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on . Postato in Adolescenza | Letto 882 volte

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Antonio M., 41 anni (31.3.2000)

Buonasera, mi chiamo Antonino M., esercito la professione di avvocato in Rxxxxxxxxxx, ho 41 anni, sono separato da 7, ho un figlio di 14 anni.
Appunto per avere qualche delucidazioni su mio figlio che Vi scrivo.
Gianpaolo, questo il nome di mio figlio, in questo periodo attraversa un periodo particolare.Gianpaolo aveva, sino a circa un anno e mezzo fa, con me uno splendido rapporto. Da quando sono andato a vivere con la mia nuova compagna è scoppiato l'inferno e, quasi sempre, mi rifiuta. Eppure prima della mia convivenza stava benissimo sia con me che con la mia compagna.I rapporti si sono lentamente deteriorati, non in modo irreversibile, perchè, comuque, ci vediamo, e io lo chiamo anche dieci volte al giorno. Un'altro grave problema è la scuola: non sta frequentando da circa un mese la scuola, perchè dice che non sopporta l'orario ( 8,00- 17,300) e mi rimprovera di avere sceleeto una scuola sbagliata. Lo prego di andare a scuola per non perdere l'anno, ma non ci riesco, quasi che compisse un gesto autolesionistico. Eppure l'acconto in tutti i modi ( moto,telefonini e quant'altro). Con la mamma non ho purtroppo un buon rapporto, ci sono pure delle cause in corso, ma quando è disperata mi chiama per interveenire. Ma il mio intervento non sortisce mai alcun effetto su Gianpoalo, il quale non fa che bistrattarmi e trattarmi male anche davanti ai suoi compagni.Io capisco che ha qualche disagio, ma non riesco a capire come mi devo comportare se come padre, o amico-complice, non so come prenderlo: se con le buone o con le cattive maniere. Oggi pomeriggio gli ho detto che volevo uscire con lui, ma mi ha chiuso il telefono in faccia. Che devo fare?Gianpaolo si addormenta a tarda notte, fuma, aveva cominciato a frequentare cattive compagnie, ma siamo risuciti a farlo rientrare nei ranghi in poco tempo. Gianpaolo ha una grande sensibilità, ma non capisco certi suoi comportamenti violenti nei confronti miei e di sua madre. E' sempre nervoso, ha qualche tic, non vuole andare da nessun medico. Mi date qualche indicazione?
Grazie, aspetto risposta.

Gentile Sig. Antonio crediamo che Gianpaolo stia soffrendo e stia cercando di attirare la vostra attenzione e le vostre cure con questo atteggiamento di pesante rifiuto verso tutto e tutti. Forse il fatto che suo padre si sia costituito una nuova famiglia (la Sua compagna si è, di fatto, trasformata in una nuova moglie) lo fa sentire in pericolo, abbandonato, preoccupato. Forse ha bisogno di comprensione e di affetto più che di regali e comunque è meglio trovarsi davanti un padre che non un genitore che vuol fare l'amico! Quelli se li sceglierà lui, ma di una figura paterna, rassicurante e comprensiva, forte e decisa non può farne a meno. Gli si possono anche porre dei divieti (a scuola si va!), senza per questo pensare di fargli del male. Talvolta le regole diventano rassicuranti: significano che c'è qualcuno e qualcosa che ci danno dei limiti, che ci contengono...
Se la situazione diventasse ingestibile e vi accorgete che il dialogo è diventa molto difficile potreste proporgli di incontrarsi con uno psicologo che lo aiuterebbe ad affrontare le paure più profonde che forse lo stanno tormentando in questo periodo di crisi.

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