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Psicologi a scuola

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Emergenza dispersione

Emergenza dispersione

Lo scopo della scuola è quello di
trasformare gli specchi in finestre.
(Sydney J. Harris)

Dopo una lunga pausa riprende il blog Psicologi a scuola.

Nel rilanciare il blog ho quindi pensato un taglio più operativo, con schede scaricabili e utilizzabili. Ho pensato infatti di rendere disponibile per i lettori un percorso strutturato sul metodo di studio che, congiuntamente all'aspetto emotivo, rappresentano a mio avviso una concreta possibilità per promuovere l'inclusione e contrastare la dispersione.

Dopo il primo articolo di presentazione del contesto e delle motivazioni che mi hanno spinto a dare questo taglio, i post successivi saranno quindi corredati di schede scaricabili e utilizzabili in classe.

È indubitabile, infatti, che la situazione di pandemia prolungata ha creato una “disaffezione” alla scuola e, quelle che ne sono maggiormente colpite, sono soprattutto le fasce deboli e in svantaggio socio-culturale. Ciò ha provocato una mancanza di interesse e motivazione nel continuare a frequentare la scuola, soprattutto nelle fasce adolescenziali.

Le restrizioni alla vita sociale in generale e alla vita scolastica in particolare, insieme alla tempesta mediatica, hanno generato una pandemia di aggressività, una pandemia di evitamento e una pandemia di regressione (Zac de Filc, 2020) favorendo una disorganizzazione delle routine che strutturano la vita familiare e lavorativa.

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Oltre al rischi di appiattimento sulle richieste cognitive, la disparità di connettività e di uno adeguato delle TIC hanno determinato una situazione molto difficile, tanto dal punto di vista cognitivo, tanto da quello emotivo. Tali affermazioni sono suffragate da dati statistici: il report Istat 2021 riporta i dati relativi agli spazi in casa e le dotazioni informatiche di cui hanno potuto usufruire gli studenti durante l’emergenza Covid-19. Tali dati evidenziano forti differenze territoriali e di classe sociale per quanto riguarda le dotazioni informatiche dei ragazzi. Prima della crisi pandemica, negli anni 2018-2019, il 12,3% dei ragazzi tra 6 e 17 anni (850 mila) non aveva un computer o un tablet a casa e la quota raggiunge quasi un quinto nel Mezzogiorno (Cascioli, R., 2021)  Tale disparità, con la fase pandemica, ha incrementato maggiormente il fenomeno della dispersione scolastica (Di Frangia, D. 2021). Il tema della dispersione scolastica è conseguenza più complessa di un fenomeno sociale legato a molteplici altri fattori che lo determinano, come ad esempio “la situazione socio-economica della persona, il background formativo della famiglia, i fattori di attrazione del mercato del lavoro, il rapporto con la scuola e con i programmi educativi offerti, le caratteristiche individuali e caratteriali della persona” (Cascioli, R., 2021). Per "Save the Children" la pandemia e le crisi climatiche sono tra le cause principali dell'abbandono scolastico. In Italia, la dispersione è al 23%, questo significa a conti fatti, che 1 studente su 5 viaggia sulla strade della dispersione scolastica (Milano, R., 2021).

In Italia, a settembre 2021 per l’avvio del nuovo anno scolastico, è stato pubblicato un Vademecum di WeWorld, realizzato insieme da Alberto Pellai (medico e psicoterapeuta), per sostenere chi doveva affrontare il rientro a scuola “portando sui banchi molte nuove fragilità” (Pellai, A., 2021).

La pandemia ha cambiato, dunque, il volto della scuola che sempre più deve essere attenta ad ascoltare le emozioni, avvalendosi anche del supporto di esperti. Se le emozioni restano incomprese o peggio ancora non ascoltate nel contesto scolastico, cosa succede? Provare emozioni, è quello che spesso vogliono la maggior parte delle persone, ma non saperle riconoscere è la triste conseguenza di non sfruttarle come punti di forza nelle relazioni sociali e di conseguenza nell’imparare a favorire l’apprendimento durante il percorso scolastico. Amalia Torres, riprende l’affermazione di Marc Brackett  (fondatore e direttore del Centro per l’Intelligenza Emozionale dell’Università di Yale): «Cuando tienes sentimientos desagradables, aprender es casi biologicamente imposibile» (Torres, A., 2021).

Un intervento che intenda essere di supporto a scuola deve quindi, necessariamente, guardare tanto l’espetto cognitivo, quanto quello emotivo.

In questa prospettiva ho pensato di proporre in ogni post uno strumento operativo che, con la guida di uno psicologo a scuola, può essere utile nella prospettiva di rendere ciascuno studente consapevole di come affronta lo studio. Il percorso assume ora un significato più pregnante, in quanto pone ciascuno in grado di “farcela”. Un percorso dunque motivante per docenti e studenti nella prospettiva dell’inclusione e della lotta alla dispersione scolastica.

Sta a noi dunque verificare se attraverso un intervento sul metodo di studio sia possibile motivare gli alunni all’apprendimento potenziando contemporaneamente l’autostima.

In maniera costruttiva e operativa vi aspetto dunque al prossimo post…

 

Bibliografia

 

 

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Consapevolezza emotiva e strategie di apprendiment...
L'Uovo Magico: finali alternativi
 

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