Joker: un bravo ragazzo tra normalità e follia
Liuva Capezzani recensisce per Psiconline il film JOKER, da poco uscito nelle sale, dove Arthur Fleck, attore comico fallito ed ignorato dalla società, vaga iniziando una lenta e progressiva discesa negli abissi della follia.
C’è chi legge il film di Todd Philips come un film sociologico sulla vacuità della società, Time Out lo ha descritto come «una visione davvero da incubo del capitalismo della fine dell’era» o come «il miglior film horror sociale da Get Out». Chi come un film sullo strapotere dei media, o sul fallimento delle politiche sociosanitarie, chi come un capolavoro sul disagio psichico, la devianza e la condizione umana degli invisibili, “metti un malato mentale in una società come questa” ammonirà lo stesso Joker sul finale. C’è poi chi ne fa una considerazione artistica e lo associa alle pellicole di storie di eroi ed antieroi, Taxi driver, Batman, Arancia Meccanica. Chi ancora non ha avuto il tempo di parlarne e appena finito di vedere il film reagisce, o applaude o resta attonito e insoddisfatto di qualcosa che non coglie nell’immediato.