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Menzogne in età adolescenziale (127453)

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Rosanna 42

Salve, sono mamma di una ragazza di 12 anni. L'anno scorso mi è stato diagnosticato un carcinoma mammario con metastasi diffuse. La scoperta della mia malattia è avvenuta subito dopo il cambio di residenza. Provenivamo da un piccolo paese di circa 650 abitanti e ci siamo trasferiti in un paese della prima cintura di Torino. Mia figlia era entusiasta di questo cambiamento. Per curare il carcinoma si è dato inizio ad una serie di chemioterapie, che hanno provocato la caduta dei capelli ed altri problemi, ma per fortuna il cancro è regredito quasi del tutto. Dopo l'intervento gli oncologi hanno deciso di proseguire con chemioterapie molto più leggere per evitare una ricaduta. Mia figlia ha affrontato il problema inizialmente con serenità ed era molto affettuosa Nei primi mesi della prima media, pur essendo venuta a conoscenza della mia malattia nel luglio precedente, mia figlia aveva valutazioni scolastiche molto alte, così come era successo durante le elementari, poi di colpo c'è stato un calo ed un sussegursi di gravi insufficienze. Il buon rapporto che avevamo si è conservato, parlavamo per ore nella sua cameretta anche quando la salute non consentiva tanto spazio per noi. Erica ha iniziato pian piano a mentire sulla scuola soprattutto, ma anche a casa con episodi successi davanti ai nostri occhi. Negava e nega tutt'ora l'evidenza. Sta gettando al vento le sue capacità d'apprendimento e si oppone ad ogni nostra richiesta. Per questo le chiedo aiuto: vorrei capire cosa le passa nella mente per poterla aiutare. Grazie Rosanna.

Cara Rosanna, la reazione di sua figlia è, se così si può dire, normale. Anzi, credo che si sia dimostrata abbastanza matura nel non mostrarle il suo dolore mentre la sua mamma era al culmine di una malattia tra le più cattive che possano colpire una persona. Adesso lei sta meglio, e sua figlia, di contro, crolla. E' solo una reazione, ma indica, probabilmente, che non sa fronteggiare il dolore che ha portato dentro nella maniera più adeguata, o che non trova il modo per farlo uscire dopo averlo costretto a restare nascosto. Le consiglio di consultare una psicologa, magari giovane, che la aiuti a sentirsi compresa nel dolore che ancora la divora e a buttare fuori tutta la tensione accumulata, convogliandola giustamente verso il giusto canale di uscita. Spero di esserle stata di aiuto e le faccio i miei migliori auguri.

(risponde la Dott ssa Agnese Tiziana Magno)

Pubblicato in data 06/12/08
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