PSICOLOGIA NEWS n.675 - 4.6.2015
- Desiderare la genitorialità. Il mondo interiorizzato nel disturbo dell'infertilità
- Le mani della madre. Desiderio, fantasmi ed eredità del materno
- L'amore impossibile. Affrontare la dipendenza affettiva maschile e femminile
- Vivere la benevolenza
- Il linguaggio della pelle. Il senso del tatto nello sviluppo fisico e comportamentale del bambino
- La rinuncia all'identità. Una difesa contro l'annientamento
- Conversazioni esistenziali per una psicologia esistenziale umanistica
- 100% Jung
- La tentazione della vendetta
Emmanuella Ameruoso
Desiderare la genitorialità. Il mondo interiorizzato nel disturbo dell'infertilità
2015, Collana: Ricerche e Contributi in Psicologia
Pagine: 112
ISBN: 9788898037759
Prezzo: € 16.00
Editore: Psiconline
L’esordio della genitorialità difficilmente si ritiene associato al periodo dell’adolescenza: è dalla pubertà che, invece, tutto ha origine.
Nel corso della storia, e in diversi contesti, si è potuto constatare che la fanciullezza ha sempre rappresentato un momento critico al quale veniva attribuito importanza poiché l’individuo, divenuto adulto, acquisiva un ruolo riconosciuto socialmente.
È quindi l’ambiente a condizionare fortemente l’evoluzione psicologica in termini di identità di genere e di ruolo sessuale. Ancor oggi saldamente pronunciati, rappresentano un’importante espressione della propria capacità generativa e genitoriale.
Mentre il procreare è una predisposizione fondamentalmente biologica ed organica, l’essere genitore ha peculiarità psicologiche e comportamentali ed evidenzia come l’assunzione e la gestione del proprio ruolo sessuale si manifesta, non solo collettivamente ma anche nella coppia, con tutte le sue difficoltà.
La scelta del compagno, inoltre, avviene attraverso una modalità inconscia nella quale si intersecano i conflitti connessi alla procreatività ed alla genitorialità: la collusione che ne deriva può manifestarsi, a livello sessuale, con il disturbo dell’infertilità.
Emmanuella Ameruoso è psicologa e psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico, specialista in psicologia clinica, sessuologia e psicologia fosense, già giudice onorario del Tribunale di Sorveglianza di Bari. È didatta in corsi di formazione clinica e sessuologica in ambito pubblico e privato e collabora con diversi portali web come consulente sessuologo ed editor.
La sua esperienza include la collaborazione professionale con vari consultori nei progetti di educazione alla salute, con associazioni private in qualità di tutore e supervisore di studenti universitari e in attività di sostegno psicologico e cura dell’individuo, della coppia e dell’età dello sviluppo.
Ha svolto per diversi anni il ruolo di Consulente Psicologo presso la Commissione Speciale in materia d’Infanzia e di Minori del Senato della Repubblica e nel settore dell’Adozione nazionale presso la Asl di Roma.
È autrice di diverse pubblicazioni in ambito sessuologico e criminologico e attualmente svolge attività di consulente tecnico di parte in ambito civile e penale e lavora come libero professionista a Roma e Bari.
Massimo Recalcati
Le mani della madre. Desiderio, fantasmi ed eredità del materno
2015, Collana: Serie bianca
Pagine: 188
ISBN: 9788807172908
Prezzo: € 16.00
Editore: Feltrinelli
A cosa servono le mani della madre? Da sempre, la madre accarezza, cura, accoglie. Non solo nelle favole edificanti, nella tradizione retriva, nei consolatori racconti dei mass media: anche la stessa psicoanalisi ha per molti versi mantenuto ferma questa impostazione. Riservandosi, semmai, di indicare il lato oscuro di questa immagine celestiale: quella della madre cattiva, anaffettiva, carnefice delle anime e del futuro dei propri figli.
