Dulcis in fundo: Lavorare nella scuola o per la scuola?
Concludiamo questa settimana una lunga analisi condotta tra aspettative e realtà in relazione all’intervento psicologico a scuola. Tale analisi ha un obiettivo: trasformare la “richiesta” di intervento in “domanda” consapevole per distinguere la differenza tra il lavorare nella scuola e il lavorare per la scuola in quanto, come sottolineavo qualche settimana fa, l’utilizzo del “per” la scuola sottende impostazioni teoriche e modelli d’intervento differenti.
Bisogna quindi partire dalla mission affidata alla scuola che nel tempo è cambiata: fino a qualche anno fa il compito della scuola consisteva nel tramandare alle nuove generazioni modelli culturali, sistemi di conoscenze e strumenti simbolici che permettevano agli studenti di entrare a far parte del mondo adulto.
Docenti e allievi si riconoscevano in un modello culturale condiviso che orientava e rendeva prevedibile ed efficace l'organizzazione del lavoro. Tali regole erano a monte della relazione docente-allievo. Oggi la situazione è cambiata, in quanto la molteplicità delle informazioni pone alla scuola sempre nuove sfide: più che insegnare contenuti è opportuno focalizzarsi sulle competenze necessarie per entrare nel mondo adulto e partecipare a una continua costruzione collettiva, al passo coi tempi.
Se da una parte la scuola deve essere pronta ad accogliere tale sfida, dall’altra la psicologia non può più rispondere con una modalità univoca di sola impostazione clinica “normalizzante”.
Quando una scuola si rivolge ad uno psicologo per affrontare un problema, è perché da sola non riesce a trovare una soluzione, in quanto si trova in una situazione che Salvatore e Scotto di Carlo definiscono di crisi di decisionalità. A questa la psicologia può rispondere aderendo al modello obsoleto che ha generato la crisi o può porsi l’obiettivo di trasformare la “richiesta” in “domanda” competente, promuovendo contemporaneamente la capacità di sviluppo del committente.
Ciò impone una riflessione che ha importanti risvolti dal punto di vista metodologico:
- nel modello “lavorare nella scuola” l’oggetto dell’intervento psicologico sono i soggetti-utenti da riportare alla normalità. Gli studenti, in quanto “utenti” infatti hanno dei bisogni che devono essere soddisfatti, per cui ogni scarto dalla norma deve essere risolto e superato;
- nel modello “lavorare per la scuola” lo psicologo è invece uno strumento per incrementare la capacità del committente: è fondato su obiettivi di sviluppo e sulla dimensione di progettualità del cliente. In definitiva, il modello lavorare per la scuola realizza in ambito psicologico scolastico la logica del cliente e del servizio.
Dal punto di vista metodologico la differenza è determinante, in quanto non dà per scontata la cooperazione tra docenti e classi, al contrario, assume che le regole del gioco vadano costruite nella negoziazione tra gli attori coinvolti.
Il modello fondante è quello definito da Carli e Paniccia dell’analisi della domanda nel quale lo psicologo, da consulente, partendo dalla “crisi di decisionalità” del docente potrà implementare un intervento capace di trasformare il vincolo in risorsa, non rispondendo pedissequamente alla sua richiesta, ma ponendogli un obiettivo “meta” capace di generare processi di cambiamento e di sviluppo. Per la scuola questo passaggio implica una cambiamento del proprio modo di lavorare, in quanto il contesto non si pone più come specchio rifrangente delle difficoltà ma si adegua in ottica inclusiva ai diversi bisogni degli alunni.
Nel modello psicologico PER la scuola la risposta della psicologia è dunque promotrice di cambiamento, in quanto l’intervento psicologico , ad una classe generale di processi. Ciò significa pensare alla psicologia come un sapere metodologico, capace di interrogare con una specifica prospettiva interpretativa, un insieme vasto di fenomenologie.
Bibliografia
- Carli, R. (2001). Culture giovanili – Proposte per un intervento psicologico nella scuola. Milano: Franco Angeli.
- Carli, R. Paniccia, R.M. (2003). Analisi Della Domanda. Bologna: Il Mulino.
- Improta, A. (2015). Intervento psicologico per la scuola e metodi narrativi. Strategie per la costruzione dell’intervento. Francavilla al Mare: Psiconline.
- Salvatore, S., Scotto Di Carlo, M. (2005). L’intervento psicologico per la scuola. Roma: Carlo Amore.
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