Pubblicità

Attacchi di panico (010778)

0
condivisioni

on . Postato in Ansia, Stress, Panico | Letto 635 volte

1 1 1 1 1 Votazione 0.00 (0 Voti)

Michela,27 anni

Gentile psicoterapeuta,
io soffro da diversi anni di un disturbo drammatico che prende il nome di attacchi di panico, ansia generalizzata e fobie.
Il mio dramma è iniziato all'improvviso e da allora non c'è giorno che io trascorra senza pensare alla mia malattia che per molti è una mia fissazione. Per un periodo ho preso dei farmaci, ma poi una brava psicologa mi ha consigliato di provare a vivere la mia ansia e ad accettare la sua presenza nella mia vita senza tentare assolutamente di combatterla. E così sto facendo, gli attacchi arrivano la notte prima di addormentarmi, il cuore arriva a pulsare 180 battiti al minuto,sento un freddo che mi fa tremare nonostante sia sotto le coperte, un formicolio mi intorpidisce il corpo e sento la testa vuota, priva di controllo. Aspetto con terrore immobile ripetendo che passerà, che si tratta solo di ansia e che non accadrà nulla di più ma in quei momenti ho paura di perdere il controllo, di impazzire, di poter addiritura arrivare a fare del male alla mia piccola bambina di due anni. Poi stremata prendo sonno e vivo la mia giornata nella paura che quella sensazione orribile torni. Volevo chiederle se faccio bene a non prendere farmaci e se peggiorando potrei essere un pericolo per i miei famigliari. Grazie, Michela

Cara Michela, se sei in cura da una psicologa, e perdipiù brava, come dici, penso che ti possa fidare. Io concordo con lei sulla sospensione dei farmaci e sul consiglio di vivere la tua ansia. Credo sia la strada giusta per affrontare e vincere le tue paure. Tieni conto che gli attacchi di panico sono causati da un'abitudine malsana all'eccessivo contenimento emotivo. Le persone che ne soffrono sono abituate, generalmente fin da bambine, a controllare eccessivamente le proprie emozioni (in particolare quelle legate all'aggressività, alla paura, alla tristezza....insomma, quelle con connotazioni "negative"), reprimendole, nascondendole. Facendo questo a lungo andare si crea un'eccesso di tensione interna, che prima o poi "scoppia" generando l'attacco di panico. In effetti l'attacco di panico è un modo che ha il nostro sistema interno di tentare di ristabilire un equilibrio, dunque da un punto di vista omeostatico è sano, è una necessità della nostra psiche e del nostro corpo. Il farmaco agisce soffocandolo, dunque agisce nello stesso senso che la persona ha utilizzato nel corso degli anni verso i propri stati emotivi: reprimendo. Per questo non serve a risolvere il problema reale, ovvero capire quali siano i motivi delle proprie paure e delle proprie angoscie dando loro voce, bensì funge da paliativo.
Prosegui il lavoro iniziato con la tua psicologa che è l'unico vero modo di affrontare seriamente il problema. Vedrai che non potrai che migliorare. E non avere fretta, la psiche ha tempi lunghi, e a volte per "guarire" si può passare anche attraverso momentanei peggioramenti. Non ti spaventare se questo accade, ma cerca di capire e di guardare in faccia i tuoi fantasmi.

( risponde la dott.ssa Elisabetta Corberi )

Pubblicita'
Vuoi conoscere i libri che parlano di paure / fobie per saperne di più?
Cercali su Psiconline® Professional Store

 

 

0
condivisioni

Guarda anche...

Pubblicità

Pubblicità

I Sondaggi di Psiconline

Perché andare in psicoterapia?

Pubblicità

Le Risposte dell'Esperto

Pensiero ossessivo (1624140870…

Fabio, 34 anni     Gentile Dottoressa/Dottore! Mi chiamo Fabio e 5 anni fà ho commesso un errore di tipo erotico.Ho cominciato a scambiare dei...

Problemi con marito [162342796…

Viola, 38 anni     Buongiorno, avrei bisogno di un consulto per dei problemi con mio marito.Mio marito è molto irascibile ma oltre a urlare no...

Ansia e paura nella guida [162…

Clarissa, 22 anni       Salve, vi scrivo perchè da un paio di mesi sto facendo le guide in autoscuola ma la sto vivendo un po' male...

Area Professionale

La trasmissione intergenerazio…

Modificazioni epigenetiche nei figli di sopravvissuti all’Olocausto I figli di persone traumatizzate hanno un rischio maggiore di sviluppare il disturbo post-t...

Il Protocollo CNOP-MIUR e gli …

di Catello Parmentola CNOP e MIUR hanno firmato nel 2020 un Protocollo d'intesa per il supporto psicologico nelle istituzioni scolastiche. Evento molto positiv...

Come gestire il transfert nega…

Per non soccombere alle proiezioni negative del transfert, lo psicoterapeuta deve conoscere con convinzione ciò che appartiene alla psiche del paziente e ciò ch...

Le parole della Psicologia

Confabulazioni

La confabulazione è un sintomo frequente in alcune malattie psichiatriche, dovuto alla falsificazione dei ricordi. Questa sintomatologia clinica è mostrata da ...

Adaptive Information Processin…

Secondo questo modello, per conferire senso agli stimoli in entrata, le nuove esperienze vengono assimilate all’interno di preesistenti network mnestici. &nb...

Agnosia

L'agnosia (dal greco a-gnosis, "non conoscere") è un disturbo della percezione caratterizzato dal mancato riconoscimento di oggetti, persone, suoni, forme, odor...

News Letters

0
condivisioni