Linguaggio del corpo sul lavoro. Il primo colloquio
Molte sono le richieste di come dovrebbe essere la comunicazione non verbale del candidato durante un colloquio di lavoro o come comportarsi nella difficile situazione che si vive con una persona addetta alla selezione del personale.
Alcuni “esperti” del settore fanno sempre notare quale dovrebbe essere la comunicazione non verbale “giusta” e qui sta il punto, perché a parte qualche accorgimento al quale il candidato dovrebbe giustamente esser attento, tutti i restanti consigli su come muoversi, gesticolare o altro sono del tutto privi di fondamento.
Quel che nessuno prende in considerazione è il punto di vista contrario.
Tutti si mettono nei panni del candidato e di come dovrebbe comportarsi, quando un rovesciamento di prospettiva è la soluzione più semplice.
Pensiamo di essere al nostro colloquio, siamo concentrati sulle domande, allo stesso tempo però, per fare una bella figura dovremmo concentrarci anche su noi stessi, su come respiriamo, a non arrossire o impallidire (cosa impossibile) a come guardare il nostro interlocutore, a non gesticolare troppo, al nostro tono di voce…. ecc.
Alla fine di tutto c’è la madre di tutti i consigli, che suona come una beffa: “Ricorda di essere te stesso”.
Non è forse pretendere un pò troppo?
Conoscere il linguaggio del corpo significa calibrare la nostra comunicazione a seconda del feedback che riceviamo dal nostro interlocutore. Niente di più semplice.
Non servono consigli su come muoversi, ma serve apprendere le tecniche basilari del linguaggio del corpo e delle micro-espressioni facciali, non occorre molto tempo, in genere con due giorni di corso si riesce ad apprendere tutto, a patto che siano fatti bene.
La situazione diventa paradossale, infatti chi deve capire il linguaggio del corpo, deve essere il candidato.
Tutti dicono che il linguaggio del corpo è fondamentale, però i selezionatori esperti sono rari, e i vari candidati si limitano a leggere qualche libretto o peggio, i consigli su qualche rivista di moda o blog privi di senso.
A cosa fare attenzione
Il contatto visivo nei confronti di un selezionatore fa percepire sicurezza di sé e condiziona in modo favorevole quest’ultimo.
Al contrario uno sguardo evitante può esser giudicato come indice di insicurezza o impreparazione.
Quindi mantenere contatto oculare va benissimo, ma ogni tanto lo si deve anche distogliere, guardarsi intorno per poi riprenderlo.
Anche annuire è importante mentre la persona sta parlando. Dimostra al nostro interlocutore che lo stiamo seguendo e che ci piace ciò che dice.
La posizione da seduti appoggiati sullo schienale della sedia, indica presunzione, sopratutto se teniamo il mento alzato.
In realtà non esiste una postura predefinita da usare come modello, ma deve esser calibrata in base alla situazione e al tipo di dialogo.
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