Le vacanze natalizie: riposo o recupero?
In occasione dell’avvicinarsi delle vacanze natalizie vorrei avviare una riflessione sul senso della vacanza a scuola come opportunità per rigenerarsi.
Molti insegnanti avverseranno quello che leggeranno, in quanto ritengono che in un lungo periodo di vacanza gli studenti perdano la concentrazione e interrompano il ritmo di apprendimento, di qui giù a caricare di compiti gli alunni, allo scopo di rimettersi subito in marcia al rientro dalle vacanze. A mio avviso, da psicologa e insegnante, nulla è più sbagliato in quanto se ci rifacciamo all’etimologia[1] della parola “vacanza” vediamo come il termine derivi da “vacantia” (neutro plurale sostantivato di vacans, participio presente di vacare) il cui significato è essere vuoto, libero.
La parola “vacanza” ci ricorda quindi di per sé un vuoto piacevolissimo, un vuoto che è libertà. Giorni vuoti dal lavoro, dallo studio, dai vari impegni quotidiani - in cui i ritmi possono rallentare, in cui si può dormire di più, fare quello che ci pare. Perché quindi se noi adulti abbiamo bisogno di un periodo di meritato riposo non devono farlo anche i nostri studenti? In particolare mi riferisco ai bambini della scuola primaria, ancora soggetti alle indicazioni dell’adulto, per i quali spesso questo periodo anziché di vacanza diventa di lotta con i genitori. Diverso è per gli adolescenti che spesso riescono a organizzarsi “svicolando” o “approfondendo” i propri studi in maniera più autonoma … ma questo è un altro discorso, legato alle trasformazioni di un’età in cui l’autonomia e l’oppositività, anche se fa disperare i genitori, è un passaggio necessario per la costruzione dell’identità e per entrare a far parte del mondo adulto.
Del resto le vacanze natalizie durano due settimane in tutti i paesi europei, quindi l’Italia non fa eccezione, tuttavia in altri paesi sono previsti periodi più lunghi di vacanza anche in altri periodi, proprio perché si ritiene il riposo fondamentale per rigenerarsi e partire con maggiore carica (contrariamente a quanto ritengono coloro che caricano i bambini di compiti). In Francia, ad esempio, a Carnevale e a Pasqua le scuole sono chiuse per due settimane; in Germania ci sono ben 11 giorni di pausa da distribuire nel calendario scolastico tra aprile e giugno, contro i 4 italiani, in virtù dell’autonomia.
Gli studenti italiani hanno meno giorni di scuola rispetto ai compagni europei? Questo è un altro mito da sfatare, infatti se confrontiamo la durata media dell'anno scolastico in Europa[2] scopriamo che per l'istruzione obbligatoria è di 185 giorni, mentre in Danimarca, Italia, Olanda e Liechtenstein è di 200 giorni. In Bulgaria, Lettonia e Lituania la durata dell'anno scolastico aumenta con l'età degli studenti, comincLa riflessione continua la prossima settimana … per ora non mi resta che augurarvi BUON NATALE!!!
[1] https://unaparolaalgiorno.it
[2] https://www.orizzontescuola.it
By accepting you will be accessing a service provided by a third-party external to https://psiconline.it/
Commenti