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PSICOLOGIA NEWS n.650 - 16.10.2014

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  • La sessualità. Il tempio profanato
  • Coaching strategico. Trasformare i limiti in risorse
  • Osservare al nido. Pensieri in cerca di un Pensatore
  • La nonna è ancora morta? Genitori e bambini davanti ai lutti della vita
  • Cenerentola è una sfigata. E un rospo non diventerà mai un principe
  • L' approccio ecologico alla percezione visiva
  • Il padre materno
  • Allargare lo spazio familiare: adozione e affido
  • La lezione della serenità. Impara dal Buddha a trasformare il trauma in un'esperienza positiva

Saverio Pagano
La sessualità. Il tempio profanato
2014, Pagine: 272
ISBN: 9788896036617
Prezzo: € 22,00
Editore: Silvia

Il complesso delle attività e delle fenomenologie sessuali, quindi, non solo gli atti sessuali veri e propri, ma tutto quello a esso correlato in termini di stati emozionali, fantasie e pulsioni, concorre a costituire la sessualità dell’individuo, i cui aspetti psicologici e comportamentali costituiscono la materia di studio della sessuologia.
La medicina sessuale è la branca che studia e cura le patologie degli organi sessuali le quali, in non pochi casi, sono alla base delle disfunzioni della sfera sessuale.
La sessualità, destinata alla sua intrinseca importantissima funzione, la riproduzione della specie, si caratterizza per un’accensione naturale che si avvia spontaneamente sin dai primi anni di vita. Quando ancora il cervello è appena agli inizi del suo lungo e complesso sviluppo evolutivo, l’individuo (senza aver fatto alcun corso di formazione, la natura benigna ha pensato di sottrarre almeno questo alle grinfie dei soloni!) è già in grado di iniziare naturalmente il percorso della sua sessualità, dando corso alle prime espressioni d’attività sessuale. Ne è prova l’attività di masturbazione dei bambini. Questo tipo d’esternazione, dopo il rapporto relazionale con la mamma, rappresenta, in termini d’efficacia, l’altra modalità con la quale l’infante si relaziona concretamente col mondo esterno.
Si racconta che il padre della psicoanalisi, Sigmund Freud (1856-1939), a una madre che gli aveva chiesto a quale età del suo bambino avrebbe dovuto iniziare l’istruzione sessuale, abbia domandato alla donna l’età dello stesso e, ricevuta la risposta che il bambino aveva un anno di vita, abbia replicato: “Allora corra, signora, perché lei è già in ritardo di un anno”. La convinzione dell’illustre medico austriaco era, infatti, quella che nella mente umana, se non proprio tutto, molto giri intorno alla sessualità.
Senza volere a tutti i costi accettare questa esasperata teoria che ha, però, sostanziali principi di verità, si farebbe, comunque, molta fatica ad ammettere che una funzione psichica così forte non abbia pregnanti riflessi sulle successive sovrapposizioni cognitive, e che una così marcata espressività, che si correla direttamente e costantemente con gli aspetti comportamentali, relazionali e sentimentali, non sia destinata a improntare profondamente il carattere, oltre che lo stesso stile di vita di ogni individuo.
Per tutto questo è stupefacente il fatto che la sessualità, espressione d’una funzione tra le più importanti del corpo umano, mentre ha spontaneamente e diffusamente attratto le attenzioni di tutti indistintamente, sia stata trattata, per molti secoli della storia della umanità, come un argomento di cui era meglio parlar poco, soprattutto ignorandone gli aspetti più scabrosi o inquietanti, pena il rischio, in caso contrario, di essere definiti sporcaccioni o peggio immorali. Un grande, oscuro e intoccabile tabù.
Si è scelto, così, cercando di comprimere esasperatamente la sessualità alla sola funzione della procreazione, di soffocare tutti i suoi connaturali ed entusiasmanti contenuti ludici e di piacere, finiti col diventare privilegio di pochi fortunati (nei “palazzi”, infatti, questa faccia della sessualità era ben coltivata e non di rado condita da depravazioni, sopraffazioni e violenze!). Di converso, per tutti gli altri comuni mortali questi aspetti, finiti con l’essere etichettati come porcherie, vizi, depravazioni o peccati......