Massimo Recalcati, dopo la brillante ed epocale descrizione della figura del padre di Il complesso di Telemaco, volge il suo sguardo al materno. E inizia, appunto, sfatando la visione semplificata del materno come cura o come veleno. La madre, secondo Recalcati, è sempre una madre multiforme, dove convivono molte possibilità diverse: non solo la mamma angelo, ma anche la mamma coccodrillo, non solo la madre della sentenza inappellabile, ma anche la madre che sa perdere il proprio figlio, non solo l'accuditrice della prole, ma anche la moglie, l'amante, la donna.
Recalcati ci guida allora con mano sicura lungo una galleria di figure del materno, tratte dalla sua esperienza clinica, dall'attualità ma anche dalla Bibbia, da libri e film e, in definitiva, dall'esperienza di tutti. Così ci aiuta a riconoscere nella grande varietà delle madri possibili il profilo di una madre reale, non ideale, in cui le possibilità convivono e lottano tra loro per il sopravvento.
E, soprattutto, sottolinea l'importanza di non dimenticare mai, che si sia genitori o si sia figli, che una madre è innanzitutto una donna e che la sua femminilità non può che essere la base di ogni maternità: quando la donna si annulla per diventare madre, la famiglia soffre e rischia la catastrofe.
Massimo Recalcati è nato il 28 novembre del 1959. Dopo aver ottenuto il diploma di maturità, si è iscritto all’Università degli Studi di Milano, dove ha conseguito la laurea in Filosofia con il professore Franco Fergnani. Successivamente Recalcati prosegue gli studi, specializzandosi in Psicologia sociale. Dopo gli studi inizia a svolgere la professione di docente. Ha insegnato in qualità di professore a contratto presso numerosi atenei. E’ stato prima a Milano, alla facoltà di Filosofia, poi all’Università degli studi di Padova, all’Università degli studi di Urbino, a Bergamo e a Losanna. Attualmente insegna psicopatologia del comportamento alimentare presso l’Università degli Studi di Pavia. Accanto alla professione di docente, Recalcati ha svolto l’attività di supervisione clinica presso alcune istituzioni di salute mentale, tra cui il reparto di neuropsichiatria infantile dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. Autore di numerose opere e saggi, Recalcati collabora anche con alcune testate giornalistiche.
Nicola Ghezzani
L'amore impossibile. Affrontare la dipendenza affettiva maschile e femminile
2015, Collana: Le Comete
Pagine: 176
ISBN: 9788891712936
Prezzo: € 19,00
Editore: Franco Angeli
La dipendenza affettiva, quella strana miscela di amore, sofferenza e conflitto che caratterizza la vita sentimentale di molti individui e molte coppie, continua ad essere il disturbo dell'affettività più diffuso dell'epoca contemporanea.
Ne soffrono in modo palese un numero elevatissimo di donne devastate nell'anima da desideri, frustrazioni e conflitti; ma anche - in modo più silente - una quantità di uomini inconsapevoli del loro stato, perché la cultura corrente li descrive, sbagliando, come invulnerabili al sentimento, oppure come versati nell'arte della sopraffazione e della violenza a danno delle donne.
Questo libro spiega la natura del disturbo, in tutte le sue declinazioni, e rende giustizia al dolore di donne e uomini, accomunati da una forma speculare o complementare di patologia.
Il decorso che va dalla servitù d'amore all'annichilimento dell'autostima fino al conflitto, alla rivendicazione, alla violenza distruttiva e autodistruttiva viene descritto nel libro con rara perizia clinica e con profonda umanità. Casi clinici si alternano a esempi tratti dalla letteratura di ogni tempo, accompagnando lo sviluppo dei passaggi teorici.
Il nuovo modello teorico-clinico approntato da Nicola Ghezzani - la Psicologia dialettica - spiega con chiarezza le varie fasi del disturbo e mostra per quali vie esso possa essere risolto, restituendo ai pazienti la possibilità del vero amore e di una esistenza rinnovata.
