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I blog di Psiconline

Parliamo di Psicologia insieme ai nostri amici online...

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La psicologia del bugiardo

bugiardiGli studi caratterizzati da questa attenzione rivolta al solo contenuto verbale hanno messo in luce che il bugiardo utilizza un linguaggio con un ridotto numero di asserzione ai fatti, inoltre le dichiarazioni false risultano più brevi di quelle vere e con minor riferimento alle esperienze personali: le menzogne fanno pochi riferimenti a persone, luoghi o eventi, mentre si servono moltissimo di termini generici come tutti, ogni volta, nessuno, mai, ecc.

In particolare il verbale di chi mente è conciso, sintetico, incompleto, con enunciati brevi, privi di soggetto e con predicati sottintesi.

Un’altra strategia psicologica del bugiardo consiste nel non assumersi la responsabilità delle proprie affermazioni, spostando l’attenzione su un contesto di riferimento esterno.

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La canzone di un rifugiato

la canzone di un rifugiatoNon ho padre
Non ho madre
Non ho famiglia
Non ho casa
Non ho lavoro
Non ho documenti
Non ho vita
Sono morto due anni fa
Questo è solo il mio corpo
Non c’è più l’anima
Non c’è più vita.

Sono le parole di un rifugiato, che  ho raccolto e trascritto, perché mi sembra esprimano meglio di quanto possa farlo io quello che è lo stato d’animo di un rifugiato.

Che egli arrivi dall’Afghanistan, piuttosto che dal Mali, dal Gambia, dalla Siria o dall’Eritrea, queste sono le emozioni che ognuno di loro, a modo suo, ci trasmette.

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Lo psicologo scolastico nell’immaginario collettivo degli insegnanti. Lavorare nella scuola o per la scuola? (2)

psicologia scolasticaLa scorsa settimana avevo concluso la mia riflessione sulle relazioni che spesso intercorrono tra scuola e psicologo. Ora vorrei approfondire il discorso della domanda di psicologia che pone la scuola, in quanto è molto importante per definire la risposta della psicologia.

La scuola è comunemente ritenuta il trampolino di lancio per ogni operazione di rinnovamento formativo e culturale. Essa si pone come il luogo privilegiato in cui si verificano e si anticipano modelli socio-culturali più vasti, volti a ricercare i modelli più congrui e produttivi per la formazione delle giovani generazioni.  In questa prospettiva l'intervento dello psicologo a scuola sarebbe non solo auspicabile ma addirittura indispensabile se guardiamo alle nuove esigenze di benessere integrale dell'individuo, che scaturisce dall’interazione di diverse competenze specifiche.  Ma cosa maggiormente gli insegnanti richiedono quando si rivolgono ad uno psicologo scolastico?

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Suicidio e Terrore

suicidio e terroreIl secolo ventunesimo è iniziato all'insegna di due nuovi fenomeni; quello della globalizzazione economica, informatica, mediatica e quello del terrore-globale caratterizzato da guerre regionali in quasi tutti i continenti e da uccisioni molecolari di massa.

Sin da subito le governance mondiali sono state incapaci di leggere le nuove contraddizioni e di produrre mappe cognitive in grado di rispondere a questi eventi. La risposta da una parte e dall'altra è sempre stata simmetrica: forza contro aggressione, aggressione contro forza, generando un processo permanente di scontro.

Le prime reazioni di fronte a quello che è accaduto a Parigi sono state di paura, stupore, incredulità, terrore, follia. Sono tutte espressioni che caratterizzano lo stato emozionale dell'individuo e del collettivo; anche la modalità suicidaria dell'aggressore si colloca all'interno di questo mondo emozionale.

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Come abbassare la nostra emotività

emotivitàAllo psicologo capita spesso di trovarsi a contatto con persone che hanno un disagio, o un particolare problema che non permetta loro una facile e rapida soluzione.

L’ascolto empatico permette al paziente di sentirsi compreso, finalmente trova una persona che lo capisce e finisce naturalmente, con il chiedere più delle vere e proprie soluzioni, che dei consigli.

In questi momenti è importante non farsi trascinare dall’entusiasmo e, frenare la lingua, perché l’obiettivo dell’ascolto non è dar risposte o soluzioni, ma aiutare l’interlocutore a trovarle da solo.

Una volta che si parla di un problema e delle situazioni particolari che si sono create, nonché delle persone che ne sono coinvolte, prima o poi si parlerà anche delle possibili soluzioni.

