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E' tutto un complotto. La psicologia del negazionista

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Nell'ultimo periodo abbiamo imparato ad orientare il significato della parola negazionista verso chiunque 'neghi' e/o 'non creda' a qualcosa che accade nella realtà circostante.

di Assunta Giuliano

negazionista

A causa del recente fenomeno del COVID-19 sappiamo che esiste una parte della popolazione che affronta la questione con molto distacco, affermando di non credere nella reale esistenza del virus o comunque della sua imponente diffusione.

Secondo lo studio il negazionismo è un fenomeno che nasce nel Novecento, da quello “originario” legato alla Shoah fino ad un negazionismo del Covid-19.

Qualcuno afferma che il termine 'negazionismo' faccia parte ormai più di un cliché che di un reale modo di pensare, potremmo fare riferimento al “diniego” nel quale si sperimenta uno scollamento tra la realtà e particolari rappresentazioni di quest'ultima, ma il negazionismo consiste in una posizione strutturata e sistematica di rifiuto.

Abbiamo sicuramente notato come avviene la diffusione di notizie non chiare, da una fonte incerta si propaga attraverso i social media. L'iter è quasi sempre lo stesso, il primo passo è mettere in discussione le informazioni diffuse dai canali ufficiali e da esperti nel settore, mettere in luce le criticità delle informazioni rispetto al tempo e alle modalità di emanazione, diffondere il dubbio attraverso teorie ricercate in prima persona da fonti incerte e cristallizzare questo concetto attraverso le molteplici ricondivisioni che fanno il giro del mondo.

''Appare chiaro come la negazione non si limiti semplicemente a rifiutare qualcosa, ma propone al contempo un insieme più o meno ampio, più o meno coerente, di rappresentazioni alternative, quelle che potremmo definire 'sistema di credenze eterodosse'. Ne sono un esempio le varie fake news e teorie cospirazioniste sorte attorno alla questione Covid-19, tanto diffuse da indurre l'Unione Europea a sostenere un'apposita campagna di sensibilizzazione. In proposito, è interessante considerare i dati di un recente sondaggio della Gallup International Association, condotto sulla popolazione di 28 paesi di tutto il mondo. Stupisce come circa un terzo del campione ritenga che dietro la pandemia vi sia l'azione deliberata di un potere straniero o di una forza estranea; come, inoltre, un altro 20 percento si trovi in uno stato di incertezza, che non esclude del tutto questa possibilità'' (GIA 2020).

Si possono generalmente classificare come complottisti tutti quei sistemi organizzati di credenze in cui specifici avvenimenti storici sono spiegati attraverso l'azione segreta e deliberata di forze occulte.

Una possibile riflessione si può orientare sulla natura delle organizzazioni segrete, definite così molto spesso, di come hanno permesso che gli esponenti di tutto il pianeta potessero essere coinvolti e del perchè tali forze vorrebbero influire negativamente su svariati aspetti della vita dell'uomo. Se prendiamo come esempio l'aspetto psicologico e come il trauma generalizzato possa aver influito sulla popolazione, potremmo ad esempio chiederci come mai qualcuno vorrebbe questo? Quale sarebbe il fine di avere comunità intere stressate e svantaggiate?

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Per decenni le scienze sociali l'hanno considerata come un'adesione passiva a particolari concezioni della realtà. In questo senso, credere alla scienza significa sottoscrivere la moderna visione empirica e razionale del mondo. Tuttavia, osservando le dinamiche del negazionismo, emerge un'idea di credenza più flessibile e incerta, fondata sul dubbio; in cui negare è già credere.

"Al cuore della negazione c'è una condizione intermedia e incerta tra il sapere e il non sapere, oscillante tra il 'so, ma non voglio sapere' e il 'so, ma non posso sapere', tra la malafede di Sartre e la negazione inconscia di Freud. Rimane quella particella verbale uguale per entrambe le posizioni, quel 'so' che costituisce l'inevitabile riconoscimento di quello che si vuole negare. Non si può rifiutare qualcosa che non si conosce, non si può rinnegare qualcosa in cui non si crede. La condizione di dubbio precede sempre la negazione, che in termini sociali significa che ogni posizione eterodossa nasce sempre all'interno di un sistema ortodosso. Questo ovviamente non esclude una gradualità di questi processi, né il fatto che successivamente entrambi i sistemi di credenze si ridefiniscano per opposizione tra loro. Ogni sistema sociale possiede un certo grado di flessibilità, superato il quale avviene una separazione. Si pensi al mesmerismo e alle teorie del magnetismo animale, a lungo dibattute all'interno dell'Accademia francese di Medicina prima di venire definitivamente escluse dal novero delle scienze. Anche dopo questa rottura il mesmerismo continuò a mantenere un certo consenso in Francia, scomparendo nel tempo con la nascita della psicoanalisi e della moderna psichiatria''.

Ciò che forse sorprende è notare come il ragionevole dubbio si possa trasformare in una certezza che pone le basi su affermazioni non basate sulla scienza medica e di come tutti i dubbi insieme costruiscano di per sè una nuova 'scienza' in cui credere. Il diritto e l'esercizio del Problem Posing è certamente stimolante e apre le porte a sempre nuovi modi di osservare la realtà circostante ma è chiaro che con il passare del tempo ci si potrebbe accorgere della poca affidabilità di determinate teorie e che il ritorno mediatico, la cattiva informazione e le fake news con lo scopo di danneggiare non portano ad alcuna soluzione.

Rispetto al caso Covid, Johnson et al. (2020) osservano come certe credenze negative sul virus e sulle pratiche terapeutiche connesse siano spie di una più generale sfiducia nella scienze e nell'autorevolezza dei medici. Questo atteggiamento non è privo di ricadute rischiose per la salute, ad esempio nel rifiuto di vaccinarsi.

 

Riferimento:

  • Nicola Martellozzo. Il dubbio, il sospetto e la credenza. Note di antropologia sul negazionismo. DIALOGHI MEDITERRANEI. AperTO è l'archivio istituzionale Open Access destinato a raccogliere, rendere visibile e conservare la produzione scientifica dell'Università degli Studi di Torino.

 

(a cura della dott.ssa Assunta Giuliano)

 

 


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Tags: negazionismo negazionista

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