Nicola Ghezzani è psicoterapeuta e scrittore. Ha formulato i principi della Psicologia dialettica, modello teorico che studia la psiche a partire dal quadro storico-sociale. Studioso dei disturbi d'ansia, delle relazioni affettive e delle vocazioni personali, è autore prolifico. Fra i suoi numerosi libri ricordiamo Volersi male (2002), Quando l'amore è una schiavitù (2006), La logica dell'ansia (2008), La paura di amare (2012), Ricordati di rinascere (2014), tutti editi da FrancoAngeli. Il suo sito personale è all'indirizzo nicolaghezzani.altervista.org.
Rocco Quaglia
Vivere la benevolenza
2015, Collana: La parola e le parole
Pagine 224
ISBN: 9788831546041
Prezzo: € 13,00
Editore: Paoline Editoriale Libri
La benevolenza non è un generico voler bene all'altro né un tentativo di amare l'altro, ma è vedere il bene in ogni cosa, vedere Dio all'opera in ogni persona, poiché Lui è tutto in tutti. La benevolenza si espone all'altro come un fiore alla tempesta: la tempesta passa, il profumo del fiore resta.
Ha un senso parlare di benevolenza oggi? Viviamo in un mondo in cui la violenza, la corruzione e l'egoismo toccano derive, che erano un tempo impensabili. Proporre una riflessione sulla benevolenza agli autori di ingiustizie sarebbe come seminare tra le onde del mare, o come spiegare la «verità» a Pilato. Tutti costoro di fronte alla sfida di vivere la benevolenza potrebbero al più reagire con un «benevolo sorriso».
Proporla invece a chi, impotente, è costretto ad assistere alla distruzione di tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato (cfr Fil 4,8), potrebbe apparire addirittura un atto irriguardoso quanto inutile.
Tuttavia, Vivere la benevolenza è una sfida per tutti; vuole essere, infatti, una provocazione per gli uni, e un incoraggiamento per gli altri. Vuole provocare, non per irritare, ma, al contrario, per eccitare a una sana gelosia, - ricordando la pace, l'onestà, la generosità - quanti ancora avvertono la nostalgia delle cose vere della vita. D'altra parte, vuole anche incitare, chi per natura è benevolente, a restare saldo nei suoi pensieri e nelle sue azioni.
C'è una sfida ideologica oggi che è contro ogni significato; si cerca, infatti, di togliere senso alla creazione, alla vita, alla famiglia, all'uomo. La reazione non può avvenire che su un piano di testimonianza, dimostrando che è ancora possibile essere testimoni, mediante la benevolenza, dell'intrinseca amorevolezza di tutte le cose. L'uomo è stato abituato, per un condizionamento egocentrico, a pensarsi in competizione e non in comunione con gli altri. Permane, tuttavia, la consapevolezza di un valore dei comportamenti che può essere misurato soltanto dall'accettazione, nella propria vita quotidiana, dell'altro come significato di quel che siamo.
Vivere la benevolenza è, pertanto, un invito a vivere a oltranza quei sentimenti di equità, di compassione, di compartecipazione e di condivisione, che rendono la vita piacevole e degna di essere vissuta. L'inizio di tutto questo avviene prendendo coscienza che anche noi siamo «l'altro», e che dobbiamo mostrargli rispetto, mettendoci un po' di gentilezza con chi ci vede come «l'altro» da sé. Non si tratta allora di proporre un metodo, o una pratica per diventare benevoli, né basta confrontare la benevolenza cristiana con quella di altre correnti religiose, in particolare orientali.
La benevolenza è frutto dello Spirito, è l'esito di una trasformazione generata dal bisogno innato che ognuno ha dell'«altro»... questo ci è chiesto di ricordare. E io ho provato a farlo scrivendo..
Rocco Quaglia, psicologo e psicoterapeuta, è professore ordinario di Psicologia dinamica all'Università degli Studi di Torino. Tra i suoi interessi compare lo studio per il testo biblico considerato da un punto di vista psicologico. In tale ambito le sue ultime pubblicazioni sono: Gli incontri di Gesù (2006); Dalla parte della Bibbia. La risposta di uno psicologo cristiano a un matematico impertinente (2011); Il Mistero di un volto. L'uomo della Sindone e il significato del dolore (2015). Con Paoline ha pubblicato: Le «piccole» donne dei Vangeli (2014).
