Gli studi caratterizzati da questa attenzione rivolta al solo contenuto verbale hanno messo in luce che il bugiardo utilizza un linguaggio con un ridotto numero di asserzione ai fatti, inoltre le dichiarazioni false risultano più brevi di quelle vere e con minor riferimento alle esperienze personali: le menzogne fanno pochi riferimenti a persone, luoghi o eventi, mentre si servono moltissimo di termini generici come tutti, ogni volta, nessuno, mai, ecc.
In particolare il verbale di chi mente è conciso, sintetico, incompleto, con enunciati brevi, privi di soggetto e con predicati sottintesi.
Un’altra strategia psicologica del bugiardo consiste nel non assumersi la responsabilità delle proprie affermazioni, spostando l’attenzione su un contesto di riferimento esterno.