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I blog di Psiconline

Parliamo di Psicologia insieme ai nostri amici online...

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Donne migranti e violenze sessuali

donne migrantiCi sono anche molte donne fra i profughi di passaggio che arrivano nel centro di accoglienza e smistamento di Milano; esse rappresenteranno forse il 15% dei profughi.

Da quando hanno cominciato ad arrivare , molte di esse hanno raccontato di aver subito violenze sessuali, quasi sempre in Libia, ma a volte anche durante il viaggio dai loro paesi, soprattutto dall’Eritrea, alla Libia. Ci hanno detto che prima di lasciare l’Eritrea,  si fanno installare nelle braccia un contraccettivo che per un tempo di sei mesi le protegge da una eventuale gravidanza.

Nelle poche ore dell’accoglienza, naturalmente, non si possono approfondire più di tanto le singole situazioni, quasi tutte uguali tra di loro, né si può comprendere il vissuto psichico della donna. Ma non si fa fatica ad immaginarlo. Iniziare un viaggio con la consapevolezza che quasi certamente si sarà violentate, esige un grande coraggio.

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Lo psicologo nella scuola dei bambini e degli adolescenti

lo psicologo nella scuola dei bambini e degli adolescentiLa scorsa settimana ho parlato di come la mente di ciascuno studente sia spesso imperscrutabile in quanto i diversi  “strati” dei suoi vissuti possano essere di supporto o da freno al suo sviluppo. Concludevo l’articolo sottolineando l’attenzione e la cura che le figure adulte devono avere nei suoi confronti per aiutarlo nelle sue inevitabili crisi di crescita.

L’età scolare, infatti, coincide con l’infanzia e l’adolescenza, due fasi dello sviluppo di ciascun individuo, in cui si affrontano cambiamenti sul piano fisico, cognitivo, affettivo e comportamentale. L’inserimento nella scuola, l’integrazione con i coetanei, l’apprendimento delle regole sociali dello stare in gruppo, i mutamenti corporei: questi sono solo alcuni degli scogli che il bambino e l’adolescente devono affrontare per crescere. E può accadere che le difficoltà diano origine ad un disagio.

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Il Mondo dei Giovani e l'Isis

isisDall'altra parte della sponda del Mediterraneo c’è una guerra che è  passata da regionale a globale  e coinvolge le grandi potenze. Il rischio è grande, è ad un passo e non c’è una conoscenza  complessa della situazione. La comunicazione di massa e quella virtuale è oscurata.

A parte qualche articolo di approfondimento sulla carta stampata, sul web, in TV , l'informazione è molto stringata, il tutto si conclude con qualche comunicato inviato dai quartieri alti dei comandi o dagli apparati degli stati. Le informazioni sono limitate o censurate.

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L’identificazione nel ruolo professionale e l’investimento umano nel lavoro

identificazione nel ruolo professionaleNella generazione di lavoratori che hanno iniziato, in questi anni, la seconda fase della loro carriera lavorativa, è consuetudine – presentandosi a qualcuno – anteporre il titolo o il ruolo professionale: “buongiorno, sono il dott…”, “piacere, ingegner…”, “salve, sono il geometra…”.

Come rileva l’antropologo contemporaneo Franco Fileni, i linguaggi definiscono le relazioni culturali e la loro evoluzione stabilisce nuove regole e cristallizza nuovi legami. Le organizzazioni, nella cultura cristiano-illuministica della svolta calvinista pre-industriale, sono i luoghi dove l’individuo idealizza se stesso, dove progetta il proprio futuro che transita necessariamente attraverso la costruzione di un ruolo professionale e del valore economico che rappresenta, come criterio per il proprio posizionamento nella gerarchia sociale.

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Bugie e comportamento del bugiardo

bugie e comportamentoLa menzogna molto spesso è svelata dal comportamento che adotta il bugiardo.

Un errore dato da alcuni indizi rivelatori, può svelare la verità.

Gli indizi rivelatori sono dati dal linguaggio non verbale, dal paraverbale (l’uso della voce: tono, volume, ritmo), dai lapsus del bugiardo, senza di essi possiamo cadere facilmente nel tranello degli indizi di falso.

