Articles Tagged ‘paternità’
Gli scenari della paternità nella psicologia contemporanea. Sfide, fragilità, orizzonti
La famiglia contemporanea si fonda su una diversa idea di genitorialità, le cui funzioni sono condivise all'interno della coppia parentale che co-costruisce la propria rappresentazione e il proprio significato dell'essere genitori.
Grandi uomini, piccoli padri
Galilei costrinse la figlia alla vita monastica fin dall’adolescenza; Rousseau, considerato il fondatore della pedagogia moderna, ebbe cinque figli e, appena nati, li affidò tutti all’Ospizio dei Trovatelli; Manzoni, il campione della pietas cristiana, non esaudì mai le accorate richieste di visita della figlia Matilde, finché la giovane, malata di tisi, morì a 26 anni; Tolstoj fu un padre controverso ed egocentrico, incapace di qualsiasi manifestazione d’affetto; Einstein, genio dei geni, cancellò ogni traccia della figlia Lieserl, che tra l’altro non vide mai; il grande Charlie Chaplin, indimenticabile “padre” nel film Il vagabondo, detestava i bambini e fu un genitore irascibile e dedito solo al suo lavoro.
Il desiderio in una prospettiva evolutiva
Perché uno psicologo psicoterapeuta dovrebbe mantenere un atteggiamento critico verso il mondo contemporaneo, nei confronti dello spirito del suo tempo, mettendo ad esempio in discussione un legittimo desiderio di maternità e/o paternità?
DOTT. SERGIO STAGNITTA
“Alle volte l’anima desidererà ed effettivamente desidera una veduta ristretta e confinata in certi modi, come nelle situazioni romantiche. La cagione è il desiderio dell’infinito, perché allora in luogo della vista lavora l’immaginazione, e il fantastico sottentra al reale. L’anima s’immagina quello che non vede, che quell’albero, quella siepe, quella torre gli nasconde, e va errando in uno spazio immaginario, e si figura cose che non potrebbe se la sua vista si estendesse da per tutto, perché il reale escluderebbe l’immaginario.” (Giacomo Leopardi, Lo Zibaldone)
Influenza reciproca e circolare tra società e individuo
Perché uno psicologo psicoterapeuta dovrebbe mantenere un atteggiamento critico verso il mondo contemporaneo, nei confronti dello spirito del suo tempo, mettendo ad esempio in discussione un legittimo desiderio di maternità e/o paternità?
DOTT.SSA SIMONA ADELAIDE MARTINI
Aristotele, IV secolo A.C., nella “Politica” definisce l’uomo un animale sociale, teso ad aggregarsi ai suoi simili per costituire un nucleo sociale. Una sorta d’istinto primario che porta gli individui a cercare altri individui, al fine di creare un gruppo di condivisione e coesione.
Darwin (L’origine della specie, 1859) si occupa a lungo della questione socialità, osservando e studiando il branco di animali. Ottiene la conferma dell’istinto primario di aggregazione e il bisogno di stare vicino ai propri simili per ottenere sostegno, aiuto e protezione.
L'esperto della psiche non può esimersi dal confronto
Perché uno psicologo psicoterapeuta dovrebbe mantenere un atteggiamento critico verso il mondo contemporaneo, nei confronti dello spirito del suo tempo, mettendo ad esempio in discussione un legittimo desiderio di maternità e/o paternità?
DOTT.SSA SIMONETTA PUTTI
Condividendo le idee e motivazioni espresse, quelle che peraltro hanno costituito l’assetto di base dal quale ci siamo mosse per scrivere il libro a più mani “Utero in Anima”[1], posso soffermarmi qui su pochi ulteriori spunti.
Io penso che l’esperto della psiche, e soprattutto chi con la psiche del paziente si confronta quotidianamente, non possa esimersi dal compito di essere nel mondo.
La famiglia adolescente
«Noi volevamo costruire una famiglia diversa da quella che avevamo avuto. Volevamo colmare ogni distanza, liberare i nostri figli da ogni autoritarismo, diventare un sol corpo con loro. Ci siamo illusi di avvicinarli. E, invece, eravamo arrivati solo allo strato più esterno ed estrinseco.
L’abbiamo trasformata alla radice. Ma che famiglia abbiamo costruito?»
La Grande Madre è ormai una Grande Macchina?
Perché uno psicologo psicoterapeuta dovrebbe mantenere un atteggiamento critico verso il mondo contemporaneo, nei confronti dello spirito del suo tempo, mettendo ad esempio in discussione un legittimo desiderio di maternità e/o paternità?
DOTT.SSA VALERIA BIANCHI MIAN
Un professionista che lavori con e attraverso la relazione terapeutica può e deve condividere le proprie riflessioni, se queste esulano dalla pratica clinica vis-à-vis con il paziente o con i gruppi? Il suddetto professionista può e deve rivolgersi con sguardo curioso verso il confronto multidisciplinare, avviando addirittura discussioni con sociologi, filosofi, magari persino letterati e giornalisti, relativamente a tematiche più o meno nuove come, per fare un esempio, la questione GPA (maternità surrogata)?
La paternità nella psicologia primitiva
Nel 1913 un giovane antropologo polacco, Bronislaw Malinowski, pubblicò un libro su La famiglia fra gli aborigeni australiani che fece epoca perché spazzò via tutte le vedute dominanti sulla famiglia «selvaggia» o extraoccidentale dove si riteneva imperassero la promiscuità sessuale o il matrimonio di gruppo.
Le mani della madre. Desiderio, fantasmi ed eredità del materno
Dopo aver indagato la paternità nell'epoca contemporanea con "Il complesso di Telemaco" e altri libri, Massimo Recalcati volge lo sguardo alla madre, andando oltre i luoghi comuni, anche di matrice psicoanalitica, che ne hanno caratterizzato le rappresentazioni più canoniche.