Secondo l'antropologo Joyce Marcus, le incursioni e le razzie fra i primi villaggi messicani risalgono circa allo stesso periodo in cui gli abitanti cominciarono a dividersi in sottogruppi. E nei successivi 1200 anni la situazione ha avuto un'escalation fino a giungere a vere e proprie guerre su larga scala. Le scoperte di Marcus nella Valle d’Oaxaca, in Messico, sostengono la teoria che le predazioni, preludio della guerra, cominciarono nelle società segmentate con una grande disponibilità di risorse.
I blog di Psiconline
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di Valentina Marra e Valeria Bianchi Mian
Continua l'excursus tra i colori più vividi dell'anima, per una mappa di Cromoterapia Archetipica. Valeria Bianchi Mian e Valentina Marra ci conducono nei toni del Verde, in miti e storie antiche.
di Valeria Bianchi Mian e Valentina Marra
Valeria Bianchi Mian
Tra le immagini simboliche più potenti e suggestive del procedimento ermetico c'è lei, la rosa, così importante che, nella accezione di mistero e silenzio sub rosa dicta velata est, e di bellezza, divenne icona ispiratrice di testi famosi, quali ad esempio il Rosarium philosophorum. Nel giardino segreto e meraviglioso della filosofica Ars, la protagonista floreale profuma dello stesso amore sacro e profano che si accende tra gli opposti, il Re e la Regina alchemici, ed è un abbraccio che va coltivato con cura affinché possa diventare perfetto come l'oro delle nozze alchemiche. La Natura si riflette generativa nei petali splendenti della rosa, la quale può mostrarsi del colore bianco, in Albedo, oppure rosa o rossa… e quando i suoi abiti tendono al magenta, al fucsia, al rosa carnale, il richiamo al corpo, soprattutto al corpo del femminile mistico, fecondo e trasformativo, è sempre più evidente.
“Io credo che Dio si incazzi
se tu
di fronte al colore viola di un campo di fiori
neanche te ne accorgi."
Il colore viola, Steven Spielberg, 1985.
Il colore viola: come i fiori in un campo sterminato che fanno tornare il sorriso anche nei momenti più neri. In questo modo Steven Spielberg racconta il suo viola.
Il viola è un colore affascinante. Ha una frequenza tra i 668 i i 789 THz e una lunghezza d'onda tra i 380 e i 450 nm; è un colore transitorio, in quanto è quasi al limite dello spettro visibile, e, comunque, oltre il blu parasimpatico, elemento del sistema RGB.
Senza autoaccettazione non c’è cambiamento
(María Vanesa Mussi Manzor e Marcelo Valerga)[1]
È fondamentale sostenere la conoscenza e la consapevolezza di sé perché una percezione irrealisticamente positiva o negativa può essere un freno per la crescita.
L’autostima si definisce infatti proprio in età evolutiva e se i nostri studenti pensano di valere poco probabilmente tale idea li accompagnerà per sempre. Se il nostro obiettivo è formare degli adulti consapevoli e competenti è quindi importante far comprendere ai nostri studenti l’importanza della propria implicazione personale nel rendimento scolastico (spesso gli alunni attribuiscono tutto alla fortuna!) Conoscere i propri punti di forza e debolezza, infatti, induce a lavorare sui propri limiti e a sfruttare i propri punti di forza.
Aveva ragione l’illuminista Voltaire: “Il più grande dei crimini, almeno il più distruttivo e di conseguenza il più contrario al fine della natura, è la guerra; ma non vi è alcun aggressore che non colori questo misfatto con il pretesto della giustizia.”
La storia ricompare drammaticamente dal sonno delle ceneri rimosse e come un vulcano spento ha cucinato un magma mortifero - pandemia/guerra - causando distruzione di corpi, città, ponti, amicizie, amori: tutto sembra uno strano gioco del destino.
Cari giovani, non sotterrate i talenti, i doni che Dio vi ha dato!
Non abbiate paura di sognare cose grandi!
(Papa Francesco)
Nel post precedente è stata presentata la struttura della proposta operativa, considerando che un’impostazione metacognitiva alla didattica è utile non solo per gli studenti più capaci ma soprattutto con gli alunni in difficoltà come quelli con B.E.S. e/o D.S.A. La didattica metacognitiva infatti consente di:
- valorizzare nell’alunno le capacità di pensare e apprendere;
- sostiene contemporaneamente la sua motivazione; all’apprendimento e all’autorealizzazione, in quanto... Si sente chiamato «parte in causa»; (Improta, A. 2016)[1]
- consente lo sviluppo di processi inclusivi in classe (valorizzando quindi anche l’aspetto relazionale), giacché, “non ci si limita a trasmettere delle nozioni nuove o diverse, ma si insegna all’intero gruppo classe, e in particolare all’alunno dislessico, come fare a imparare delle nuove nozioni o delle nuove conoscenze, in maniera più strategica e funzionale”. La didattica metacognitiva, inoltre, aiuta “il bambino a comprendere, a rendersi conto che non è solo, a non sentirsi un malato, a sapere che può farcela, anche se non sempre sarà facile”. (Brembati, F. e Donini, R. 2015 - Grenci, R. 2013)[2]-[3].