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I traumi dei bambini in fuga

bambini3Nei due anni di lavoro con i profughi  siriani ed eritrei di passaggio a  Milano, ho avuto modo di occuparmi anche dei bambini. Nei centri di accoglienza, prima, per i profughi siriani, e sotto gli alberi poi, per i profughi eritrei.  Finchè alla fine c’è stato il Centro di accoglienza e smistamento alla Stazione Centrale, dove tutti sono accolti allo stesso modo.

Le foto foto che girano e invadono il web, mostrano in genere solo i momenti più terribili di questi esodi, bambini morti, sotto le bombe, o nelle acque del mare.

Da uno studio condotto in Germania sui problemi psicologici dei bambini profughi, è emerso che un terzo di essi soffre di disturbi psichici. Che poi la diagnosi sarebbe una sola, il classico disturbo post traumatico da stress. Lo studio è stato condotto su cento bambini profughi, da tre medici, con un esame di tre ore per ciascun bambino.

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Lo studente e la cipolla

cipollaNegli ultimi giorni imperversa in rete una significativa citazione di Daniel Pennac: "I nostri studenti [...] non vengono mai soli a scuola. In classe entra una cipolla: svariati strati di magone, paura, preoccupazione, rancore, rabbia, desideri insoddisfatti, rinunce furibonde accumulate su un substrato di passato disonorevole, di presente minaccioso, di futuro precluso. Guardateli, ecco che arrivano, il corpo in divenire e la famiglia nello zaino. La lezione può cominciare solo dopo che hanno posato il fardello e pelato la cipolla. Difficile spiegarlo, ma spesso basta solo uno sguardo, una frase benevola, la parola di un adulto, fiduciosa, chiara ed equilibrata per dissolvere quei magoni, alleviare quegli animi, collocarli in un presente rigorosamente indicativo".

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Spree Killer

Roseburg, Oregon: uccise  10 persone, ferite altre 13 all'Umpqua Community

roseburgPer il Federal Bureau of Investigation (FBI) l'assassino che uccide più persone in un'unica azione esecutiva e in un unico luogo rientra nella tipologia dell'omicidio/suicidio di massa. Lo spree killer o omicida compulsivo è colui che compie un'azione omicidaria in  uno spazio breve e nello stesso luogo. Dopo la strage solitamente lo spree killer si suicida oppure si fa uccidere non deponendo l'arma nel conflitto. L'omicida desidera essere ucciso.

Il mass killer,  che compie questa azione violenta e distruttiva per gli Altri e per Sé, resta nell'ombra fino all'ultimo momento, si mimetizza nella quotidianità, evita di esprimersi pubblicamente, mantiene un  tono basso, si comporta come un solitario, evita di farsi notare fino all'ultimo e nell'ambito familiare si colloca in una posizione marginale. E' tendenzialmente un solitario.

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Perché un blog su Psicologia e Lavoro

psicologia e lavoroIl lavoro è una componente importante della vita di ciascuno di noi. La necessità di sostentamento è solo una delle tante dinamiche che si intrecciano su questo tema fortemente legato all’identità della persona, al suo progetto di vita, alla continuazione della storia della sua famiglia.

Passiamo buona parte della nostra vita lavorando, cercando di stringere relazioni favorevoli per guadagnare consenso e migliorare le nostre opportunità di carriera, ma spesso sottovalutiamo tutti i processi che ci conducono a realizzare i nostri obiettivi, oppure a mortificarli.

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Il linguaggio del corpo è il riflesso del nostro stato emotivo

riflesso di uno stato emotivoPensiamo per un attimo di trovarci in una sala d’attesa; improvvisamente davanti a noi si siede una persona che ci risulta particolarmente antipatica.

Non vogliamo esser tanto scortesi da dirgli: “mi sei antipatico, non voglio vederti, vai a sederti da un’altra parte”, però possiamo aprire il giornale e mettercelo davanti facendo anche finta di leggere, non diremo niente, non emetteremo alcuna parola, ma la frase “mi sei antipatico” trasparirà con egual forza e di certo sarà recepita dal nostro sgradito ospite.

Quindi non è assolutamente necessario il verbale per comunicare, il nostro para-verbale e non verbale ricoprono una percentuale talmente grande nella torta della comunicazione che potrebbero, da soli, influenzare tutto un comportamento.

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