Emotività (078631)
Valerio, 45 anni
Desidererei sapere che tipo di approccio devo impostare per cercare di risolvere
il problema di emotività di mia figlia di 13 anni.
Premesso che vive in un ambiente familiare sereno (il nucleo familiare comprende
anche il fratello di sei anni), ci siamo resi conto che sta incontrando una
serie di difficoltà che riesce a risolvere soltanto con il pianto.
Timida e piuttosto introversa, non parla con noi dei suoi problemi e gli episodi
di crisi ci sono riferiti da altre persone.
Gli episodi più recenti si sono verificati a scuola in un paio di occasioni
differenti.
Nel primo caso non ha retto allo stress di un'interrogazione dal posto (non
alla cattedra) e ha sentito
il peso di essere osservata dai compagni di classe. Nel secondo caso è
stata ripresa perché stava discutendo con una sua compagna e ha reagito
rispondendo male alla professoressa e scoppiando a piangere. Ma a preoccuparci
maggiormente
è il fatto che utilizzi questa soluzione non solo nelle situazioni determinate
dall'imposizione di un determinato comportamento, come può essere appunto
l'ambiente scolastico. Infatti ci è stato riferito che il problema si
ripete anche in ambito sportivo, nelle lezioni di equitazione che lei stessa
ha scelto come sport.
Quando l'istruttore la riprende per un movimento non corretto si innervosisce,
abbandona il campo e piange. I tentativi di comprendere il suo disagio sono
sempre falliti, poiché ai vari tipi di approccio, più o meno dolci,
ha risposto con il silenzio o con il pianto.
Come è possibile capire da che cosa derivi la sua insicurezza se non
riusciamo a comprendere il suo stato d'animo?Cordilamente.Valerio
Gentile signor Valerio,
la descrizione articolata delle manifestazioni di sua figlia, ad un primo impatto
mi fanno ipotizzare a manifestazioni di ansia da prestazione.
Questa, infatti, si scatena tutte le volte che non ci sentiamo capaci di svolgere
un compito e ci sentiamo esposti al giudizio degli altri. Elemnti questi, che
mi sembrano abbastanza presenti nelle descrizioni riportate.
Bisognerebbe capire come mai la ragazza di fronte al compito si sente così
inadeguata e cosa rappresenta per lei eventualmente un fallimento, tanto che
quando questo si verifica non si può propio tollerare. Mi chiedo se sulla
ragazza ci sono aspettativealte da parte delle figure di riferimento. Sarebbe
utile rivolgersi ad uno psicologo ed effettuare una breve consulenza per fare
chiarezza sulle difficoltà della ragazza che oltretutto si confronta
con una delicata fase del ciclo della vita, l'adolescenza.
Forse è anche spaventata dai compiti evolutivi verso i quali non si sente
ancora pronta e un breve percorso psicoteraputico potrebbe aiutarla a superare
le difficoltà che in questo momento le sembrano insormontabili.
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