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Roberta Milanese, Paolo Mordazzi
Coaching strategico. Trasformare i limiti in risorse
2014, Collana: Saggi di terapia breve
Pagine: 178
ISBN: 9788868331757
Prezzo: € 15,00
Editore: Ponte alle Grazie

Ormai da diversi anni si sta diffondendo anche in Italia un particolare approccio alle problematiche psicologiche e relazionali detto coaching. Questo insieme di tecniche si rivolge in particolare al mondo delle aziende e dei rapporti professionali e produttivi in genere, ma non solo. Sulla scorta delle nozioni che fondano la Terapia Breve Strategica elaborata e diffusa nel nostro paese da Giorgio Nardone, gli autori propongono un approccio inedito al coaching, attraverso l’applicazione di quei principi – l’autoinganno strategico, la tentata soluzione ridondante, il dialogo strategico, il ricorso agli “stratagemmi” – e mostrandone la validità sia a livello teorico sia attraverso l’esposizione di una serie di casi specifici.
Così come per le patologie psichiatriche e svariate forme di disagio psicologico, anche l’intervento di coaching "strategico" non si rivolge alla ricerca delle "cause", ma alla "soluzione" dei problemi, ossia a un deciso – e sorprendente – mutamento nelle dinamiche relazionali e della comunicazione. È in questo cambiamento di prospettiva che il coach svela il senso più profondo della propria disciplina: far emergere i talenti delle persone, trasformandone i limiti in preziose risorse creative e produttive.

Roberta Milanese, psicologa e psicoterapeuta, è ricercatore associato presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo, diretto da Giorgio Nardone, e docente della Scuola di specializzazione in Psicoterapia Breve Strategica. E' responsabile dello studio affiliato di Terapia Strategica di Milano e della Scuola di specializzazione manageriale in Comunicazione, Problem Solving & Coaching Strategico di Milano. Insegna in master clinici e organizzativi in Italia e all'estero.
Paolo Mordazzi, psicologo e psicoterapeuta, con un master in comunicazione e uno in psicologia dello sport alla Ucla di Los Angeles, è stato responsabile della gestione delle risorse umane in multinazionali italiane. Svolge attività clinica, di consulenza e coaching, sia aziendale che sportivo, ed è responsabile degli studi di Terapia Strategica di Milano e Parma. E’ inoltre consulente psicologico dei reality più famosi e ospite fisso in qualità di psicoterapeuta in molti programmi Rai.

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Fiorella Monti
Osservare al nido. Pensieri in cerca di un Pensatore
2014, Collana: Sviluppo integrale
Pagine: 162
ISBN: 9788898874088
Prezzo: € 16,90
Editore: Persiani

Osservazione, Pensiero, Bambini al Nido sono i fili conduttori che si intrecciano in questo testo per tessere una narrazione, dove l’osservazione partecipe, secondo un modello psicoanalitico, è lo strumento della mente dell’osservatore che coglie, condivide, contiene i segnali, deboli e forti, confusi e chiari, che permeano il campo relazionale, al fine di favorire la crescita del pensiero sia del bambino, nei suoi primi anni, cruciali per lo sviluppo neurocomportamentale ed affettivo, sia del gruppo delle educatrici, impegnate in un lavoro “impossibile” per complessità e responsabilità. Il Nido è stato pensato e narrato come uno “spazio-tempo di ascolto ricettivo e partecipe”, dove i legami affettivi tra genitori, educatori e bambini costituiscono la base di partenza per le “temerarie” escursioni di andata e di ritorno dello sviluppo infantile. I “Pensieri in cerca di un Pensatore” sono, richiamandosi a Bion, le idee non ancora nate o in crescita che hanno paura dell’accoglienza che riceveranno e che pertanto hanno bisogno di essere “albergate” in un luogo sicuro e di essere nutrite per potere poi espandersi nello spazio e nel tempo. Uno spazio che vede un adulto responsabile della giusta vicinanza-distanza, e un tempo permeato di intimità affettuosa e rispettosa.

