attacchi di panico agorafobia grave (163917)
Silvia, 28
Gentile dottoressa,
vorrei sottoporle un caso di grave agorafobia
di cui soffre il mio ragazzo.
Il mio ragazzo soffre di agorafobia,frequenti attacchi di panico (anche
notturni) che gli impediscono di uscire di casa. Ormai sono tre anni che
vive segregato in casa. Riesce a percorrere brevi percorsi fuori casa
(circa 200 metri). Non appena non è più visibile casa inizia ad avere i
tipici sintomi (tachicardia, sudorazione,sensazione di perdere il
controllo, paura di morire). Io lo frequento da ormai quasi un anno
(ovviamente per poterlo vedere devo andare a casa sua), sto provando in
tutti i modi ad aiutarlo, visto che non è in grado di andare
"fisicamente" da un terapeuta. Cerco di percorrere brevi percorsi con
lui, stargli vicino, ascoltarlo, ma tutto sembra inutile. Utilizza
qualunque mezzo per non uscire di casa. Io ho delle competenze
psicologiche ma vorrei essere la sua ragazza e non la terapeuta...
Anche i suoi familiari non sanno più come affrontare la situazione.
Trova scuse per non uscire, afferma di voler uscire da questa
problematica ma non fa nulla di concreto. Non si fida di nessuno, è
estremamente controllato (anche nella relazione affettiva,decide i tempi
per tutto, per darmi un bacio e altro). Tende ad avere aspetti
manipolatori ( tutto deve essere come vuole lui, bisogna adeguarsi al
suo mondo e difficilmente trova delle mediazioni). Alterna momenti in
cui considera indispensabile la mia presenza a momenti in cui cerca di
allontanarmi. Purtroppo anche i suoi genitori si sono resi conto che è
regredito ed è diventato molto egoista in certi momenti. é una persona
estremamente intelligente, a cui voglio molto bene ma mi rendo conto che
ci sono grandi difficoltà e non so più come aiutarlo. Ho molta rabbia
perchè sta perdendo completamente la sua vita, si sta isolando da tutto
e pur affermando di voler essere aiutato non si fa aiutare. Io mi
accontenterei anche di piccoli passi, faccio di tutto per lui e soffro
tanto. Vorrei tanto avere un vostro parere in merito, saper come
affrontare il problema poichè essendo coinvolta non riesco ad avere una
visione distaccata della situazione. Cosa potremmo fare per aiutarlo? I
suoi genitori gli hanno fatto fare delle sedute con un terapeuta che ha
allontanato.. non è facile trovare terapeuti a domicilio. Dimenticavo è
diventato estremamente ipocondriaco, ogni sintomo fisico è ingigantito
all'inverosimile, può passare intere giornate a chiedersi se un sintomo
possa essere grave o mortale. Nonostante le mille rassicurazioni, il
fatto che chieda anche al mio medico non serve per calmarlo. Spero
davvero possiate aiutarmi. Vi ringrazio tanto anticipatamente.
Gentile Silvia,
grazie alle sue competenze lei ha individuato il problema: occorre ora trovare il modo di fare "uscire" il suo ragazzo da questo stato piuttosto preoccupante. Credo anche io che occorra trovare uno psicoterapeuta competente in grado di affrontare insieme con il paziente l'origine profonda di queste manifestazioni fobiche ....Forse una via potrebbe essere disporre dell'aiuto sia di uno psicoterapeuta, sia di uno psichiatra abile nel dosare i farmaci, in modo che in una prima fase il suo ragazzo sia messo in condizione di ridurre i suoi stati ansiosi e almeno andare presso lo psicoterapeuta. Soluzione estrema potrebbe essere un ricovero in una struttura attrezzata. Esplorerei quest' ultima possibilità solo se la precedente non dovesse produrre risultati.
Non so quanto sia efficace il suo assecondare le richieste del suo ragazzo, sia perché è possibile che quanto più lei è disponibile, tanto più le richieste aumentano in numero e qualità, sia perché il rischio è di essere "cannibalizzata" nel disturbo.
E' necessario un intervento tempestivo e deciso, che probabilmente richiederà parecchio tempo e pazienza....ma ha buone probabilità di un esito positivo.
Per ora, auguri e saluti.
S. Bertini
(Risponde la Dott.ssa Susanna Bertini)
Pubblicato in data 20/03/2014