Fuga (145488)
Erika 18
Ciao sono E. ho 18 anni ed è da un anno circa che sto progettando di scappare di casa per andare a studiare all'estero, adesso ho finalmente trovato un lavoro e dopo gli esami di stato me ne andrò definitivamente (sperando di non incontrare complicazioni). Anche se i miei genitori mi hanno sempre trattata male e fatta sentire un'incapace sin da quando ero piccola sento che qualcosa mi blocca quando penso alla partenza, forse il fatto di non avere più possibilità di ripristinare quel minimo di rapporto che mi sarebbe sempre piaciuto avere o forse perché in realtà mi sento colpevole di tutto. Mi piacerebbe partire con il loro appoggio non tanto perché gli voglia bene o possa sentire la loro mancanza (cosa che non accadrà sicuramente mai) ma per avere la certezza di non essere lasciata completamente sola al mio destino. Ogni volta che tocco l'argomento mi aggrediscono (nel senso che mi urlano letteralmente contro e mi impediscono di rispondere) e mi dicono che non sono capace di gestirmi, che non ho talento per studiare e che la laurea che prenderei sarebbe totalmente inutile. Certe volte penso che sia solo colpa mia se si comportano così e passo le serate a piangere, altre volte invece li odio perché per colpa loro ho passato la mia infanzia e la mia adolescenza in modo orribile e non riesco a pensare al mio passato senza che mi ritornino in mente le litigate tremende a cui adesso ho rinunciato perché adesso mi limito semplicemente a rispondere con un si o un no o a tacere quando mi insultano. Io vorrei semplicemente sapere se esista la possibilità di avere un minimo di rapporto e sostegno durante gli studi (non economico a quello ci ho già pensato e comunque sarebbe chiedere troppo, intendo il sostegno di sapere che in caso di problemi ho qualcuno su cui poter "parzialmente" contare) o se devo completamente rassegnarmi ed andare dall'altra parte dell'Europa sapendo di non vederli mai più. Grazie.
Cara Erika, dici che da un anno progetti di scappare di casa, per andare a studiare all’estero.Mi sembra che in realtà sia il contrario, ovvero stai progettando di andare a studiare all’estero per scappare via di casa. Ribalto la tua affermazione, semplicemente per mettere in risalto che c’è un po’ di confusione fra queste due cose. Ovvero si comprende bene che vuoi andare via da casa, ma non si capisce altrettanto bene se desideri veramente andare all’estero o se è l’unico modo che tu senti possibile, per scappare via. Quello che comprendo è che debba essere così difficile allontanarti, separarti dalla tua famiglia, che tu debba andare molto lontano da loro, all’estero, con una motivazione ben valida come lo studio. Come tu stessa metti in risalto, è difficile andarsene, proprio perché non è una buona famiglia, non costituisce un porto sicuro, fonte di alimentazione emotiva. Al contrario, la svalutazione continua, il non riconoscimento e il disconoscimento minano la fiducia in te e la sicurezza della relazione, la sicurezza di avere una famiglia che ti ama e ti appoggia, in qualunque posto tu sia e qualunque sia la tua scelta. Deve essere stata veramente terribile, la tua infanzia! E non da meno la tua adolescenza e comprendo che anche il futuro debba apparire incerto e spaventoso. Malgrado tutto, mi sembra che tu sia stata molto brava a diplomarti e a progettare delle cose buone, valorizzanti e costruttive per te. Certo le loro affermazioni, come il dire che non sei capace di gestirti, che non hai talento, ecc., mirano a tagliarti le gambe e anche le ali, ad impedirti di andare, di volar via, che costituisce la cosa che più li spaventa. Nonostante i tuoi familiari sembrino incapaci di amare in modo accogliente e costruttivo, mostrano un legame forte con te e hanno bisogno della vostra relazione, qualunque essa sia. Si tratta di una relazione sadica, l’unica che probabilmente conoscono, ma pur sempre una relazione, forte e stimolante. Del resto anche tu Erika, per quanto voglia andartene, senti una certa resistenza a farlo a cuor leggero. Ciò avviene perché non hai alle spalle una famiglia calda e amorevole, che c’è qualunque cosa capiti, ma una famiglia che si fa sentire solo nella presenza concreta, con una modalità minacciosa e svalutante. Questo tipo di attaccamento fa temere l’abbandono, proprio in conseguenza dell’allontanamento fisico, in sintonia con il tuo timore di perderli definitivamente. La tua fuga oltretutto, suona come una critica, un giudizio, il rifiuto di ciò che loro sono. In considerazione di ciò non possono approvarti, né desiderare che tu vada. E tu ti ritrovi nell’angoscia continua e perturbante di perderli definitivamente. Perché, per quanto terribili siano sono sempre i tuoi genitori e tutto questo è sicuramente meglio del nulla, dell’assenza totale! Comprendo che sia veramente difficile e disorientante. Dovunque tu fugga Erika, non le cose non cambieranno. Nella distanza, avrai la possibilità di trovare spazi buoni per te, forse relazioni nutrienti, opportunità. Ma questa tua famiglia, te la porterai sempre dietro e finchè non operi una separazione interna, sarai sempre legata a loro dall’angoscia e dalla dipendenza. E’ anche probabile che tu riproduca all’esterno i giochi relazionali appresi in famiglia, perché sono gli unici che conosci. Dovunque tu vada, non li perderai. Ovvero, nel concreto non so se loro ritireranno la loro disponibilità verso di te, di sicuro non perderai le immagini che hai di loro e che porti dentro di te. Quindi, se senti che hai bisogno di andare, fallo! Segui la spinta prevalente che ti porta alla vita. Tieni anche presente però, che devi lavorare su di te e sui genitori dentro di te. Loro non cambieranno, non puoi pensare che lo faranno. Tu però puoi cambiare te stessa, cercando di accettare ciò che loro sono e ciò che di loro ti appartiene. Dovrai cercare la tua valorizzazione, che non è più legata al loro riconoscimento, ma unicamente al tuo! Devi rinunciare a loro, a quello che avresti voluto da loro e a ciò che non sono. Da loro puoi prendere solo ciò che possono darti, come e quando possono farlo. Accettare tutto ciò, ti permetterà di trovare la tua strada all’estero, in casa o in qualunque posto decidi di stare
(Risponde la Dott.ssa Costantini Sabrina)
Pubblicato
in data 12/07/2010
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