Serenità e Amore (1451833382177)
Diana, 17
Sono una ragazza di 17 anni e fin da piccola non sono mai stata una persona di tante parole, piuttosto ascoltavo.
Ho due genitori a cui devo tutto e una sorella minore che è il mio esatto opposto: a differenza sua sono una persona molto indipendente, silenziosa e triste, in un certo senso, emotiva.
Di amici non ne ho mai avuti molti, per farmi accettare spesso ero quella su cui tutti potevano contare perchè non dicevo mai di no, le persone mi facevano pena e comunque aiutare infondo mi era sempre piaciuto, non mi andava di essere come tutti gli altri, io ero migliore anche se gli altri se ne aproffitavano. Devo dire che con il tempo sono riuscita a migliorare questo mio piccolo difetto, anche se non del tutto e appena finite le medie ero pronta a ricominciare.
Finalmente cominciavo la mia tanto attesa scuola d'arte. E tutto infatti iniziò a meraviglia, nuovi compagni con cui legai subitissimo, professori simpatici e un nuovo amore. Era la prima volta che un ragazzo si era mai impegnato così tanto per me, sembrava mi volesse davvero vedere felice e infatti ci riuscì come nessun'altro.
Ne avevo già avuti alcuni di ragazzi ma nessuna delle storie era mai stata così importante. Questo ragazzo non era neanche il mio tipo, buffo e pazzo, non si faceva problemi a fare figure davanti a tutti, era allegro e intelligente, tutte doti che mi incuriosivano un sacco. Prima di frequentarci eravamo molto amici, con lui mi sentivo al sicuro, parlavo di qualsiasi cosa, ogni pensiero, qual più strano esso fosse con lui riuscivo a farlo uscire e lui non mi giudicava, mi ascoltava. E io fino ad allora ero mai stata realmente ascoltata.
Fatto sta che questo ragazzo spesso veniva definito come 'gay' (ora io odio dare targhe alle persone e mi scuso con chiunque possa leggere questo testo e sentirti preso in causa, tutti siamo ciò che siamo e tutti dobbiamo essere liberi di esserlo). Comunque veniva definito così, aveva alcuni atteggiamenti che potevano farlo pensare e di amicizie ne aveva solo con ragazze ma questo non importava, infondo voleva sempre stare con me nonostante io inizialmente lo volessi solo come amico. Così mi sono buttata e ho vissuto una storia da sogno, era troppo bello per essere vero, oppure era troppo bello per essere per me.
Dopo 10 mesi passati insieme e la prima storia con qualcuno più lunga in assoluto, mi lasciò; ero a pezzi e senza capire cosa fosse successo, tutto era cambiato da un giorno all'altro e lui non mi aveva dato un perchè, 'non ti amo più' diceva, ma era impossibile, non succede da un giorno all'altro. Alcuni mesi dopo mi scrisse che era gay e che lo era sempre stato.
Nel frattempo ci eravamo staccati un po' e lui mi aveva rimpiazzata con tutte le amiche che avevamo in classe (andavamo in classe assieme), ma io mi facevo forte, anche se sola. Da li la mia vita è diventata una lotta continua con la mia mente e ancora ora lo è, non riesco a fidarmi di nessuno, mi sento esclusa poichè ormai lui mi ha rimpiazzata e spesso mi succede di iniziare a piangere di colpo. Non riesco proprio a controllarmi e questo mi fa paura. Ho iniziato a dubitare di tutti, della loro amicizia e del loro essere.
Ho persino iniziato a dubitare di me stessa e della mia sessualità (cosa che non mi era mai successa) e vivo in una costante ansia e paura di perdere i miei pochi amici. Ho perso tutta la mia serenità mentale e talvolta non so davvero cosa fare, mi sembra che il mondo vada avanti e io stia ferma a guardarlo, con la voglia di cambiare tutto senza mai riuscirci davvero.
Di lui mi manca soprattutto la sua amicizia anche se è cambiato moltissimo e ho anche provato a riallacciare quel bel legame che avevamo, ma era troppo per me. Adesso è quasi passato un anno e spero di poter ritrovare la mia serenità e il mio benessere mentale, non c'è cosa io desideri di più...
Spero che possiate prendere in considerazione la mia mia lettera e abbiate il tempo di leggerla, senò vi ringrazio comunque. Spero di poter ricevere un aiuto al di fuori delle mie amicizie e una visione adulta, dato che ai miei genitori non ho raccontato niente per paura di essere presa in giro e derisa per qualsiasi mia reazione. Grazie.
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Cara Diana,
Innanzitutto la ringrazio per la descrizione così ampia della sua problematica, ogni informazione in più posseduta è sempre utile. Tuttavia le sofferenze da lei riportate andrebbero indagate ulteriormente per capire meglio che situazione stia davvero vivendo.
Sicuramente non è serena, come traspare dalle sue parole quali “la mia vita è diventata una lotta continua contro la mente” e “ho perso tutta la mia serenità mentale”. Non so che cosa l’abbia portata a stare male, lei indica che la causa sia il fatto di essere stata lasciata dal suo ragazzo e sicuramente quello avrà contribuito, se non provocato, il suo malessere. La prima storia d’amore, infatti, quando finisce può fare terribilmente male perchè ci si ripone tutte le proprie aspettative e si rimane terribilmente delusi quando ci si rende conto che l’amore non è sempre così fiabesco come si credeva.
Inoltre il periodo che sta vivendo, ossia quello dell’adolescenza, è il passaggio della vita più difficile in quanto si è irrequieti e possono capitare momenti di sconforto in cui sembra di non essere capiti dall’intero mondo. La sua potrebbe quindi essere “solo” una sofferenza passeggera dovuta all’età oppure al di sotto celarsi una problematica più rilevante. A tal proposito è consigliabile rivolgersi ad un professionista che potrà aiutarla a trovare la serenità e il benessere mentale che sta cercando ma che da sola non riesce a trovare.
Infine, capisco che non voglia parlarne con i suoi genitori, però non credo che, nel caso lo facesse, la prenderebbero in giro e, invece, se non lo facesse, potrebbero sentirsi esclusi e rimanerci male. Lei stessa ha affermato che ai suoi genitori “deve tutto” e quindi suppongo che rappresentino un valido appoggio su cui poter sempre contare. Per qualsiasi altro dubbio rimango a sua disposizione.
(a cura della Dottoressa Eleonora Mercadante)
Pubblicato in data 13/01/2016
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Tags: amore genitori storia d'amore ragazzo adolescenza serenità migliorare scuola d'arte sofferenza passeggera