Attacchi di panico, svenimenti (020562)
Sara, 17 anni
Sono Sara, ho 17 anni e da tre anni sono soggetta a svenimenti. all'inizio è
partito tutto da frequenti attacchi di panico, crisi di pianto e paura della
morte. poi la situazione si è aggravata, nel senso che ho cominciato
a svenire quasi ogni giorno anche più volte al giorno. sono stata ricoverata
per due settimane in ospedale nel reparto di neurologia e mi sono stati fatti
tutti gli esami possibili senza però trovare alcuna traccia di disturbi
fisici. una volta dimessa, i dottori mi hanno "catalogata" come soggetto
affetto da crisi psicogene. io continuo a svenire da quel lontano 10 ottobre
di tre anni fa quando, ad una fiera, sono svenuta la prima volta.mi è
stato parlato di agorafobia, in relazione anche al fatto che sin da piccola,
sono sempre stata propensa ad evitare i luoghi affollati.Ma la gente è
ovunque!cosa faccio, mi chiudo in casa per il resto della mia vita?non voglio.io
non so più che fare, non faccio che piangere e vivere nella paura e consapevolezza
di s
venire. spesso mi chiedo se potrei non svegliarmi più, poi mi obbligo
a non pensarci. ho paura e non so come uscirne. vorrei sentirmi ancora normale
perchè credo proprio di non esserlo più. non esco neanche più
con i miei amici e ho paura di rimanere sola. cosa devo fare?
Ringrazio tanto, tanto, tanto fin da ora.
Cara Sara, non hai mai pensato alla psicoterapia? questa è la soluzione
più efficace, inoltre affiancata alla terapia farmacologica ti permette
di stare molto meglio subito e di fare soprattutto una vita giustamente "normale".
Questi disturbi d'ansia sono molto diffusi tra i giovani, oggi in particolar
modo che la gente in giro è davvero tanta e le situazioni sono sempre
affollate, quasi tutte. Ci sono metodi di cura psicologica che guariscono completamente
da questi problemi, il più efficace è quello cognitivo-comportamentale.
Prova ad informarti presso la asl della tua zona. Al CPS di zona (centro psico
sociale) c'è un servizio di psicoterapia con la mutua.
Altrimenti puoi cercare un terapeuta privato, purchè la prescrizione
dei farmaci venga fatta da uno psichiatra che collabori alla terapia.
( risponde la dott.ssa Camilla Ponti )
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