consulenza psicologica (47006)
Maria, 46anni (5.1.2002)
Mi sento a disagio in posti affollati (cinema, negozi, parrucchiere) in un cinema affollato dopo 20 minuti di programmazione sono uscita per un senso di soffocamento e di paura.Arrivo a casa e tutto mi passa.Ho sempre un tremolio alle gambe e al braccio destro.Ho avuto un attacco di panico 2 anni fa in un aeroporto (CON INTERVENTO DEL MEDICO E SEDATIVI) da allora seguo terapia farmacologica (Xanax 2 volte all 'anno) ma non riesco comunque ad allontanarmi di molto dalla mia citta o dalla mia casa perche ho sempre paura di stare male.
Soffro un poco l'ambiente di lavoro (problemi interpersonali con un capo e una collega) anche se il mio lavoro mi piace molto credo di aver sofferto e di soffire per alcune situazioni che si sono create e si creano (non sempre per fortuna). Ho anche spesso paura che accada qualcosa di brutto a mio marito (non abbiamo figli)e ho anche malinconia e voglia di piangere... VORREI tornare come prima,attiva, serena, viaggiare e divertirmi
GRAZIE PER AVERMI ASCOLTATO ...CONFIDO IN UNA RISPOSTA.
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Da quello che scrive, sembra che lei abbia sviluppato un disturbo di agorafobia abbastanza serio in seguito all'esperienza di un attacco di panico. Si tratta di una situazione molto comune per chi soffre di questa malattia, ed a volte puo' insorgere solo l'agorafobia dopo un solo ma severo attacco di panico.
Il tipo di trattamento che si adopera in queste situazioni e' generalmente una terapia farmacologica mirata (spesso antidepressivi e ansiolitici) associata ad una psicoterapia. Il meccanismo d 'azione di queste due tecniche e' differente ma sinergico. I farmaci consentono di diminuire intensita' e frequenza degli attacchi di panico e nel contempo di riequilibrare il tono dell'umore (che mi sembra attualmente depresso).
La psicoterapia consente invece di gestire l'ansia associata all' agorafobia e quindi di riprendere una vita normale, quasi come una riabilitazione.
E' meno probabile che adottare una sola tecnica (farmaci oppure psicoterapia) senza l'altra complementare dia migliori risultati. Pertanto, credo che dovrebbe parlarne con lo psichiatra che la segue e valutare la possibilita' di effettuare anche una psicoterapia.
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