adolescenza (46159)
Annapaola, 35anni (5.12.2001)
Sono
madre di Andrea che ha 15 anni e la cosa che mi preoccupa è
che da qualche tempo compie piccoli furti. Tutto è cominciato
con la sparizione di denaro in casa, prima i suoi risparmi poco alla
volta, poi soldi presi nella borsetta della mamma o della nonna fino
ad arrivare al furto di dolci al bar della piscina della scuola, cosa
che gli è costata, dopo una sua confessione "spontanea" al
professore, sei giorni di sospensione.La cosa di cui non mi capacito
è soprattutto che mente spudoratamente su ogni argomento e
alla damanda relativa alla provenienza dei soldi, che a volte
involontariamente o volontariamente mostra, risponde con le
più incredibili assurdità finendo ogni volta per fare
tragedie "greche". Voglio precisare che io ed il padre siamo
divorziati, che il ragazzo vive con me e mio marito da otto anni, con
il quale ha un buon rapporto ma conflittuale quando tenta di
educarlo, che con il padre non abbiamo buonissimi rapporti sopratutto
in relazione alle puninizioni che intendiamo dargli, che il nostro
è un ceto sociale medio. Non so come mi devo comportare, se
tutto questo ha un'origine caratteriale o deriva dalla
conflittualità tra me e suo padre. Vorrei una vostra opinione
in merito, anche privatamente e a pagamento. Vi ringrazio
anticipatamente, il vostro sito è veramente utile.
Annapaola.
Gentile
sig.ra Annapaola, dal suo messaggio si percepisce chiaramente la sua
preoccupazione per Andrea. Spesso i genitori sono giustamente
sconcertati da questi comportamenti, avendo difficoltà ad
individuarne le motivazioni e la risposta. L'adolescenza è un
periodo molto delicato, in cui è alto il rischio di
manifestare problemi di psicopatologia o di disadattamento sociale
(Rutter, 1983), così come è frequente l'esacerbarsi
della conflittualità con i genitori. Alcuni ricercatori
americani (Reid J. e Patterson G. R.) che hanno condotto studi
ventennali sulla condotta aggressiva hanno osservato che spesso la
difficoltà del genitore di esercitare un controllo, in senso
positivo ovviamente, si esprime molto spesso in condotte aggressive
dette <<covert>>, cioè rubare, dire bugie
etc..
Purtroppo accade, talvolta, che i genitori si accorgano dopo diverso
tempo della presenza di questi comportamenti e nel qual caso si
riducono le possibilità di interventi precoci, che invece
sono fondamentali. Sicuramente, il primo passo è individuare
correttamente tutte le componenti del problema che mi ha descritto:
da quanto tempo si verificano questi comportamenti; quale funzione
hanno per Andrea; come utilizza i soldi sottratti o gli oggetti di
cui si appropria; qual'è la vostra reazione, quella di suo
padre, quella degli altri adulti significativi, dei compagni, degli
amici etc..; se frequenta un gruppo amicale che manifesta
comportamenti devianti o "a rischio"; se nel passato Andrea è
stato esposto a modelli di adulti significativi aggressivi; se
presenta anche altri comportamenti aggressivi nella relazione con gli
altri etc..Fattori importanti nell'insorgenza di questi problemi
è la modalità in cui si svolgono le relazioni familiari
ed il tipo di strategie educative utilizzate. Indicherò di
seguito alcuni di questi fattori: -l'uso frequente di punizioni
fisiche aumenta di fatto i comportamenti disfunzionali e logora la
relazione con il figlio; - l'incoerenza genitoriale espressa in modo
sistematico, cioè quando per esempio la madre indica una
regola ed il padre sistematicamente la smentisce o viceversa ed anche
l'incoerenza nello stesso genitore, che a volte punisce ed a volte
permette lo stesso comportamento; - presentazioni sistematiche di
modelli aggressivi; - incapacità a conttare, a cercare un
accordo, irrigidendosi sulle proprie posizioni, aumentando
conseguentemente il grado di conflittualità nella relazione.
Da quanto mi riferisce un aspetto che non andrebbe sottovalutato
è la possibile funzione che il comportamento di Andrea
potrebbe avere nella conflittualità delle relazioni familiari,
soprattutto tra lei ed il padre naturale. Probabilmente il primo
effetto più evidente di questa situazione è stato di
concentrare l'attenzione di tutti voi su Andrea e magari costringere
lei ed il suo ex marito a confrontarvi e a discutere.
Si deve sottolineare che l'attribuzione a fattori esclusivamente
biologici ed innati di comportamenti, quali quelli di Andrea
allontana dalla possibile soluzione del problema, in quanto
introduce in modo implicito il concetto d'immodificabilità, se
non con strumenti che incidano sul terreno biologico (farmaci) o
genetico, vanificando ogni possibilità d'intervento
psicologico ed educativo o più in generale psicosociale.
Spesso, proprio questo tipo di convinzioni ci fanno sentire in un
certo senso tanto "rassicurati"... Sicuramente è innegabile
una base biologica nel comportamento umano, ma non dobbiamo
dimenticare che il cervello è estremamente plastico ed
adattabile, quindi, fortemente influenzato dall'ambiente.
La stessa componente biologica ha dotato l'uomo di una notevole
capacità non solo di apprendere, ma anche di learning to learn
(imparare ad imparare). Un suggerimento è di porre tutti
attenzione a non vedere Andrea come "tutto" negativo, perchè
questo potrebbe indurre altri seri problemi, ma di essere attenti a
sottolineare le positività che comunque egli possiede. Per
chiudere vi consiglio di affrontare il problema presto, con un
esperto psicoterapeuta (preferibilmete che abbia esperienza di
problemi con gli adolescenti) in quanto l'intervento precoce in
questi casi fornisce di per se una prognosi positiva. L'intervento
dovrà essere articolato e complesso (individuale, familiare ed
ambientale), ma anche probabilmente lungo.