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I blog di Psiconline

Parliamo di Psicologia insieme ai nostri amici online...

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Il colloquio di selezione, questo spauracchio

colloquio di lavoroNella ricerca delle opportunità lavorative, i candidati sovente commettono alcuni errori che rischiano di compromettere le loro opportunità o di non consentono di accedere a ruoli coerenti con il proprio profilo professionale, con il bagaglio di competenze e abilità, con il percorso formativo formale e le esperienze apprese.

In questa fase storica del mercato del lavoro, decisamente poco vivace, tutti gli esperti consigliano di diventare buoni strateghi e pianificare la propria candidatura valutando tutti i passaggi senza sottovalutare alcun aspetto. Un po’ come un abile commerciale definisce la strategia per collocare un prodotto nel mercato.

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Per interpretare le emozioni bisogna affidarsi al linguaggio del corpo e poco alle microespressioni facciali

sn emotion H. Aviezer et al., ScienceA differenza di quanto si potrebbe credere, se normalmente l’espressione del volto sia essenziale per interpretare lo stato d’animo di chi ci è di fronte, questo non vale per le emozioni molto intense. (vedi l’articolo Body Cues, Not Facial Expressions, Discriminate Between Intense Positive and Negative Emotions)

Se pensate che si possa giudicare qualcuno dalle sue espressioni facciali e capire se ha vinto o no alla lotteria, è il caso che cambiate idea, infatti i ricercatori della Hebrew University di Gerusalemme, New York University e Princeton University hanno scoperto che non funziona in questo modo.

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Incomprensioni transculturali

incomprensioni transculturaliEra già notte fonda quando sono stata chiamata per un’emergenza all’Hub. Era arrivato un piccolo gruppo di profughi sudanesi, 3 uomini e una bambina di un anno. Uno dei tre sembrava stare molto male.

Appena sono arrivata i volontari che erano lì mi hanno avvertito:  “Stai attenta, non parla, è traumatizzato..”. Effettivamente stava male. Faceva fatica a tenere gli occhi aperti, non parlava, sembrava sfinito, più che altro.

Mi sono seduta vicino a lui, gli ho detto che ero medico e gli ho fatto segno di venire con me, in sala medica. Mi ha seguito, l’ho visitato, poi ho chiesto ad uno dei suoi compagni di viaggio di aiutarmi nella comunicazione, visto che il paziente parlava solo la lingua del suo paese. 

E’ venuto in aiuto il padre della bambina, che parlava anche inglese e francese e con lui è stato tutto più facile. Il paziente si è rassicurato, io ho capito quali erano i suoi problemi e lui ha capito come prendere le terapie. Alla fine aveva riacquistato un po’ di vivacità.

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Lo psicologo nella scuola degli adolescenti

la scuola degli adolescentiContinuando il discorso intrapreso da parecchie settimane sulla specificità dell’intervento psicologico a scuola è opportuno riprendere quanto scrivevo nel post “Lo studente e la cipolla”, dove sottolineavo come la mente di ciascuno studente sia spesso imperscrutabile in quanto i diversi  “strati” dei suoi vissuti possano essere di supporto o da freno al suo sviluppo. Concludevo l’articolo sottolineando l’attenzione e la cura che le figure adulte devono avere nei suoi confronti per aiutarlo nelle sue inevitabili crisi di crescita.

Dopo aver quindi parlato dello “Psicologo nella scuola dei bambini” questa settimana mi soffermerò in particolare sull’età adolescenziale in quanto a quest’età è spesso difficile parlare con i nostri studenti e/o figli, in quanto alternano momenti di regressione a momenti di oppositività.

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Manipolazione e Media

La macchia oscura nella testa del papa

manipolazione e mediaLa questione della macchia oscura nella testa del papa è la dimostrazione acutizzante di come sia possibile influenzare l'opinione pubblica.

Una macchia oscura, piccola, anzi piccolissima si è aggirata come uno spettro tra le segreterie delle diplomazie, tra le redazioni dei giornali, delle televisioni, sui network sollecitando fantasie e molteplici scenari. L'evocazione dell'esistenza di una macchia è stata in grado di mettere in allarme apparati e opinione pubblica.

E' bastato che qualcuno gettasse in giro, comunicasse, vociferasse che nei corridoi, nelle sale di quel palazzo si aggirasse una macchia oscura, per sollevare delle reazioni infuocate tra organi dell'informazione.