Fiorella Monti è professore di Psicologia Dinamica, direttore della Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute, responsabile clinico del Servizio di Aiuto Psicologico per giovani adulti (sap) e del Servizio Universitario di Aiuto Psicologico per l’Infanzia (suapi), Università di Bologna. Si è occupata prevalentemen-te di psicologia e psicopatologia della maternità e della prima infanzia, pubblicando con G.B. La Sala, P. Fagandini, V. Iori, I. Blickstein, Coming into the World: A Dialogue between Medical and Human Sciences, edito da de Gruyter, e con F. Agostini, La depressione postnatale, edito da Carocci.

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Alba Marcoli
La nonna è ancora morta? Genitori e bambini davanti ai lutti della vita
2014, Collana: Saggi
Pagine: 262
ISBN: 9788804643357
Prezzo: € 17,00
Editore: Mondadori

«Perché si muore?», «Perché Gesù è risorto e il nonno no?», «Mamma, ma quando io sarò grande tu sarai vecchia? E quando sarai vecchia, morirai? Allora io non voglio crescere, perché altrimenti dopo tu muori!» I bambini fanno spesso domande sulla morte, mettendo in imbarazzo noi adulti, affannati a trovare risposte che quasi sempre non abbiamo. Tanto più che la morte è oggi relegata nel terreno dell'impensabile, lontana, distante. Invece le perdite fanno parte della vita di tutti e crescere implica un continuo, quotidiano confronto con il dolore e il lutto. Ogni passaggio di crescita è infatti caratterizzato da una conquista, ma anche da una perdita: bisogna perdere il nostro ieri per far spazio al nostro domani. In questo senso, il lutto è evolutivo. Quando però un lutto colpisce la nostra famiglia, se c'è un bambino preferiamo quasi sempre tacere con lui, pensando così di proteggerlo, convinti come siamo che i bambini siano troppo piccoli per capire e vadano protetti dai fatti dolorosi della vita. Ma la loro «beata innocenza» è solo uno stereotipo: se c'è una grave preoccupazione o un dispiacere in casa il bambino, con i suoi sensi all'erta, lo percepisce subito. E sono proprio l'incertezza e la confusione prodotte dal nostro silenzio che più lo disorientano e che rischiano di lasciarlo solo davanti a qualcosa più grande di lui. Quando poi scoprirà la verità, cosa che alla fine inevitabilmente succede, si sentirà per giunta ingannato e tradito da coloro di cui più si fida. Invece, se un bambino che subisce una perdita viene «accompagnato» dagli adulti in modo paziente e rispettoso dei suoi tempi, dei suoi sentimenti e delle sue emozioni, attraverserà il tunnel di quel dolore uscendone non solo integro ma spesso anche rafforzato. Perché dare un nome ai fantasmi aiuta a contenerli e a renderli tollerabili alla mente. Il suo lutto sarà stato «elaborato» e non rischierà di trasformarsi in un trauma. Perché, come sottolinea Alba Marcoli, a differenza di quanto si crede l'elaborazione di un lutto non consiste nell'accettazione della morte di una persona cara e quindi nell'accettazione della perdita definitiva di un legame d'amore, consiste in realtà nel suo esatto opposto, «nella conquista di un legame interno fatto di ricordi, di emozioni, di un calore che nessuno potrà più portarci via». Ma come parlare ai bambini della morte e del dolore? Con le parole più semplici e piane possibili, con favole, immagini e metafore ci suggerisce Alba Marcoli, per far sì che un lutto non elaborato non ne blocchi la crescita psicologica ed emotiva. Perché «è diverso essere liberi di camminare verso il futuro, anche se con cicatrici e ferite, piuttosto che non riuscire a muoversi per paura di non farcela a sopravvivere».

Alba Marcoli, psicologa clinica di formazione analitica, ha avuto una lunga esperienza sia nel campo dell'insegnamento che della psicoterapia. Si occupa da anni di disagio minorile e di problemi della famiglia. Nella collezione Oscar ha pubblicato: Il bambino arrabbiato, Il bambino perduto e ritrovato, Passaggi di vita e Il bambino lasciato solo.

