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La componente relazionale nei disturbi della letto-scrittura: l'incidenza della qualità del rapporto insegnante-alunno

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componente relazionale nei disturbi della letto scrittura la dislessia "La dislessia è la manifestazione di una perturbazione nella relazione dell'Io, perturbazione che ha invaso selettivamente i campi dell'espressione e della comunicazione. La relazione dell'Io con l'ambiente circostante si è costituita sul modello dell'ambiguità e dell'instabilità; ciò blocca il passaggio all'intelligenza analitica e con questo al simbolismo", necessario per l'acquisizione del linguaggio letto-scritto (Mucchielli, Bourcier, 1974).

Questa definizione fa comprendere il ruolo fondamentale della qualità della relazione tra l'insegnante e l'alunno e l'incidenza che essa può avere nell'instaurarsi dei disturbi dell'apprendimento in genere e della dislessia in particolare.

L'ipotesi da cui parte il presente lavoro è che il giudizio dell'insegnante, il suo modo di rappresentarsi l'alunno e di entrare in relazione con lui , influisce non solo sul rendimento ma anche sulla "slatentizzazione" di eventuali disturbi specifici. Per confortare questi presupposti teorici con ciò che effettivamente avviene in ambito scolastico, è stato svolto un rating su un campione di 123 bambini dislessici. Esso consiste in una scheda da compilare a cura dell'insegnante, che deve giudicare il bambino nell'ambito della situazione scolastica. Il rating è stato compilato in modo da evitare i set di acquiescenza, per cui gli attributi "negativi" e quelli "positivi" sono mescolati tra loro. Oltre ai bambini dislessici sono stati sottoposti all'osservazione 123 alunni che non presentavano alcun tipo di disturbo in rapporto all'apprendimento di lettura e scrittura. Il primo gruppo è stato indicato nella Tavola 1 come "Gruppo dislessici ", il secondo nella Tavola 2 come "Gruppo di controllo ".

I risultati ottenuti sui singoli soggetti di ciascun gruppo sono stati sommati tra loro e con i dati ottenuti sono state compilate le due tavole sopra citate, le quali contengono il risultato finale della ricerca. Dallo studio comparativo dei risultati ottenuti dai due gruppi è stato poi realizzato un lavoro di analisi in chiave psico - sociale e relazionale.

Ogni scheda del rating è stata analizzata da un duplice punto di vista:

  1. valutare l'incidenza che ha il comportamento dell'insegnante sulla personalità del dislessico e verificare in che misura l'autostima ne sia influenzata;
  2. valutare gli aspetti della personalità dell'alunno dislessico all'interno di un processo dialettico in cui intercorrono le esperienze personali del bambino e la percezione che l'insegnante ha di lui.

Per quanto riguarda il punto 1 si è valutato il comportamento dell'insegnante in rapporto ai bambini dislessici attribuendo ad ogni carattere presente sulla scheda un valore che va da un minimo di 1 punto per gli attributi "negativi" ad un massimo di 9 punti per quelli "positivi". L'elaborazione dei dati così ottenuta ha messo in evidenza come gli insegnanti abbiano nei confronti degli alunni che non presentano difficoltà di apprendimento una stima maggiore rispetto ai dislessici. Dalle schede è risultato evidente che, in media, la stima dell'insegnante, misurata attraverso i parametri suddetti, raggiunge 64,90 punti nella valutazione dei bambini dislessici e 80,73 punti nella valutazione di quelli del gruppo di controllo. Il punteggio più alto ottenuto da un bambino dislessico è stato di 82 punti, mentre tra i bambini appartenenti al gruppo di controllo il punteggio maggiore è stato di 109 punti. Tali risultati, riportati nella Scheda 1, conferma come il profitto di un alunno sia strettamente connesso alle aspettative dell'insegnante. Rosenthal e Jacobson (1968) hanno infatti dimostrato che il rapporto docente - alunno è condizionato da meccanismi involontari che agiscono da rinforzo o al contrario scatenano atteggiamenti demotivanti nei ragazzi, a seconda delle aspettative che l'insegnante nutre nei loro confronti, per cui si rende necessario che questo eviti di etichettare un allievo, ingabbiandolo in un ruolo fisso e statico da cui in futuro farà fatica a liberarsi.