Cominciamo con questo post nel presentare la Fase Preliminare.
Lo strumento prescelto è il questionario “Cosa penso di me” contenuto nel volume “Migliorare l’autostima – un approccio psicopedagogico per bambini ed adolescenti” di Pope A, McHale S, Craighead E[4], liberamente fotocopiabile.
Lo strumento ha il pregio di essere di facile compilazione, non è uno strumento clinico ma permette allo studente (ma anche al caregiver, sia esso psicologo o docente) di rendersi conto della percezione che l’alunno ha di sé nelle diverse aree della propria vita, con un questionario che ha lo scopo esplorativo di porsi come punto di partenza per la successiva riflessione.
A supporto del lavoro di ricerca è stato predisposto per i lettori del blog un file excel per la sintesi della situazione della classe. Il presente lavoro NON HA validità clinica, ma solo speculativa per condurre una discussione in classe e consentire agli studenti in relazione alla percezione di sé. Nel file sono contenuti 30 fogli di lavoro: uno per ogni studente/utente. Dopo aver compilato l'elenco degli alunni/utenti nella prima pagina, il loro Cognome e Nome questo comparirà automaticamente
- Sul Foglio di lavoro n°2 denominato "Grafici"
- Sui singoli fogli di lavoro, uno per ciascuno studente.
La sintesi del punteggio per ciascuna area comparirà automaticamente invece sulla prima pagina dopo aver compilato i fogli di lavoro indicati al punto 2).
Come anticipato nel post precedente ogni lavoro sarà, inoltre, sempre seguito da una scheda di autovalutazione dello studente in relazione al contenuto del lavoro svolto e all’emozione sottesa. Una riflessione individuale sulle emozioni sottese al processo di apprendimento diventa infatti motore dell’apprendimento, nella prospettiva della motivazione e della significatività.
In allegato i materiali menzionati.
Non mi resta che augurarvi buona lettura e buon lavoro!
Note
[1] Improta, A. (2016). “I D.S.A.: Divertirsi Sapendo Apprendere (4)”. In Blog Psicologi a scuola su www.psiconline.it. 21 marzo.
[2] Brembati, F. e Donini, R. (2015). Dislessia: attività metacognitive per la scuola primaria. Workshop presentato al 10° Convegno Internazionale “La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale”. Rimini, 13/15 novembre.
[3] Grenci, R. (2013). Capire la mia dislessia. Trento: Erickson.
[4] Pope A, McHale S, Craighead E, “Migliorare l’autostima – un approccio psicopedagogico per bambini ed adolescenti”, Erickson, Trento, 1992
Cappuccetto rosso di Valentina Marra
C’era una volta una cara ragazzina. Solo a vederla le volevano tutti bene, e specialmente la nonna, che non sapeva più cosa regalarle. Una volta le offrì un cappuccetto di velluto rosso e, poiché le donava tanto che la ragazzina non volle più portare altro, la chiamarono sempre Cappuccetto Rosso.
Chi di voi, da bambini, non ha mai attraversato il bosco insieme alla ragazzina dai ciuffi dorati che fuoriescono timidamente da un cappuccio rosso? Ebbene, vi voglio riportare in quel tempo, lontano eppure così vicino, tra i ricordi e la nostalgia di vecchi racconti impressi nelle pagine ingiallite del libro dei fratelli Grimm, con la storia scritta nel 1857. Esiste però anche un’altra versione della fiaba, quella di Charles Perrault, celebre poeta e colto membro dell'Académie française, dal titolo Le Petit Chaperon Rouge. È del 1697.
L’identità dei giovani nel postmoderno è un bricolage costituito da un processo di composizione/scomposizione di molecole; è un costrutto che si modifica in rapporto alle circostanze. Sono le circostanze a caratterizzare i comportamenti, gli accadimenti. L’identità è il prodotto mutevole degli apprendimenti di base, della memoria autobiografica, delle relazioni affettive, del sociale, dei media.
Tutto il male che si dice della scuola fa dimenticare
il numero di bambini che ha salvato dalle tare, dai pregiudizi,
dall’ottusità, dall’ignoranza, dalla stupidità, dalla cupidigia,
dall’immobilità o dal fatalismo delle famiglie.
(Daniel Pennac)
Riprendendo quando scritto nel post precedente propongo quindi un percorso, già collaudato nel corso degli anni con ottimi risultati, in quanto motivante per docenti e studenti nella prospettiva dell’inclusione e della lotta alla dispersione scolastica.
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