PSICOLOGIA NEWS n.676 - 11.6.2015
- Quando l'amore uccide. Come e perché la violenza femminicida può nascere dalla coppia romantica
- Dal respiro al mondo interno. Psicomotricità psicoanalitica: diario clinico di un trattamento in supervisione
- Laboratorio filosofico di Freud
- Pinocchio siamo noi. Saggio di psicologia del narcisismo
- Dossier Freud. L'invenzione della leggenda psicoanalitica
- Essere felici. La forza creativa della volontà
- Elogio dell'ascesa
- La memoria tra cultura e biologia
- Genesi dell'immagine
Antonio Piotti, Maria Sara Mignolli
Quando l'amore uccide. Come e perché la violenza femminicida può nascere dalla coppia romantica
2015, Collana: Le comete
Pagine: 120
ISBN: 9788891712479
Prezzo: € 15,00
Editore: Franco Angeli
Quando, con drammatica ripetitività, la cronaca ci riferisce di un uomo che uccide la sua compagna per poi magari colpire a morte se stesso, ognuno di noi sente che quella violenza è - insieme - tanto distante e tanto vicina. Molti dicono che non può essere amore, che, anzi, l'amore è il contrario della violenza: è il desiderio di proteggere e di abbandonarsi, di corteggiare e di attendere; è la passione in seguito alla quale si vuole - innanzitutto - la felicità dell'altro e, in nome di ciò, si sacrifica ogni cosa. Come può esserci amore in chi uccide? Come è possibile che una forma di amore assoluto come quella della passione romantica possa contenere i germi della violenza? Tutti pensano che le coppie che si uccidono devono aver rinnegato l'amore pervertendolo in una pratica crudele e insensata.
E se non fosse così? E se invece le cause della violenza fossero intimamente connesse con quella forma particolare di amore che prende il nome di romanticismo? Se, al di là dei fiori, delle canzoni struggenti, delle dichiarazioni appassionate, dei sospiri e delle lacrime ci fosse l'imposizione di un legame che prevede la definizione dei ruoli e la sottomissione? Se la pretesa libertà degli amanti romantici non fosse altro che un legame totalizzante, esclusivo e violento?
Seguendo questa ipotesi inconsueta, uno psicoanalista e una regista, un uomo e una donna, hanno scritto questo saggio e questa pièce sull'amore da cui emerge come la violenza non sia altro che il lato osceno dell'amore romantico, ma che essa sia così cruda proprio perché le sue ore sono contate: nuove forme di amore, più libere e più emancipate, sembrano dire che il tempo del romanticismo è scaduto.
Antonio Piotti filosofo, psicoterapeuta, è membro del comitato scientifico dell'alta scuola di psicoterapia APRAD Minotauro. È socio della fondazione e della cooperativa Minotauro presso la quale esercita attività clinica e psicoterapeutica. Ha pubblicato Il banco vuoto. Diario di un adolescente in estrema reclusione (FrancoAngeli, 2012); con G. Pietropolli Charmet Uccidersi. Il tentativo di suicidio in adolescenza (Cortina, 2009); con M. Senaldi Lo Spirito e gli Ultracorpi (FrancoAngeli, 1999).
Maria Sara Mignolli da anni si occupa di teatro di ricerca e di innovazione - con un particolare interesse al ruolo del diverso nell'arte e nella filosofia - e di formazione teatrale, ottenendo la docenza in importanti scuole pubbliche e private come il Teatro Carcano di Milano. Dal sodalizio con Antonio Piotti è nato lo spettacolo teatrale Il banco vuoto, tratto dall'omonimo romanzo, di cui ha curato la regia e l'adattamento drammaturgico.
Tito Baldini (a cura di)
Dal respiro al mondo interno. Psicomotricità psicoanalitica: diario clinico di un trattamento in supervisione
2015, Collana: Immagini dall'inconscio
Pagine: 112
ISBN: 9788874873388
Prezzo: 16,00
Editore: Magi Edizioni
Questo libro propone un’originale doppia stilatura: di sopra nel testo una revisione del diario clinico di due anni di trattamento di un bambino che non ce la faceva ad alzarsi in volo, redatta dalla «brava, attenta e sensibile terapista» Carla, la quale porta il fanciullo «dal respiro al mondo interno»; di sotto in nota scorre parallela al primo testo la costante presenza stilata della supervisione dello psicoanalista Tito. Due percorsi «paralleli, concomitanti e dipendenti» – come in metapsicologia sono quelli fra il biologico e lo psichico, fra psiche e motricità – che insieme salvano un bambino.
Tragitti entrambi umili e meticolosi, ma soprattutto dialoganti e appassionati.
Il testo lega per sempre psicoanalisi e psicomotricità con il rigore e la semplicità della clinica per il motivo, appunto elementare ma efficace, che insieme esse permettono svincoli evolutivi nei casi di precoci e intense patologie dello sviluppo, altrimenti difficilmente raggiungibili.