Ashley Montagu
Il linguaggio della pelle. Il senso del tatto nello sviluppo fisico e comportamentale del bambino
2015, Pagine: 316
ISBN: 9788866232377
Prezzo: € 18,00
Editore: Verdechiaro
La pelle è un organo tra i più sottovalutati, eppure fondamentale: «Un essere umano può trascorrere la vita cieco e sordo o completamente privo dei sensi dell’olfatto e del gusto, ma non può sopravvivere senza le funzioni proprie della pelle» scrive Ashley Montagu, antropologo inglese dei più insigni e rivoluzionari del Novecento.
Egli mette al centro del suo interesse la pelle in quanto organo complesso e affascinante, e approfondisce le straordinarie conseguenze che il tatto presenta sullo sviluppo dell’uomo: «Sono la manipolazione, il sollevamento, l’accarezzamento, il vezzeggiamento le cose che vorremmo sottolineare, perché a quanto pare, anche se mancano tante altre cose, queste sono le rassicuranti esperienze fondamentali che il bambino deve provare per sopravvivere abbastanza in salute».
Innumerevoli evidenze scientifiche sostengono la tesi che la sensazione del tatto come stimolo è assolutamente necessaria per la sopravvivenza dell’organismo, e che un’adeguata stimolazione tattile è di importanza fondamentale per il sano sviluppo comportamentale dell’individuo, a partire dal momento della sua nascita.
«Attraverso il contatto corporeo con la madre, il bambino stabilisce i primi contatti col mondo, e questi lo coinvolgono in una dimensione nuova di esperienza, l’esperienza del mondo degli altri. Questo contatto corporeo con gli altri è fonte prima di benessere, sicurezza, calore e predispone sempre più a esperienze nuove».
Il contatto madre-figlio è indispensabile anche per la mamma, che “nasce” contemporaneamente al suo neonato: ha bisogno di sentirlo addosso; ha bisogno di costruire con lui quell’intimità che costituirà la base del loro rapporto; ha bisogno di accoglierlo “in seno alla famiglia”, cullandolo sul suo corpo.
«Il dondolio rassicura il bambino perché nel ventre materno veniva automaticamente cullato dai movimenti del corpo della madre […]. Non meno importante, mantiene il senso di relazione: un bambino cullato sa che non è solo».
Un bambino cullato, abbracciato, accarezzato, sostenuto, vezzeggiato, manipolato, toccato, massaggiato disporrà di tutto ciò di cui ha bisogno per crescere sano, forte, sereno.
Ashley Montagu (1905-1999), professore di Anatomia e Antropologia, ha insegnato alla New York University e ad Harvard, ed è stato presidente della sezione di Antropologia alla State University del New Jersey. È stato responsabile del progetto di studio dell’Unesco Il problema della razza (The Race Question).
È autore di numerosi libri, tra i quali
•Man’s Most Dangerous Myth: The Fallacy of Race, 1942. Tradotto in italiano in La razza. Analisi di un mito, Einaudi, PBE Scienza, 1966.
•The Natural Superiority of Women, 1953. Tradotto in italiano in La naturale superiorità delle donne, Bompiani, collana “L’uomo”, 1956.
•Life Before Birth, 1964. Tradotto in italiano in La vita prima della nascita, Longanesi, 1970.
•Living and Loving, 1986.
•The Peace of The World, 1987.