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Grandi cose possono nascere da piccole decisioni

piccole decisioniLa paura è un gran freno alle nostre decisioni, di qualsiasi tipo esse siano. Ma se ci pensiamo bene, ogni volta che abbiamo raggiunto un risultato, è perchè abbiamo cambiato le nostre abitudini uscendo dalla nostra zona di comfort, magari facendo una semplice piccola azione.

Grandi cose sono scaturite da piccole azioni, ad esempio: la giovane di colore Rosa Parks, nel 1955 decise di salire sull’autobus e di non sedersi nei posti riservati alla gente di colore.

La sua decisione non sembra che sia stata importante, ma ha totalmente cambiato cose nei giorni a seguire.

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I casi clinici

casiclinici

Certo non è non è facile individuarli, in mezzo a tutti gli altri, specialmente quando arrivano 300 persone al giorno e non si ha certo il tempo di parlare con tutti. Ma nel centro di accoglienza e smistamento, ognuno ha il suo ruolo e vede le cose dal suo punto di vista.

Direi che la cosa più difficile, a volte, è trovare l’accordo fra tutte le persone, appartenenti ad associazioni diverse, che all’interno del centro si occupano dei profughi. E questo accade in modo particolare quando arriva una persona che ha davvero un disagio psichico.

C’è sempre qualche operatore che si “impossessa” letteralmente del profugo che manifesta un evidente stato alterato di coscienza. E cosa fa questo operatore, appartenente sempre ad una grande organizzazione, ma senza competenze specifiche, come prima azione? Chiama un ambulanza!

Il poveretto viene portato al Pronto Soccorso di un qualsiasi ospedale della città, e dopo qualche ora viene dimesso. A me è stato chiesto di andarne a prendere qualcuno a notte fonda, al Pronto Soccorso. Così ho potuto vedere la procedura.

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Lo psicologo nella scuola dei bambini

scuolabambini1Nella riflessione della scorsa settimana concludevo parlando della centralità dell’età infantile per la salute delle età successive e di come il contesto abbia una notevole influenze sulla salute dell’adulto di domani.

Vorrei ora soffermarmi sull’influenza reciproca di corpo – mente - cuore che, soprattutto in età infantile , sono inestricabilmente legati:  una semplice emozione può riflettersi positivamente o negativamente sul fisico, ed il sintomo di una malattia organica potrebbe essere il segnale di un disagio psicologico. È chiaro che una delle maggiori cause di disagio è legata ai rapporti che legano il bambino con le figure adulte di riferimento.

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Generazione caleidoscopica

generazione caleidoscopicaDue ragazzi uno di diciotto anni, l’altro di diciassette nell’arco di cinque mesi si defenestrano o vengono defenestrati in un hotel, tutte e due stavano andando in gita a visitare il più grande parco dei divertimenti: Expo.

Una ragazza è fermata in Turchia mentre sta andando in Siria per combattere contro l’impero dominante dell’occidente.

Sono ragazzi che appartengono allo stesso ceppo generazionale, eppure sembrano l’espressione di una scissione, di una duplicazione deformata.

E’ una generazione attaccata all’oggetto transizionale dello smartphone e appartiene ad un sistema sociale multiplo, caleidoscopico fatto di mille colori e arcobaleni che argomenta nel silenzio delle proprie stanze  un desiderio di  distacco, di separazione dalla condizione che impedisce il processo di separazione e individuazione di Sé.

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Tutti mentono

tutti mentonoTutti mentiamo, ma mentire a differenza di quanto alcuni credono, è un processo difficilissimo, infatti i fattori che bisogna tenere sotto    controllo sono numerosi, proprio per questo chi dice una bugia non riesce a controllare ogni aspetto del suo comportamento.

Un osservatore esterno in genere, prende in considerazione solo il verbale del bugiardo, ma le parole, fanno parte proprio di quei pochi elementi che il bugiardo riesce a controllare di più e se come osservatori ci basiamo solo su questo dato, il bugiardo riesce a farla franca. Il viso è l’altro elemento che è in primo piano, sede dell’identità della persona e delle sue emozioni, anche la mimica facciale è uno degli elementi che il bugiardo riesce a controllare di più.

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