Tutti mentiamo, ma mentire a differenza di quanto alcuni credono, è un processo difficilissimo, infatti i fattori che bisogna tenere sotto controllo sono numerosi, proprio per questo chi dice una bugia non riesce a controllare ogni aspetto del suo comportamento.
Questo podcast ha una strana storia.
Qualche anno fa, dopo aver fatto un corso di aggiornamento sul linguaggio del corpo tenuto da un docente non italiano), tornando in auto, ripensando ai contenuti del corso (a dir poco terrificanti) ho avuto il tempo di fare un piccolo podcast registrandolo “al volo”, durante una piccola pausa all’autogrill, con il mio telefonino.
I contenuti di quel corso erano abbastanza confusi e incompleti. Il docente insisteva nella differenza tra comunicazione non verbale sul lavoro, nella seduzione o con gli amici.
La conoscenza del linguaggio del corpo, cioè di quei segnali prodotti involontariamente con gesti, movenze, variazioni di postura ed altro, ci consente di conoscere meglio l’altro e quindi di acquisire sicurezza, disinvoltura e di renderci, di conseguenza, più intraprendenti e sciolti nelle nostre interazioni umane.
Capire, ad esempio, nel rapporto con l’altro sesso, se piacciamo ad una data persona, se trova piacevole conversare con noi o, addirittura, se mostra chiari segni di eccitamento sessuale, ci avvantaggerebbe moltissimo in questo senso.
I comportamenti che illustrano questi atteggiamenti sono molteplici, qui ne indicheremo alcuni, rimandando chi è interessato alla letteratura sull’argomento. Per approfondimenti ho già pubblicato qualcosa nei miei precedenti articoli.
L’empatia si attua con parole specifiche, positive e incoraggianti.
Immaginiamo di essere in uno stato d’animo alterato, ad esempio adirati, depressi, oppure malinconici: l’ultima cosa che vorremmo sentirci dire da qualcuno quando siamo in questo stato è “non dovresti sentirti così”, o anche “perché ti senti così?”.
Queste parole non farebbero altro che approfondire lo stato negativo sul quale lo stato d’animo poggia, creando frasi non empatiche, per niente incoraggianti e positive.
Chi conosce la tecnica dell’ascolto empatico non si esprime con frasi del genere; inoltre, altra cosa che eviterebbe è il NON dare soluzioni per l’interlocutore, semmai lo aiuta a trovarle da solo.
L’ammiccamento è la contrazione involontaria delle palpebre, o meglio, chiusura involontaria e veloce delle palpebre seguito dalla riapertura delle stesse.
Questo è il tema del video che andremo ad analizzare oggi per interpretare un tipico segnale non verbale: l'ammiccamento.