Il volume si propone come utile viatico per i percorsi importanti e difficili di terapisti della riabilitazione, pediatri e psichiatri infantili, psicologi, psicoterapeuti e psicoanalisti, insegnanti e genitori.
Tito Baldini, psicoanalista, membro ordinario della Società Psicoanalitica Italiana (SPI), membro ordinario e docente della Associazione Romana per la Psicoterapia dell’Adolescente e del Giovane Adulto (ARPAd), caporedattore della rivista AeP Adolescenza e Psicoanalisi, terapista della riabilitazione della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, socio fondatore dell’Associazione Nazionale Unitaria Psicomotricisti Italiani (anupi). Già docente di Psicomotricità psicoanalitica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, è attualmente docente presso l’ARPAd di Roma e l’ARPAd-Minotauro di Milano. Autore di molti lavori scientifici, saggi e monografie, editi in Italia e all’estero, che argomentano la sua tensione fra lo psichico e il motorio, ha fondato e curato per circa venti anni la rubrica «Psicodinamica della Riabilitazione» (Riabilitazione Oggi) e ha pubblicato con Giovanni Bollea il volume Il corpo rubato. Storie nel mondo dei bambini disabili. Per il suo impegno scientifico teso fra psichico e motorio, è stato insignito del Premio Adriano Giannotti presso la Sapienza Università di Roma.
Verenna Ferrarini (a cura di)
Laboratorio filosofico di Freud
2015, Collana: Pensiero di natura
Pagine: 214
ISBN: 9788887138474
Prezzo: € 21,00
Editore: Sic Edizioni
L'idea guida di questo lavoro consiste in una asserzione che implica un passaggio: non si tratta più di Freud da una parte e della Filosofia dall'altra, ma di Freud filosofo. Tutto Freud è filosofia. La constatazione di Freud filosofo ha prodotto la costruzione di un repertorio del suo Laboratorio filosofico nella forma di un lemmario che qui viene presentato attraverso testi accuratamente raccolti dalle Opere e dalle Lettere di Freud, documenti che svelano in maniera brillante i movimenti del suo pensiero, come pure le incertezze o gli aut aut.
Claudio Widmann
Pinocchio siamo noi. Saggio di psicologia del narcisismo
2015, Collana: Lecturae
Pagine: 216
ISBN: 9788874873494
Prezzo: 18,00
Editore: Magi Edizioni
Pinocchio è un’anima inquieta: scappa di casa, abbandona la scuola, frequenta personaggi ambigui, non rispetta regole né promesse, non sa valutare i pericoli né le conseguenze delle sue azioni: per sette volte rischia la morte.
è il ritratto di ragazzi reali, che non riescono a completare un percorso scolastico e non sanno costruire un percorso di vita, ma attraversano di corsa luoghi ed esperienze, occupazioni e frequentazioni costantemente alle prese con un’incessante emergenza. Sono affettuosi e irriverenti, dinamici e incostanti, competenti e sprovveduti. Invidiabili fuori e invidiosi dentro, si muovono in bilico tra onnipotenza fittizia e impotenza vera.
La psicologia chiama narcisismo questo stile di vita e Pinocchio mostra che, prima di essere patologia, esso è esuberanza di soggettività.
Pinocchio è unico ed eccezionale quando ancora è un pezzo di legno e fino alla fine segue le inconsuete vie della singolarità: pratica la ribellione, perché ama l’indipendenza; eccede in stravaganze, perché insegue l’originalità; è incurante dell’altro, perché privilegia la considerazione di sé. Il suo narcisismo è energia individuativa e la sua storia è un progressivo raffinamento di questa energia: Pinocchio vive di narcisismo, non ne muore.
Come lui ognuno è esposto al rischio di eccedenze narcisistiche e nessuno è esente da velature narcisistiche, perché il narcisismo è una forza che spinge a esplorare la propria singolarità, a esprimere la propria unicità, ad affermare la propria personalità. Scaturisce dalla volontà di essere profondamente se stessi e alimenta la determinazione a diventare Uomini, anziché rimanere burattini.
Claudio Widmann, analista junghiano, è docente di Teoria del simbolismo e di Tecniche dell’immaginario in varie scuole di specializzazione in Psicoterapia. Vive e lavora a Ravenna.
Impegnato conferenziere, direttore della collana «Il bestiario psicologico» delle Edizioni Magi, è autore e curatore di saggi che rileggono aspetti ordinari e straordinari della realtà alla luce della psicologia junghiana. Per i tipi delle Edizioni del Girasole è stato pubblicato il Manuale di Training Autogeno, mentre per quelli della Cittadella il libro F come Fiducia. Tra i suoi numerosi volumi nel catalogo delle Edizioni Magi ricordiamo Il simbolismo dei colori, Le terapie immaginative, La simbologia del presepe, Il mito del denaro, Sul destino, Gli arcani della vita, Il gatto e i suoi simboli.