Per evitare ciò, è indispensabile "valutare gli aspetti della personalità dell'alunno, la quale risulta da un processo dialettico in cui intercorrono le sue esperienze personali e la percezione che l'insegnante ha di lui" - vedere Tavola 3 (Improta A., 1993), argomento trattato nel secondo punto della ricerca. Dalla lettura e dalla comparazione dei dati si evincono quattro grosse categorie nelle quali è stato possibile raggruppare i binomi presi in esame:

  • Fuga dell'insegnante
  • Influenza dei problemi (tratti) nevrotici
  • Compliance al compito
  • Variabili non indicative.

a) Fuga dell'insegnante.

In questo gruppo si evidenziano le difficoltà dell'insegnante nel giudicare gli alunni dislessici rispetto a quelli del gruppo di controllo. I binomi in cui si è registrata tale difficoltà sono quelli che nella casella "non classificabile" hanno riportato i seguenti valori:

Coppie di attributiGruppo dislessiciGruppo di controlloAltruista - Egoista303Accettato - Emarginato213Pigro - Dinamico3318Calmo - Irrequieto2915Triste - Allegro3021

Dalla comparazione dei risultati dei due gruppi risulta chiaro come nel caso dei bambini dislessici sia più difficile una chiara definizione dei comportamenti del bambino, in quanto, entrando in gioco le naturali difese dell'insegnante, diviene spesso meno problematico evitare del tutto la valutazione. Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle prime coppie di attributi presentati nella "Scheda 2"; un discorso a parte va invece fatto per altri binomi. In particolare le coppie "Triste - Allegro" e "Pigro - Dinamico" le ritroviamo anche nella seconda categoria individuata (Influenza dei problemi nevrotici) in quanto, se è vero che l'insegnante si trova in difficoltà nel valutare tali caratteristiche degli alunni dislessici, è pur vero che, giustamente, si pone ancora maggiori interrogativi nel rispondere per timore di sbagliare, trovandosi di fronte a bambini che pur avendo capacità cognitive adeguate, presentano comunque difficoltà di apprendimento.

b) Influenza dei problemi nevrotici

Come già più su accennato ritroviamo in questa categoria degli attributi presenti anche in quella precedente. Il criteri per la comparazione dei dati è qui tuttavia diverso, in quanto ora sono stati sommati tra loro tutti i punteggi relativi a ciascun attributo (quelli riportati nelle caselle "moltissimo" "molto" "abbastanza" "un po'") allo scopo di ottenere la frequenza di presentazione dell'attributo nel "Gruppo dislessici" e nel "Gruppo di controllo".

I risultati dunque ottenuti sono i seguenti:

Coppie di attributiGruppo dislessiciGruppo di controlloEstroverso - Introverso51 - 6993 - 24Istintivo - Razionale81 - 1854 - 42Pigro - Dinamico75 - 1547 - 60Triste - Allegro48 - 4521 - 81Disinvolto -Timido24 - 8148 - 57

 

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Il profilo del bambino dislessico che emerge dall'analisi dei dati elencati (e riportati anche nella "Scheda 3") ci presenta un alunno in cui l'elemento con connotazione negativa è maggiormente rappresentato. Tale punteggio evidenzia, pertanto, come la stessa insegnante fornisca un feed-back diverso ai bambini dislessici rispetto a quelli appartenenti al gruppo di controllo.

c) Compliance al compito

In questa categoria sono stati inseriti quegli atteggiamenti che l'alunno sviluppa in risposta alle consegne che gli vengono date. I dati, comparati e analizzati come indicato precedentemente, sono dunque i seguenti:

Coppie di attributiGruppo dislessiciGruppo di controlloIncostante - Costante102 - 1257 - 45Disordinato - Ordinato87 - 2744 - 85Disattento - Attento54 - 4239 - 66

È chiaro che gli alunni con difficoltà hanno maggiori problemi di attenzione, i quali influiscono in maniera determinante sulla "costanza" dell'impegno. Del resto si tratta di bambini che spesso, avendo frequenti esperienze di insuccesso, hanno anche una scarsa autostima, per cui temendo di sbagliare e quindi di evidenziare le loro incapacità, non si "mettono in gioco" evitando di esporsi in prima persona. Essi tentano pertanto di "mascherare" le proprie difficoltà con incostanza e disattenzione per evitare nuove frustrazioni all'interno del gruppo classe.

