Attacchi di panico (102741)
BickDahlia 17
Vi scrivo prchè credo di soffire di DAP. La mia infanzia non è
stata terribile ma nemmeno rosea: ho vissuto dai miei nonni materni, a neanche
200 metri da casa mia, da quando avevo 3 anni fino ai 12 anni e poi spono andata
ad abitare con i miei genitori. Sono figlia unica e mia mamma praferì
lasciarmi ai suoi genitori (comunque non mi è mancata perchè la
vedevo ogni giorno) perchè lavorava e poi non voleva che io restassi
in casa perchè mio padre tornava semrpe ubriaco, cosa che fa tutt'ora.
Picchia saltuariamente ma fa "terrorismo psicologico" che, sembra
stupido da dire, ma per me e mia madre è stato ed è anche peggio
da sopportare. I miei nonni sono sempre pronti ad aiutare ma nè io nè
mia madre vogliamo rivolgerci a loro per paura di disturbarli, anche se sappiamo
che per loro non sarebbe un peso aiutarci, anzi. Ci hanno sempre aiutato, anche
economicamente, visto che mio padre lavora come operaio ma mio nonno è
titolare di un'impresa edile dove al sabato fa lavorare anche mio padre, così
ci aiutano molto. In prima superiore sono stata bocciata perchè sono
stata obbligata a frequentare un liceo in cui non volevo andare, con materie
che non capivo e in cui non conoscevo nessuno. Poi, con il fatto che mio padre
tornava ubriaco praticamente ogni sera io non riuscivo a concentrarmi (al pomeriggio
non riesco a studiare quindi studio di sera e di notte) e a scuola, io che di
solito avevo sempre una bella media, cominciai prendere solo 4. E' successo
il macello, lui tornava sempre ubriaco peggio del solito e mia mamma era disperata.
Non avevo nessuno con cui sfogarmi perchè la mia migliore amica, con
cui avevo frequentato tutti gli anni scolastici assieme ma che ora era andata
nella scuola dove volevo andare io, pensava solo ai ragazzi e non ci sentivamo
più così trovai come unica via di sfogo il tagliarmi, ferirmi,
con taglierino e lamette. Il mio braccio sembrava una cartina stradale, solcato
com'era da tagli e cicatrici. Quell'anno a gennaio, non ce la feci più
e una notte decisi di uccidermi. Mi tagliai il polso sinistro ma da "inesperta"
tagliai lievemente e in orizzontale così non successe nulla ma io non
me ne accorsi perchè crollai, addormentandomi. Non dissi mai a nessuno
quello che avevo fatto per paura che mi prendessero per pazza. Venni bocciata
ma io la presi benissimo perchè così potei andare nella scuola
che volevo frequentare anche se tutta la mia famiglia era delusa: ma a me questo
non importava. Ora frequento quella scuola e lì sto benissimo, ho trovato,
quell'anno che cominciai a frequentare, due migliori amiche fantastiche che
sanno tutto. Mi hanno protata dalla psicologa scolastica ma non ha risolto nullo:
solo due incontri di un'ora in cui mi ha fatto disegnare un albero e parlare
di me. Stop. Niente di che visto che non ho trovato nessun sollievo. Le mie
due migliori amiche vogliono che vada ancora ma io non voglio più perdere
tempo. Lo scorso novembre, un pomeriggio a scuola, leggendo una lettera struggente
della mia ex-migliore amica, mi sono sentita terribilmente strana: avevo la
tachicardia, tremavo, mi sentivo debolissima, le gambe molli e il fiato corto
e a scatti. Ero confusa e non capivo più nulla, ero sull'orlo di svenire.
La mia migliore amica, che soffriva di dap, riconobbe subito in me un attacco
di panico e mi portò ad una finestra per respirare. Mi calmò parlandomi
e rassicurandomi, spiegandomi quello che stava succedendo. Mi disse che dovevo
parlarne con qualcuno ma feci l'indifferente. Nell'arco di pochi mesi, però,
mi è successo altre 3-4 volte. La mia famiglia non ne sa nulla, nè
voglio metterli al corrente. Non che sia una brutta famiglia, escluso mio padre
ovviamente, ma non voglio parlare di me con loro. Se si tratta di attacchi di
panico, credo influisca anche il mio carattere: mi tengo sempre tutto dentro
fino a che arrivo a scoppiare, cerco di resistere fino a che davvero non arrivo
al limite, amo vivere sull'orlo del rasoio, sono di carattere molto impulsivo,
aggressivo, non mi fido mai di nessuno e, nonostante faccia amicizia molto facilmente,
mi lego con difficoltà a qualcuno. Non amo molto la compagnia e la mia
serata ideale e cinema e cena assieme alle mie due migliori amiche. Non cerco
di sfuggire ai problemi e affronto le situazioni di petto ma credo di non dover
ricorrere ad uno psicologo per i miei problemi, Forse, probabilmente, sbaglio
ma la penso così. Allora chiedo a voi, sto cominciando a soffrire di
dap visto che questi "attacchi" mi vengono ogni volta che sono sotto
pressione e stressata? Grazie anticipatamente e scusate il papiro che ho scritto,
ma sono stata (pensate un pò!) anche troppo sintetica! Grazie!
Carissima, da una
lettera non si può fare diagnosi. Non so dirti di cosa soffri, ma ti
dico per certo che per saperlo ti devi rivolgere a uno psicoterapeuta. Senza
nulla togliere alla collega del servizio scolastico, non è sufficiente
quello che lei può offrirti. Hai bisogno di recarti da qualcuno che,
dopo una serie di analisi, tests, esami ti dica cos'hai, come se andassi dal
medico con i sintomi di una malattia e vuoi sapere qual è. La tua vita
è stata dura, ma ora che frequenti la scuola giusta e hai trovato delle
buone amiche è ora di gettare alle spalle il passato e trovare una nuova
te. Auguri
(risponde La dott.ssa Giacomina Rienzo)
Pubblicato in data 03/07/07
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