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Walter Riso
Cenerentola è una sfigata. E un rospo non diventerà mai un principe
2014, Pagine: 238
ISBN: 9788856642483
Prezzo: € 5,90
Editore: Piemme

Diciamolo: a volte sono proprio le donne ad alimentare gli stereotipi sul loro conto. Uno a caso: se non fa soffrire, non è amore. Chi non ci è caduto almeno una volta? Chi non ha mai identificato i patimenti d’amore con l’amore stesso? Secoli di romanzi d’appendice, fiabe lamentose, film strappalacrime non sono passati invano. Finalmente però qualcuno dice la verità: Cenerentola, Biancaneve e tutte quelle campionesse di sospiri che baciano rospi sperando nel principe sono delle sfigate.
L’amore vero non fa soffrire. Un uomo ce l’ha scritto in faccia che ti ama, non ti fa sentire inadeguata, non ti lascia nell’incertezza, non ti amareggia la vita. Se hai dubbi sul fatto che lui ti ami, vuol dire che non ti ama. E se l’amore è finito, perché perdere tempo a rianimarlo? In dieci principi fondamentali di grande schiettezza, Walter Riso, psicologo di lunga esperienza, spiega come trovare l’amore, scansare i perditempo, incrementare l’autostima e imparare a dire basta quando serve.
E smetterla di far favori ai rospi distribuendo indiscriminatamente baci.

Walter Riso. Nato in Italia nel 1951 e cresciuto in Argentina, è psicologo e docente universitario. I suoi libri sono tradotti in vari paesi e solo in lingua spagnola hanno venduto più di due milioni di copie. Attualmente vive tra Barcellona e Bogotà. Per Piemme ha già pubblicato Cenerentola è una sfigata.

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James J. Gibson
Vincenzo Santarcangelo (a cura di)
L' approccio ecologico alla percezione visiva
2014, Collana: Nuovo Realismo
Pagine: 480
ISBN: 9788857521343
Prezzo: € 32,00
Editore: Mimesis

L’approccio ecologico alla percezione visiva di J.J. Gibson costituisce uno studio imprescindibile su come funziona la visione umana. Oggetto della lucida analisi dello psicologo americano è non solo come vediamo l’ambiente che ci circonda (le sue superfici, i layout, i colori, le texture), ma anche la percezione di dove ci troviamo rispetto all’ambiente e la comprensione di come la visione ci permetta di fare le cose, dalle più semplici alle più complesse. In questo libro, inoltre, il concetto di affordance, già presente in The Senses Considered as Perceptual Systems (1966) e precisato nel saggio The Theory of Affordances (1977), è sviluppato e approfondito. Tale nozione è stata ripresa di recente in moltissimi ambiti, dalla filosofia alla robotica alla psicologia evolutiva: per questo motivo, e per l’importanza che il pensiero dello psicologo riveste tuttora per le teorie della percezione post-cognitiviste (si pensi all’enactive approach), riproporre Gibson in traduzione aggiornata è operazione assolutamente necessaria.

James Jerome Gibson (1904–1979) è stato uno psicologo americano. Nato a McConnelsville, Ohio, ha studiato presso il Dipartimento di Psicologia della Princeton University e ha insegnato alla Cornell University. Autore di opere fondamentali quali The Perception of the Visual World (1950) e The Senses Considered as Perceptual Systems (1966), è considerato uno degli psicologi più importanti del ventesimo secolo nel campo della percezione visiva.
Vincenzo Santarcangelo sta ultimando un dottorato di ricerca in Filosofia presso l’Università degli Studi di Torino. È stato visiting PhD presso il Cognition Institute della Plymouth University. È membro del Labont (Laboratory for Ontology) e redattore della Rivista di Estetica. Si occupa di filosofia e psicologia della percezione, estetica analitica e filosofia della musica.