Georges Devereux
La rinuncia all'identità. Una difesa contro l'annientamento
2015, Collana: Mimesis. Filosofia/Scienza
Pagine: 114
ISBN: 9788857527833
Prezzo: € 12,00
Editore: Mimesis
"La rinuncia all'identità. Una difesa contro l'annientamento" è il testo di una conferenza presentata da Georges Devereux nel 1964 in occasione della sua ammissione alla Société Psychanalytique de Paris. Prendendo spunto da osservazioni tratte dalla clinica, dall'antropologia culturale, dalla mitologia e dalla fiabistica, Devereux riflette sul tema dell'identità personale e del bisogno umano di mascherarla per proteggere la propria interiorità ed esistenza, proponendo così una nuova chiave per rileggere la malattia mentale. Nonostante la sua brevità o forse in forza di questa, il testo qui proposto rende magistralmente l'idea della ricchezza e della complessità del pensiero di Devereux nonché di un approccio alla conoscenza dell'umano che instaura un vero e proprio dialogo tra psicoanalisi e scienze umane
Filastro A. (a cura di)
Conversazioni esistenziali per una psicologia esistenziale umanistica
2015, Collana: Orientamenti
Pagine: 70
ISBN: 9788865312384
Prezzo: € 10,00
Editore: Alpes Italia
Le “Conversazioni Esistenziali per una psicologia esistenziale umanistica” raccolgono sei lezioni tenute da Luigi De Marchi nel primo quadriennio della Scuola di formazione per psicoterapeuti presso l’Istituto da lui fondato nel 1987.
In queste lezioni viene tracciato un percorso storico-filosofico-psicologico e di nuove riflessioni sull’approccio esistenziale alla psicologia. Nella Conversazione I De Marchi prende in esame il tema della rimozione della morte in psicologia, mettendo in evidenza come la centralità da lui data all’angoscia di morte, altresì intesa come “schock primario”, rappresenti se non una sfida totale, certamente qualcosa di molto eretico nel mondo della psicologia contemporanea.
Le Conversazioni II – III – IV passano in rassegna critica il filone teorico della riflessione sulla morte in filosofia.
Infine le conversazioni V – VI prendono in esame sommariamente gli approcci esistenziali a livello psicologico e psicoterapeutico. La finalità di queste sei Conversazioni è quella di approdare ad una versione chiara, sotto il profilo storico-comparativo, della innovativa posizione della psicologia esistenziale umanistica proposta dal De Marchi.
Viviane Thibaudier
100% Jung
2015, Collana: Minima-Psy
Pagine: 126
ISBN: 9788865311875
Prezzo: € 13,00
Editore: Alpes Italia
Non ancora ampiamente conosciuto in Francia C.G. Jung resta uno dei grandi pensatori del XX secolo, fondatore con S. Freud del Movimento Psicoanalitico e geniale teorico dell’animo umano.
L’importante per Jung non è ciò che noi abbiamo represso dei nostri desideri, ma ciò che non è ancora emerso in noi. Non è dunque il ricordo del passato che prevale, ma “il divenire” di ciò che è latente in ognuno di noi. Per trovarlo occorre accettare di immergersi nello strato profondo del nostro inconscio.
Un’opera che ci accompagna nel viaggio della “psicologia del profondo” junghiana.
“Scopriremo come un dialogo fertile con l’inconscio possa trasformare il nostro pensiero sulla vita e darle il senso che a noi manca”.
Francesca Giardini
La tentazione della vendetta
2015, Collana: Farsi un'idea
Pagine: 140
ISBN: 9788815258120
Prezzo: € 11,00
Editore: Il Mulino
La vendetta è presente nella vita quotidiana di tutti noi, nonostante la pessima fama di cui gode e il biasimo verso chi la pratica. Stigma sociale e sanzioni legali non sono però sufficienti a cancellare il desiderio di veder soffrire chi ci ha fatto soffrire. Ma cosa significa vendicarsi? Quali i costi e i benefici per il singolo e la società? Mentre illustra i meccanismi psicologici della vendetta, il libro spiega a quali bisogni risponde questo comportamento e come mai è così difficile evitarlo.
Francesca Giardini è ricercatrice nell’Istituto di Scienze e Tecnologie della cognizione del Cnr di Roma, dove si occupa dei meccanismi cognitivi dei comportamenti sociali, tra cui reputazione, cooperazione e vendetta.