In questo testo l'autore critica l'isolazionismo delle associazioni psicoanalitiche tradizionali rispetto alle altre scienze psicologiche e la loro diffidenza di fronte alle neuroscienze. Queste oggi indagano l'affettività inconsapevole, come da sempre la psicoanalisi, con altri strumenti e altro linguaggio.
In questo quadro l'autore rileva come la teoria energetico-pulsionale di Freud, pur contraddetta dal progresso scientifico, sia rimasta a caratterizzare, quasi mostro sacro, una religiosità che si rileva sottesa allo spirito delle istituzioni psicoanalitiche: l'icona di Freud. Un tale spirito si accompagna a una confusione tra teorie psicoanalitiche diverse e tra di loro spesso incompatibili.
A questa confusione teorica e a una orgogliosa chiusura entro una propria presunta unica ortodossia, l'Autore imputa una cattiva immagine sociale, in cui la psicoanalisi è andata incontro in questi ultimi anni. Un ex presidente dell'IPA, Otto Kernberg, ha preconizzato un suicidio delle istituzioni psicoanalitiche.