Mikkel Borch-Jacobsen, Sonu Shamdasani
Dossier Freud. L'invenzione della leggenda psicoanalitica
2015, Collana: I grandi pensatori
Pagine: 310
ISBN: 9788833926759
Prezzo: € 16.00
Editore: Bollati Boringhieri
I trionfi, si sa, non sono accidentali. E che la psicoanalisi freudiana abbia trionfato nel Novecento è fuori di dubbio. E riuscita a spodestare paradigmi epistemici rivali, ha rivoluzionato metodi di cura, ha eretto potenti istituzioni a baluardo del proprio sapere, ha pervaso capillarmente la cultura di un'epoca. Ma fu vera gloria? Se lo chiedono Mikkel Borch-Jacobsen e Sonu Shamdasani in un saggio fremente come una requisitoria e dettagliato come un faldone giudiziario. Porsi la domanda è il primo passo per istruire il procedimento d'accusa. Imputata principale, la macchina mitopoietica che ha edificato la leggenda freudiana. A giudizio di Borch-Jacobsen e Shamdasani l'impresa, orchestrata dallo stesso padre fondatore, non avrebbe assunto quell'imponenza senza la concertazione tra eredi di Freud e generazioni di allievi, attenti a presidiare il presente ostacolando l'accesso alle carte del passato, e abili nel riformattare dottrine e nel patologizzare il dissenso. Attraverso un minuzioso apparato di controllo, la compagine freudiana avrebbe dunque fatto quadrato attorno al lascito di Freud, fino a secretarne gli archivi. Le singole mosse vengono qui ricostruite con rigore documentale: l'"eroica" autocanonizzazione di Freud tra i grandi della scienza; l'avocazione alla psicoanalisi degli eventi psichici, la delegittimazione degli avversari; la politica di indisponibilità delle fonti, che ne ha trasformato la custodia in archiviazione tombale.
Mikkel Borch-Jacobsen insegna Francese e Letteratura comparata alla University of Washington di Seattle. È autore di numerosi saggi di argomento psicoanalitico, tra cui Hypnoses (1984, con Éric Michaud e Jean-Luc Nancy), Le Lien affectiv (1991) e Folies à plusieurs. De l’hystérie à la dépression (2002). Sono apparsi in traduzione italiana: Ricordi di Anna O. (1996), Lacan, il maestro assoluto (1999) e Il libro nero della psicoanalisi (2006, con Jean Cottraux, Jacques Van Rillaer, Didier Pleux e Catherine Meyer).
Sonu Shamdasani insegna al Centre for the History of Psychological Disciplines dello University College di Londra. È cofondatore ed editor generale della Philemon Foundation, costituita allo scopo di promuovere una nuova edizione storico-critica delle opere di Carl Gustav Jung, comprensiva anche di tutti i testi finora inediti. Tra i suoi saggi in traduzione italiana: Fatti e artefatti. Su C.G. Jung, sul Club psicologico e su un culto che non è mai esistito (2004), Jung e la creazione della psicologia moderna. Il sogno di una scienza (2007) e Jung messo a nudo dai suoi biografi, anche (2008). Presso Bollati Boringhieri sono apparse, a sua cura, due opere di Jung: il seminario La psicologia del Kundalini-yoga (2004) e Il Libro rosso (2010; edizione studio, 2012).
Otto Rank
Essere felici. La forza creativa della volontà
2015, Collana: Le Navi
Pagine: 142
ISBN: 9788869441295
Prezzo: € 16,50
Editore: Castelvecchi
Per Otto Rank il lavoro analitico, fondato sulla relazione trasformativa di terapeuta e paziente, non deve limitarsi alla comprensione del passato, ma sviluppare la creatività per puntare alla costruzione di un presente felice. Nel 1929, affrontando in questo saggio i temi della felicità e della cura, l’autore assume la volontà quale ponte tra inconscio e coscienza e inaugura una corrente nietzschiana-freudiana alternativa all’approccio scientista della psicoanalisi di Sigmund Freud. Come scrive Francesco Marchioro nella sua prefazione, «la volontà rankiana costituisce l’aspetto creativo della personalità, ha il carattere dell’affermazione di sé nell’esperienza di superamento dell’eredità familiare, dei molteplici problemi esistenziali e nevrotici della modernità».
In appendice, vengono pubblicati lo scritto Schopenhauer, sulla pazzia e due Conferenze americane, fino ad oggi inedite in Italia.
