti, indifferentemente, quando percepiamo le nubi minacciose che incombono sul nostro futuro…inquinamento del pianeta, desertificazione, sovrappopolamento, guerre nucleari.

Fantasmi senza passato, continuano nell'illusione di continuare ad esistere e non sanno che, dentro, sono già morti e sepolti da un pezzo. Resta comunque la bellezza fragile ed inquietante di Nicole Kidman, protagonista del film, a sfidare le tenebre…

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