Non percepire le emozioni sul proprio corpo spesso porta all'autolesionismo.
Alla base dell'autolesionismo, così come afferma un recente studio condotto dalla Swansea University, potrebbe esserci una scarsa capacità di percepire e decifrare i segnali fisici delle proprie emozioni.
Alcuni individui possono avere difficoltà nel comprendere gli indicatori fisici delle emozioni all'interno del proprio corpo e, di conseguenza, avere maggiori difficoltà nell'essere consapevoli delle emozioni che stanno vivendo. La capacità di leggere correttamente gli imput fisici delle emozioni è nota come interocezione o capacità interocettiva.
L'autolesionismo è un comportamento volontario volto a danneggiare intenzionalmente se stessi ed il proprio corpoed è una modalità adottata nel tentativo di ridurre lo stress emotivo.
A livello psicologico , i fenomeni di autolesionismo si verificano perchè gli individui, in particolare adolescenti e giovani adulti, hanno difficoltà a interpretare ed esprimere dei sentimenti che sentono in modo schiacciante.
In termini più specifici, i soggetti autolesionisti mostrano scarsa abilità "interocettiva", ossia una difficoltà a percepire i segnali fisici dell'emozione.
Questo è quanto trovato anche da Hayley Young e i suoi colleghi: chi soffre di autolesionismo sembra effettivamente avere anche scarse capacità interocettive, e quest'ultimo aspetto sembra concorrere al comportamento autolesivo come a molti altri disturbi mentali.
Secondo gli autori, se un individuo fatica a leggere correttamente i segnali fisici dell'emozione, allora l'autolesionismo potrebbe avere la funzione di generare un input corporeo più forte nella loro esperienza emotiva.
A tal proposito, i ricercatori hanno condotto tre studi correlati utilizzando un campione composto da più di 300 partecipanti giovani adulti, per lo più donne.
Nei primi studi, i ricercatori hanno cercato collegamenti tra autolesionismo e fattori self-report, come difficoltà percepite nell'identificazione e nella descrizione delle emozioni.
Nello studio finale, l'abilità interocettiva è stata misurata usando un metodo standard in cui una persona deve contare i battiti del proprio cuore per un certo periodo di tempo.
Nel complesso, i risultati hanno rivelato che i partecipanti con una storia di autolesionismo erano caratterizzati da “una difficoltà nel distinguere e interpretare i segnali interocettivi”.
I partecipanti che praticavano autolesionismo hanno riferito di essere più consapevoli di altri rispetto alle sensazioni corporee generali, ma tendevano a mostrare un peggioramento nel test di accuratezza interocettiva.
Secondo i ricercatori, la bassa consapevolezza interocettiva può essere considerata la base biologica per “l'assenza di affettività” e “distacco” in coloro che praticano l'autolesionismo.
Una bassa accuratezza interocettiva può anche contribuire all'autolesionismo nel guidare l'individuo a manipolare il modo in cui il corpo contribuisce all'esperienza emotiva.
Una funzione dell'autolesionismo “potrebbe essere quella di risolvere uno stato di incertezza interocettiva ed emotiva – potrebbe servire ad ingannare il ruolo del corpo nell'esperienza emotiva e fornire chiarezza su ciò che si sente”, affermano i ricercatori.
Le nuove scoperte si aggiungono alla ricerca passata che ha collegato l'interocezione superiore a un funzionamento emotivo migliore, tra cui l'esperienza di emozioni più sfumate.
Viceversa, una scarsa interocezione è stata associata a una vasta gamma di problemi di salute mentale, tra cui depressione e schizofrenia.
Young e il suo team hanno aggiunto che la loro ricerca suggerisce un percorso per nuovi interventi, il cui obiettivo è migliorare la focalizzazione di sè.
In effetti, altri gruppi di ricercatori stanno attivamente lavorando su trattamenti che possano migliorare l'accuratezza interocettiva delle persone.
Sarah Gafinkel dell'Università del Sussex e il suo team stanno sperimentando proprio questo tipo di trattamento per le persone con autismo, in cui l'assente o scarsa interocezione è relativamente comune nelle persone con tale disturbo.
Uno studio pilota su persone sane, che implicava il chiedere di contare i battiti del cuore e dare loro un feedback su quando bene stavano facendo, ha portato a miglioramenti nella precisione interocettiva e nella riduzione dell'ansia.
Questa ricerca sul trattamento è ancora in corso, ma in teoria potrebbe essere d'aiuto anche in altre condizioni psicopatologiche.
di Lucia Cialone
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