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Maltrattamento infantile e disturbo bipolare

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Il trauma infantile è correlato sia ad un incremento del rischio di problemi comportamentali nell’infanzia, e sia a successiva insorgenza di psicopatologia come il disturbo bipolare e il suicidio.

disturbo bipolare.0L’elevata prevalenza, incidenza, cronicità dei sintomi e deterioramento psicosociale del disturbo bipolare, evidenzia il bisogno di ricercare i fattori eziologici e di rischio annessi alla malattia.

Il disturbo bipolare presenta componenti ereditabili e lo stress psicosociale sembra essere associato alla probabilità di successivi episodi connessi alla malattia.

Il trauma infantile è un indicatore riconosciuto di prognosi sfavorevole nel disturbo depressivo maggiore, ma, nel disturbo bipolare, mentre l’impatto dei fattori di stress sulla malattia in età adulta è stato studiato, l’impatto del trauma precoce è stato relativamente trascurato.

Diversi studi hanno mostrato che sia la perdita precoce dei genitori che eventi di vita stressanti possono essere correlati all’insorgenza del disturbo bipolare.

Gli studi che hanno utilizzato il Childhood Trauma Questionnaire (CTQ), hanno riportato un elevato punteggio nel trauma infantile, in particolare l’abuso emotivo, nel disturbo bipolare.

L’abuso infantile sembrerebbe infatti associato con risultati negativi di salute, maggiori episodi depressivi, maggiore gravità degli episodi maniacali con insorgenza precoce, ideazione suicidaria, abuso di sostanze e deterioramento delle performance ai test neuropsicologici.

Tuttavia, l’interpretazione di questi risultati è limitato dall’eterogeneità clinica e metodologica di questi studi.

In questo studio, il trauma infantile, misurato mediante il Childhood Trauma Questionnarie, è stato indagato in un campione di soggetti con disturbo bipolare, reclutati mediante un trial randomizzato controllato, e successivamente confrontato con un gruppo di controllo sano.

Metodi

Lo studio è stato condotto presso la Newcastle University e l’analisi ha utilizzato i dati provenienti da uno studio randomizzato controllato con placebo, inerente al trattamento di mifepristone nella depressione bipolare.

I criteri di inclusione riguardavano la presenza di diagnosi di disturbo bipolare con episodi depressivi; l’età doveva essere compresa tra i 18 e i 65 anni; la presenza di un trattamento medico stabile per un minimo di 4 settimane; infine, i partecipanti dovevano mostrare un’adeguata comprensione sia scritta che orale della lingua inglese.

I partecipanti non dovevano presentare altri disturbi quali dipendenza o abuso di sostanze, essere incinta, soffrire di significative malattie mediche.

Dopo una visita iniziale di screening, gli psichiatri hanno raccolto la storia completa del paziente. I dati includevano le caratteristiche demografiche, cliniche, di genere, età, indice di massa corporea, e numero di anni di istruzione.

Le misure riguardanti la gravità clinica includevano: la Hamilton Depression Rating Scale (HDRS-17), la versione composta da 17 item; diagnosi di melanconia, seguendo i criteri diagnostici del DSM-IV; lunghezza dell’episodio depressivo; numero di ricoveri precedenti; attuale assunzione di alcol; diagnosi di disturbo bipolare ciclico; storia di tentato suicidio; qualsiasi forma di attuale ideazione suicidaria riportata dal soggetto.

Il Childhood Trauma Questionnaira (CTQ), composto da 28 item self-report, è stato utilizzato al fine di fornire una misura retrospettiva del trauma infantile. Degli item componenti il questionario, 25 sono suddivisi in cinque sottoscale inerenti le diverse forme di maltrattamento. I tre item restanti sono utilizzati per la valutazione dei falsi negativi.

Risultati e discussioni

I partecipanti sono stati suddivisi per età, sesso e anni di istruzione. La diagnosi di disturbo bipolare è apparsa significativamente associata con un maggiore punteggio al Trauma Childhood Questionnaire.

Tutti i punteggi delle relative sottoscale del questionario erano significativamente elevate nel gruppo di soggetti con disturbo bipolare, ad eccezione dell’abuso sessuale.

Nei partecipanti con diagnosi di Disturbo bipolare II, il punteggio totale del CTQ, abuso emotivo, ritiro emotivo e ritiro fisico erano significativamente maggiore rispetto al gruppo di controllo.

Il punteggio dei soggetti con una diagnosi di melanconia era significativamente correlato con i punteggi totali del CTQ, in particolare per quanto riguardava l’abuso emotivo e il ritiro emotivo.

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I partecipanti con diagnosi di disturbo bipolare ciclico presentavano invece elevati punteggi rispetto alla sottoscala dell’abuso sessuale.

Questo studio ha quindi dimostrato una significativa associazione tra il trauma infantile e il disturbo bipolare. Gli elevati punteggi al Childhood Trauma Questionnaire sono stati riscontrati in pazienti sia con disturbo bipolare I che II, rispetto al gruppo di controllo.

L’abuso sessuale è l’unica sottoscala che non appare eccessivamente elevata nei pazienti bipolare rispetto ai soggetti sani. Lo studio si presenta quindi in linea con i risultati precedenti.

I presenti risultati indicano inoltre che una storia di maltrattamento infantile è correlato a tentativi di suicidio in pazienti affetti da disturbo bipolare. L’impatto allostatico del trauma infantile può essere mediato dai sistemi biologici con un coinvolgimento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, che sembra svolgere un ruolo centrale.

Si può inoltre sostenere che traumi infantili, in periodi altamente sensibili, possono scatenare un’alterazione dello sviluppo mediato da processi epigenetici.

Per esempio, la regolazione dell’espressione genica ippocampale, può indurre una risposta evolutiva di adattamento, determinando maggiore vigilanza, attenzione al pericolo, responsività a nuovi fattori di stress e una volontà a esplorare ambienti nuovi.

Il trauma infantile è quindi correlato sia ad un incremento del rischio di problemi comportamentali nell’infanzia, e sia a successiva insorgenza di psicopatologia come il disturbo bipolare e il suicidio.

È stato interessante notare che il ritiro emotivo è stata l’unica sottoscala che differisce significativamente tra i pazienti e il gruppo di controllo.

Il ritiro emotivo suggerisce un deficit pervasivo nella relazione bambino-caregiver, che produce una disregolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene in età adulta, ed è stato precedentemente mostrato come questo sia correlato anche alla depressione.

È stato suggerito che la valutazione retrospettiva del trauma infantile può essere ritenuta responsabile di un successivo episodio depressivo.

Tuttavia, all’interno del presente studio, il richiamare eventi della propria vita non era associato con la gravità della depressione.

I punteggi totali al Childhood Trauma Questionnaire hanno inoltre dimostrato di rimanere stabili nel tempo ed essere indipendenti rispetto alla relazione tra psicopatologia e abuso.

L’associazione tra il trauma infantile e la depressione era già stata stabilita in precedenza; questo studio suggerisce un rapporto simile rispetto al disturbo bipolare, anche se la conferma dovrà essere indagata e ricercata mediante studi prospettici.

 

Articolo tratto dalla rivista “ANZJP

 

Bibliografia

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Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Giorgia Lauro

 


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