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Errare è umano?

errare è umanoParliamo ancora di Ibrahim, il ragazzo che qualche settimana fa , il 25 ottobre, è stato portato con l’ennesimo ricovero coatto nel reparto di psichiatria di Niguarda, a Milano.

Ne parliamo perchè la sua breve permanenza in Italia gli è costata molto cara. Quello del 25 ottobre era il suo quinto ricovero, in un mese.
Ibrahim era sbarcato in Sicilia il 1 settembre. Diceva di essere somalo, ma se qualcuno gli parlava in quella lingua, non capiva. Mentre parlava e capiva molto bene l’arabo. Questo perché era nato in Somalia ma era cresciuto in Libia.

Si è presentato all’Hub un po’ alterato, aveva trascorso alcuni giorni in strada e dal mio punto di vista era logico che non stesse tanto bene. Comunque era difficile parlare con lui.

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Psicologia scolastica: questa sconosciuta. Lavorare nella scuola o per la scuola? (1)

psicologia scolasticaCominciamo questa settimana una riflessione legata al ruolo della psicologia a scuola. Quello che sembra un bisticcio di parole o un’inutile distinzione tra due preposizioni – nella o per la – in realtà sottende impostazioni teoriche e modelli d’intervento differenti, per distinguere i quali è necessario soffermarsi.

La psicologia è da sempre interessata alla scuola e, analogamente da sempre la scuola guarda con interesse la psicologia. Non a caso nel nord America e nella maggior parte dei paesi europei lo psicologo è parte integrante della struttura scolastica. Nel nostro paese invece, la psicologia mantiene una posizione marginale che solo una piccola parte degli psicologi riesce a occuparsi a tempo pieno di psicologia scolastica, mentre la maggior parte lavora in tale ambito in maniera non sistematica. Il problema, tuttavia, non è solo quanta psicologia, ma soprattutto quale psicologia trova oggi spazio in ambito scolastico.

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Spazio e Psicologia del Terrore

piazze e luoghi apertiLa struttura urbana di quasi tutte le città occidentali, in particolare quelle europee, è costituita da ambienti aggregativi: piazze, stazioni, sagrati, stadi, centri commerciali, discoteche che compongono lo spazio sociale in cui le genti di ogni colore e razza s'incontra per condividere dei bisogni personali o collettivi.

Questi luoghi, non luoghi sono catalizzatori di aggregazione e di folla. Lo spazio urbano è un centro abitato in cui si consumano riti sociali, commerciali, religiosi, ludici, informali, amicali, lavorativi. In questi posti si esternalizza il bisogno di sentirsi parte di un gruppo, di un collettivo, di una comunità: è l'angolo del battesimo sociale dell'incontro.

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Una questione di “simpatia”?

simpatici al lavoroCome scelgono i reclutatori, quali criteri utilizzano e come si orientano nella scelta? Nonostante strumenti oggettivi sofisticati, in gran parte è una questione di “simpatia”. Fra gli errori sistematici che compiono reclutatori e selezionatori del personale il principale è quello di affidarsi a risposte emotive, condizionate da stereotipi personali costruiti secondo i filtri della personalità e dell’esperienza.

Ma cos’è la “simpatia”? Perché una persona risulta simpatica a qualcuno e del tutto antipatica a qualcun altro? E come entra questo meccanismo nei processi di scelta?

La simpatia è uno dei tanti processi inconsci di cui disponiamo che si attivano a livello sub-corticale (e pertanto con scarsa possibilità di controllo su di essi) e che si manifestano con stati psico-fisici che ci consentono di selezionare le risposte comportamentali più adeguate alla situazione.

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Seguire i nostri valori ci aiuta a vivere meglio

seguire i valoriIl modello del mondo è in poche parole il “filtro” attraverso cui decifriamo e interpretiamo il mondo esterno.

Ognuno di noi ha un personale modello, che ci guida nelle nostre scelte personali e nel dare un significato a ciò che accade.

Il modello si basa su regole, valori, credenze, idee, attività e bisogni.

Sono questi dei concetti base della PNL, che derivano dalle ricerche di A. Korzybski sulla semantica, uno degli assiomi base della PNL recita infatti: la mappa non è il territorio e tende a ricordarci che ogni esperienza che facciamo è del tutto soggettiva.

Tutti quanti abbiamo avuto l’esperienza strana di conoscere persone con gusti diversi dai nostri. Come può essere che qualcuno adora delle cose per cui noi proviamo repulsione?

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