Per quanto riguarda poi la coppia "Ordinato - Disordinato", va chiarito che in ottica sistemica le difficoltà di orientamento spazio-temporale, in mancanza di specifici problemi di ordine psicomotorio, sono la conseguenza di una relazione alterata del bambino con l'ambiente circostante e non la causa del disturbo dell'apprendimento. Un intervento sulle relazioni sarebbe quindi più opportuno per il recupero delle disabilità di apprendimento.

d) Variabili non indicative.

I binomi presenti in questa categoria non si sono rivelati utili ai fini della ricerca in quanto, comparate le frequenze, i dati non sono indicativi.

Per quanto riguarda il binomio "Sensibile - Rude" si è riscontrata una certa difficoltà nell'individuare la "rudezza" o la "insensibilità" in entrambi i gruppi.

Nella coppia "Aggressivo - Dimesso" si è sentita invece l'influenza dei modelli estrinseci proposti ai bambini per cui si è riscontrata in quest'area una grande influenza sia del modello familiare che dei modelli proposti dalla televisione che influenzano in egual misura sia i bambini dislessici, sia quelli del gruppo di controllo.

A conclusione di tale lavoro risulta dunque evidente come la qualità della relazione insegnante-alunno possa influenzare l'iter educativo del bambino, includendo in esso il manifestarsi ma anche l'eventuale impegno per il superamento dei problemi.

Si ringraziano per la cortese collaborazione la dott.ssa Anna Maria Salzano e la dott.ssa Giovanna Astarita.

 

Bibliografia

  • BERGERET J., "Psicologia patologica", Masson, Milano, 1982.
  • BORGHESE M., "Etiologia, classificazione e inquadramento clinico dei disturbi della letto-scrittura", Convegno di Foniatria e Logopedia "I disturbi della letto scrittura", Napoli, 1988.
  • COLPO G., "La motivazione scolastica", Giunti Barbera, Firenze, 1978.
  • GAY CIALFI R., "Psicologia per educatori", Juvenilia, Bergamo, 1983.
  • IMPROTA A., "Quando è difficile comunicare", in "Scienze Psicologiche", Anno VI, n° 1, Napoli, 1988.
  • IMPROTA A. - NOBLER L., "Quali sono le prospettive degli handicappati dopo la scuola dell'obbligo?" , Convegno "Il sistema formativo integrato: una risposta all'handicap", Vico Equense (Napoli), 1990.
  • IMPROTA A., "La continuità", Corso di aggiornamento per insegnanti presso il 3° Circolo Didattico di San Giorgio a Cremano (Napoli), 1993.
  • KLEIN M., "L'importanza della formazione dei simboli nello sviluppo dell'Io", in "International Journal of Psyco-Analysis", Vol. 11, 1930.
  • LEDDOMADE B., "La dislessia problema relazionale", Armando Armando, Roma, 1979.
  • MANSUETO ZECCA G., RAVINA MUZIO N., ZAVATTONI V., "Dislessia e disgrafia alla base dei disturbi nella strutturazione dell'autostima", in "Neuroprichiatria Infantile", n° 158, 1974.
  • MUCCHIELLI, BOURCIER, "La Dislessia", La Nuova Italia, Firenze, 1974.
  • PETTER G., "Conversazione psicologiche con gli insegnanti", Giunti Barbèra, Firenze, 1981.
  • SEGAL H., "Introduzione all'opera di Melanie Klein", Martinelli, Firenze, 1978.
  • WIDLOCHER D., "La depressione", Laterza, Milano, 1985.
  • WINNICOTT D.W., "Sviluppo affettivo e ambiente - Studi sulla teoria dello sviluppo affettivo -", Armando Armando, Roma, 1977.

 

Tav. 1 - Gruppo dislessici

 

Soggetto…………………………………………………………………. Sesso…………………………………………………………….