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Simona Argentieri
Il padre materno
2014, Collana: Super ET. Opera viva
Pagine: 138
ISBN: 9788806216436
Prezzo: € 12,00
Editore: Einaudi

Sono capaci di cambiare i pannolini, si alternano con le madri al biberon, accorrono se il piccolo si sveglia nel cuore della notte. Ecco i nuovi papà. Ma sapranno incarnare l'eterna fantasia del «padre materno», tenero e protettivo, senza rinunciare alla forza e all'autorevolezza?
I cambiamenti profondi avvenuti nelle coppie e nelle famiglie sono spesso evocati dagli psicologi e dai sociologi con toni di cupa inquietudine. C'è però un fenomeno, almeno a prima vista, rassicurante: quello dei nuovi papà. Sensibili e gentili, attenti e disponibili, capaci di assolvere tutte le funzioni della maternità con naturalezza e piacere, sembrano molto diversi dai padri di un tempo, distanti e tiranni. Simona Argentieri si confronta con questa mutazione epocale e con gli aspetti piú spinosi del problema, nella dimensione psicoanalitica e nell'intreccio di vari piani, dalla storia alla fenomenologia, dall'arte alla pubblicità, dalla letteratura al cinema. Imbattendosi nella questione fondamentale: quali sono le conseguenze sui figli?

Simona Argentieri è membro ordinario e didatta dell'Associazione Italiana di Psicoanalisi e dell'International Psycho-analytical Association. Tra i suoi libri: Il padre materno (1999 e Super ET Opera Viva 2014); La Babele dell'inconscio (2003 con J. Amati e J. Canestri); L'ambiguità (Einaudi, 2008); A qualcuno piace uguale (Einaudi, 2010); In difesa della psicoanalisi (Einaudi 2013, con S. Bolognini, A. Di Ciaccia e L. Zoja). Collabora con l'«Espresso» e «Micromega».

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Eugenia Scabini, Giovanna Rossi (a cura di)
Allargare lo spazio familiare: adozione e affido
2014, Collana: Studi interdisciplinari sulla famiglia
Pagine: 302
ISBN: 9788834327746
Prezzo: € 27,00 .
Editore: Vita e Pensiero

Adozione e affido non sono forme nuove di fare famiglia. Da sempre hanno rappresentato una risposta spontanea del sociale al bisogno di ‘cura’ dei bambini privi di un contesto familiare adeguato e al tempo stesso una espressione del desiderio ‘generativo’ e prosociale delle famiglie. Si tratta di due istituti giuridici che meritano di essere rilanciati, sottolineandone le potenzialità e riscoprendone la più autentica natura. Infatti sono forme che consentono di mettere in luce alcuni elementi costitutivi del famigliare, essenziali oggi, forse più che in passato, per riflettere sul significato dell’essere genitori e dell’essere figli.
Adozione e affido si collocano nel punto di intersezione tra familiare e sociale e ne rivelano la profonda interconnessione: anche il sociale, perciò, è chiamato ad assumere una specifica responsabilità nel sostenere le famiglie attraverso le diverse tappe del percorso dell’adozione e dell’affido.
La trattazione congiunta delle tematiche relative all’adozione e di quelle relative all’affido, nei risvolti di somiglianza e di distinzione, e il respiro interdisciplinare e internazionale che attraversa tutti i contributi qualificano in modo peculiare questo volume, che si rivolge a studenti, a professionisti e a operatori del settore impegnati nell’accompagnamento delle famiglie adottive e affidatarie.

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Mark Epstein
La lezione della serenità. Impara dal Buddha a trasformare il trauma in un'esperienza positiva
2014, Pagine: 271
ISBN: 9788867314843
Prezzo: € 14,00
Editore: Vallardi A.

Nel corso di 2500 anni il buddhismo ha elaborato soluzioni ai problemi esistenziali che sorprendono per modernità ed efficacia.
Nella sua Lezione della serenità Epstein, psicoterapeuta buddhista, riflette sul «trauma»: lutti, licenziamenti, malattie, abbandono, fine di un amore…. La reazione comune è quella di rimuovere; il Buddha però ci insegna che creando un ambiente interiore adatto, anche la più terribile delle esperienze può diventare non solo sopportabile, ma persino occasione di crescita.

Mark Epstein, psichiatra americano noto a livello internazionale per aver saputo conciliare psicoterapia e buddhismo, ha al suo attivo libri di successo quali Pensieri senza un pensatore e Psicoterapia senza l’Io.Acquista il libro on line

 

 

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