Otto Rank (Vienna, 1884 – New York, 1939). Filosofo, psicoanalista, è stato il più valido collaboratore di Sigmund Freud, segretario della Società psicoanalitica di Vienna, quindi pioniere della nuova psicoanalisi in Francia e in America. Nello sviluppo della sua ricerca ha portato sulla scena freudiana, popolata di Padri, il regno perturbante delle Madri, eleggendo la relazione madre-bambino a superamento del complesso di Edipo. Il mito, la letteratura e l’arte sono i temi principali delle sue opere, mentre le sue innovazioni nella teoria e nella tecnica terapeutica hanno anticipato diverse correnti della clinica e psicoterapia contemporanea. Tra i suoi scritti ricordiamo: L’artista, Il doppio, Il tema dell’incesto, Il mito della nascita dell’eroe, Sogno, mito e poesia e Il trauma della nascita.
AA.VV.
Elogio dell'ascesa
2015, Collana: Temenos
Pagine: 88
ISBN: 9788898874262
Prezzo: € 16.90
Editore: Persiani
Discipline diverse si interrogano sullo stesso tema: il fascino della verticalità.
Da sempre l’uomo guarda al cielo con sentimenti contrastanti: timore e ambizione segnano il suo sguardo, la percezione di essere infinitamente piccolo e schiacciato sulla terra si rovescia in un’irresistibile tensione alla salita. Salire ci rende più forti, conquistiamo una nuova visione della realtà che l’altezza ci restituisce dimensionata; ciò che era grande diventa piccolo e la stessa vita, che scorre lo tana nella sua consueta orizzontalità, ci appare meno invadente e più comprensibile.
Elena Calamari
La memoria tra cultura e biologia
2015, Collana: Saggi e studi
Pagine: 158
ISBN: 9788867414833
Prezzo: € 15.00
Editore: Pisa University Press
Conclusasi all'inizio del secondo millennio, la ricerca cognitivista sulla psicologia della memoria è stata considerata da molti un' “epoca d'oro”. Eppure, sia in ambito neuroscientifico sia nei memory studies di carattere storico culturale, non si è fatto tesoro dei risultati da essa prodotti. Aspirando ad una più profonda comprensione della memoria, fenomeno quotidiano ma misterioso, ci è sembrato opportuno condurre uno studio multidisciplinare su quei contributi teorici e sperimentali che hanno costituito il problema scientifico del processo mnemonico. Il volume raccoglie saggi di ricercatori che si sono occupati di psicologia della memoria classica, ciascuno secondo le proprie competenze specialistiche. I diversi contributi curati da Elena Calamari, che insegna da molti anni Psicologia Generale presso l'Università di Pisa, presentano ricerche sulla memoria articolate su più livelli: da quello filosofico e storico, a quello pedagogico e psicologico-clinico. Il risultato è quindi una “mappa” che permette di compendiare saperi e problemi rilevanti, allo scopo di favorire la rinascita dell'interesse scientifico per un argomento che ha risentito di divulgazioni popolari e semplificazioni grossolane, e che sembra attualmente dissolversi nel “funzionamento della mente” in generale.
Il volume si rivolge a chi fa ricerca sulla memoria da diverse angolazioni o la studia in ambito universitario e in generale al pubblico colto che cerca strumenti per un aggiornamento non superficiale.
Con i contributi di: Riccardo Roni, Dario Muti, Simona Bandettini, Luigi Corsi.
Lucia Pizzo Russo
Genesi dell'immagine
2015, Collana: Psicologia dell'arte
Pagine: 260
ISBN: 9788857528397
Prezzo: € 20,00
Editore: Mimesis
Il motto “immaginazione al potere”, inneggiato dai movimenti di protesta del Sessantotto, si potrebbe ribaltare oggi nel “potere dell’immagine”. L’immagine infatti, oltre a pervadere la vita pubblica, domina la sfera intima dell’individuo e invade la sua percezione soggettiva. Quest’ultima non è mai riconducibile al semplice calco retinico ma, al contrario, è sottoposta all’elaborazione mentale: uno sguardo della mente rivolto alle immagini che in essa si disegnano. Mettendo a confronto le principali posizioni teoriche, da Platone al Concilio di Nicea e da Cartesio alle neuroscienze, il libro costruisce il filo rosso dell’immagine, prospettando un nuovo orizzonte in cui analizzare e interpretare la realtà.
Lucia Pizzo Russo ha insegnato Psicologia delle arti nell’Università di Palermo. Fra i suoi libri ricordiamo: Introduzione al test del disegno dell’uomo (1977, 19832), Estetica e psicologia (1982), Conversazione con Rudolf Arnheim (1983), Il disegno infantile. Storia teoria pratiche (1988, 20152), Che cos’è la psicologia dell’arte (1991), Le arti e la psicologia (2004), Rudolf Arnheim. Arte e percezione visiva (2005), So quel che senti. Neuroni specchio, arte ed empatia (2009, 20102).