Risparmio, perdita e dolore
L'emozioni sono come i colori dell'arcobaleno, cambiano in funzione della condizione della persona e della circostanza.
Il contesto, la circostanza e il Sé influenzano l'agito, l'atto comportamentale.
Ogni decisione apparentemente razionale coinvolge quel sentire intimo, sensoriale che spesse volte sfugge al linguaggio grammaticale e sintattico della parola che si insinua tra la virgola e il punto: è lo spazio silenzioso dell'inconscio che manipola il desiderio, la razionalità e scardina il paradigma cartesiano cogito ergo sum (penso dunque sono).
E' quello che è successo ai risparmiatori traditi dalle loro banche.
Il risparmiatore compie una sequenza di azioni che riguarda i soldi in entrata-uscita. Lo scopo è quello di costituire un fondo. Il risparmio ottenuto è il prodotto di una quota accumulata negli anni. La decisione di risparmiare risponde ad un desiderio rassicurativo personale e/o familiare. Il risparmio accumulato e accumulabile è utile per far fronte ai bisogni primari come la salute, l'economia familiare, la sicurezza e permette di rispondere a dei bisogni di benessere secondari come le relazioni amicali, la cultura, lo sport, le vacanze e anche qualche investimento immobiliare.
A differenza delle società agricole o arcaiche, che non avevano il risparmio, nella società moderna la banca svolge questa funzione e da al risparmiatore un interesse sulla valuta depositata. Invece, nella società ipermoderna e postindustriale le banche usano il risparmio per promuovere investimenti multipli e differenziati che producono oggetti finanziari e altro. Per il risparmiatore l'interesse è un oggetto finanziario oscuro. La banca si è trasformata. Non è più un istituto di garanzia ma è diventata una impresa speculativa che investe sul mercato e usa i soldi del risparmiatore per i suoi giochi finanziari.
All'opposto per il risparmiatore la banca è ancora la casa del risparmio. Il risparmiatore si fida, la frequenta da tempo, la riconosce come istituzione presente: è il salvadanaio dove deposita i suoi desideri. Il guadagno lo gratifica, lo sostiene, lo rinforza, lo realizza, lo rassicura. Il risparmiatore prova piacere nel guadagnare qualcosa senza dover lavorare, si sente realizzato, è convinto di avere giocato bene le sue carte. Il futuro è salvaguardato dal risparmio ed è tracciato con colori pastello tenui che lo predispongono a soddisfare qualche desiderio.
Se la banca lo tradisce si innesta il dolore della perdita. Il dolore di aver perso il risparmio per una scelta sbagliata a causa di un soggetto altro da Sé del quale si è fidato, lo conduce ad uno stato di prostrazione. Come tutti i dolori di perdita si sviluppa nella persona uno stato di frustrazione, di derealizzazione, di fallimento. Il risparmiatore vive dei momenti di tristezza. Il futuro compare con un mantello fosco, la perdita di quel patrimonio si identifica con la perdita di se stesso. Riemergono dal profondo dei sentimenti di insicurezza, di rabbia. Si spalancano dei sentimenti di aggressione o di vendetta verso se stesso e contro altri.
Si sente preso in giro. La cosa che maggiormente lo disturba è di passare per stupido, incapace. Si sente perseguitato da una società ingiusta e perversa. Si sente solo e si autoaccusa di essere un imbecille. Si sente in colpa e in angoscia. Si sente abbandonato.
Sono emozioni forti che lo portano a considerarsi e a considerare gli altri dei nemici. E' trascinato da un dolore esistenziale profondo che difficilmente riesce a condividere anche con le persone più care.
Si sente dire che doveva informarsi, interessarsi, che gli oggetti finanziari sono per definizione un rischio. Gli dicono che è un analfabeta, che è colpa sua.
Si sente tradito da una madre matrigna e infedele e giudicato da un padre assente e prepotente.
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