Il suono della campanella
Il suono della campanella è quello che molti studenti sentiranno in questi giorni, che sancisce la riapertura delle scuole e che nella nostra memoria ha un significato simbolico: ci ricorda l’inesorabile trascorrere del tempo che segnava il passaggio da un’ora all’altra, da un’ora entusiasmante ad una noiosa o terrificante … giacché la scuola non è solo un luogo di apprendimento ma soprattutto di … emozioni e relazioni.
È indubbio che l’esperienza scolastica rimanga impressa nella memoria di ciascuno, a dispetto del tempo, che cancella tante cose ma conserva i “ricordi di scuola”.
A scuola si intessono nuove relazioni le quali diventano la rappresentazione di un mondo “altro” a quello familiare e allargano gli orizzonti conoscitivi e relazionali:
- la relazione con i coetanei, dalla scuola dell’infanzia alla scuola superiore, rappresenta una possibilità di incontro con l’altro da sé ma anche di scontro, che, in alcuni casi, può anche causare sofferenza;
- la relazione con gli insegnanti, adulti di riferimento differenti dai propri genitori: spesso diventano un punto di riferimento, dei confidenti con i quali confrontarsi sui propri momento di smarrimento, o al contrario, vengono detestati per la loro rigidità e il loro anacronismo;
- le discipline scolastiche stesse, sebbene settoriali, presentano allo studente una “fetta” di saperi, che starà poi alla capacità dei docente aiutare a “digerire” e ad integrare, promuovendo lo sviluppo del sapere critico che dovrebbe possedere ogni cittadino consapevole.
Scrive infatti Gritti (2015): “La propria esperienza di studente, dall’infanzia alla giovane età adulta, rimane impressa nella memoria di ciascuno di noi in maniera vivida [perché] c’è qualcosa di quella esperienza che sostiene il ricordo e che alimenta aspetti della nostra identità …. Sui banchi di scuola si ascoltano storie di eventi, descrizioni di luoghi e circostanze, sintesi di concetti con il tramite della parola dell’insegnante. Ma la parola costruisce una relazione con lo studente che è, al tempo stesso, dialogica e narrativa. Tanto le discipline umanistiche quanto quelle scientifiche sono trasmesse e vivificate da questa specifica forma del legame interpersonale fra docente e studente. Tuttavia ciò che rimane impresso nella memoria non è tanto il contenuto della narrazione quanto la relazione con l’insegnante-narratore. L’effetto è che, molti anni dopo, ricordiamo i nostri anni di scuola non per le nozioni che allora avevamo appreso, spesso del tutto dimenticate, ma per dei legami di allora con gli insegnanti ed i compagni di classe”.
Metaforicamente il suono della campanella vuole rappresentare l’avvio di tale rubrica di psicologia scolastica, nella quale si discuteranno temi di attualità in relazione alla scuola italiana e al dibattito che la anima, cercando di tratteggiare un quadro “impressionistico” focalizzando di volta in volta i temi più significativi di questo mondo variegato.
Non mi resta altro di augurarvi buona lettura, nella speranza di “centrare” gli argomenti di maggiore interesse.
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