Classe……………………………………………………………………. Età………………………………………………………………

Posizione familiare …………………………………………………………………

 Moltis.Moltoabbast.un po'non class.un po'abbast.moltomoltis. Altruista 0 18 24 27 30 6 12 0 6 Egoista Aggressivo 3 3 24 21 45 12 9 6 0 Dimesso Estroverso 3 15 27 6 3 12 21 18 18 Introverso Curioso 15 21 9 12 27 18 6 6 9 Indifferente Pigro 6 36 18 15 33 3 9 0 3 Dinamico Disinvolto 0 3 18 3 18 12 15 33 21 Timido Triste 3 9 12 24 30 9 24 12 0 Allegro Ordinato 3 12 12 3 12 15 27 39 0 Disordinato Attento 0 3 12 27 9 9 18 27 18 Disattento Razionale 0 0 9 9 24 21 18 30 12 Istintivo Incostante 27 42 18 15 9 3 9 0 0 Costante Accettato 9 21 42 9 21 6 6 9 0 Emarginato Calmo 12 9 24 12 29 29 21 18 9 Irrequieto Sensibile 27 39 30 6 18 0 0 3 0 Rude moltis. Molto abbast. un po' non class. un po' abbast. Molto moltis. 

Tav. 2 - Gruppo di controllo

 

Scuola………………………………………………………………………………….

Soggetto…………………………………………………………………. Sesso…………………………………………………………….

Classe……………………………………………………………………. Età………………………………………………………………

Posizione familiare……………………………………………………………………..

 Moltis.Moltoabbast.un po'non class.un po'abbast.moltomoltis. Altruista 0 33 51 15 3 9 9 3 0 Egoista Aggressivo 3 9 27 24 42 12 6 0 0 Dimesso Estroverso 12 33 33 15 6 15 3 6 0 Introverso Curioso 24 33 21 3 27 3 6 0 3 Indifferente Pigro 0 6 15 27 18 0 33 21 3 Dinamico Disinvolto 6 9 33 0 18 12 24 21 0 Timido Triste 0 0 0 21 21 6 54 18 3 Allegro Ordinato 0 9 42 3 21 21 9 12 6 Disordinato Attento 9 18 30 9 18 12 15 12 0 Disattento Razionale 6 9 21 3 30 18 21 15 0 Istintivo Incostante 0 21 15 21 21 0 33 9 3 Costante Accettato 24 39 45 9 3 3 0 0 0 Emarginato Calmo 3 15 33 15 12 12 12 21 0 Irrequieto Sensibile 36 21 36 6 15 6 3 0 0 Rude moltis. Molto abbast. un po' non class. un po' abbast. Molto moltis. 

 

 

PUNTEGGI OTTENUTI

 GRUPPO DISLESSICI GRUPPO DI CONTROLLO PUNTEGGIO MEDIO PUNTEGGIO MEDIO 64,9 80,73 PUNTEGGIO MASSIMO PUNTEGGIO MASSIMO 82 109 PERCEZIONE NEGATIVA MAGGIORE STIMA DEGLI INSEGNANTI DEMOTIVAZIONE E DISISTIMA POTENZIAMENTO DELL ' AUTOSTIMA

 

Scheda 1

 

Dott.ssa Annamaria Improta
Psicopedagogista, Scuola Media Statale "M. Melloni" di Portici (NA); Consulente esterno per i disturbi dell'apprendimento - Seconda Università degli Studi di Napoli.

Dott.ssa Perla Maria Fiumani
Psicologa, Dipartimento di Pediatria, Seconda Università degli Studi di Napoli.

(intervento presentato al 4° Convegno internazionale sui DSA "Imparare: questo è il problema. La dislessia , da dove viene e dove va" tenutosi a San Marino il 25 e 26 settembre 1998 per la sessione poster "La dislessia dove va? Esiti psicosociali dei disturbi dell'apprendimento").

 

Questo articolo, in formato integrale, è contenuto nel volume:

L'infanzia. Aspetti e problemi psicologici, Luigi Di Giuseppe (a cura di)
Scritti di : A. Costantini, P. Boccia, A. Improta, P. M. Fiumani, C. Pernicola, A. Ferrajoli, L. Mastronardi, A. Bonomi, L. Angelini, E. Masini, M. C. Cirrincione, P. Ulissi, G. Casula, P. Pasco, R. Vignati.
2006, pag. 200, La Biblioteca di Psiconline - ISBN: 88-89845-01-5 - Prezzo: € 9.50 - Edizioni Psiconline

 

 


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