Depressione bis (002003)
Paola, 46 anni
Ho 46 anni, assumo la pillola (arianna)
per cisti ovariche da circa 3 anni. 15 anni fa sono entrata in depressione.
Sono stata in terapia per circa 3 anni con fluoxeren, da allora più niente.
Sono tendenzialmente ansiosa.
Vengo al fatto: un mese improvvisamente ho avuto una forte vertigine, sono riuscita
a non cadere ma la paura è stata forte. Me la sto portando ancora con
me adesso. Ho misurato la pressione ed era 150/100. In ambienti tranquilli e
sicuri ritorna 120/80. Tutti gli accertamenti clinici finora eseguiti sono risultati
essere nella norma. Ipertensione lieve solo di giorno; di sera e di notte invece
la pressione è bassa. Il cardiologo non mi ha dato nulla, eccetto Lexotan
al bisogno. Il mio medico mi ha prescritto lexotan 5ggx3die.
Io mi sento ancora più rincitrullita e svanita; mi sento, affaticata
per un nonnulla, instabile, irritabile, asociale, depressa, spaventata. Faccio
fatica ad uscire di casa, a camminare, ho brividi, a volte vampate, testa svanita,
difficoltà di concentrazione, soffro d'insonnia, tendo ad isolarmi, io
che amo uscire andare al cinema, a teatro etc.
Tutto è iniziato a Gennaio dopo la vertigine, ho gli attacchi di panico
in luoghi pubblici, che limitano moltissimo la mia esistenza, vivo accanto ai
miei, madre sempre negativa nei miei confronti, per lei non va mai bene niente,
mi considera codarda e senza forza di volontà. Ho perso un fratello per
malattia a 21 anni, mio padre è praticamente assente. Si difende come
può. Ho usato la morte di mio fratello come motivazione per rimanere
fuori al mondo per molti anni? Ora che da qualche anno mi sto staccando, è
una continua lotta coi miei, mia madre da 10 anni non esce di casa se non per
cose importanti per lei.
Ho avuto una relazione sentimentale per tre anni con un uomo sposato (in terapia
psichiatrica). Ma da 2 settimane lui ha chiuso, gli è morta la madre,
si è confessato ed è sparito. Ha detto che mi ama, che gli manco
molto, che sono importantissima per lui, ma non vuole incontrarmi altrimenti
ricadrebbe nel bellissimo e tremendo peccato. Stà troppo bene con me
ma ha il terrore dell'inferno!
Era un uomo normale fino che non partiva per la tangente con la religione. Ora
si è trasferito con la moglie e io lo considero ormai perso. Stò
male e non posso nemmeno contare sui miei. Ho 46 anni non sono mica obbligata
a raccontarle la mia vita privata.
Ho due lavori che ora non mi dicono più niente, non mi hanno mai coinvolto
ma mi permettono entrate e tempo libero. Uno stipendio lo lascio ai miei.
E' come se il mio equilibrio interiore avesse cominciato a vacillare dopo quel
primo episodio di vertigine. La mia amica psicologa mi dice che devo imparare
a essere assertiva e non accettare tutto e ingoiare. C'è qualcosa della
mia vita che non mi soddisfa e il mio corpo mi dà l'allarme. Tutto ciò
mi ricorda gli anni della depressione e non mi piace per niente. La sera mi
sembra di stare meglio nel complesso. Comunque da 2 mesi vivo malissimo e la
paura ha preso il sopravvento. Qualsiasi minima novità, pur stupida che
sia mi mette in forte ansia. Il ginecologo, carinissimo, mi ha detto che la
menopausa avanza e può portare anche a questo, gli ho chiesto se devo
smettere la pillola e mi ha detto di no, così il cardiologo, il medico
della mutua e il mio medico di fiducia. La mia amica che è medico del
lavoro mi ha consigliato di smetterla. Allora?
Il mattino per me è il momento peggiore della giornata...depressione
in agguato? Vivo male...Cosa fare? Psichiatra o psicologo? O tutti e
due insieme? Il mio medico curante non si pronuncia, mi lascia nel limbo. Scusi
per le lamentele, ma servono a me per consolarmi visto che devo arrangiarmi
da sola. Grazie di tutto.
Mia cara il tuo sconforto e la necessità
di esternarlo sono più che giustificati; comprendere il disagio psicologico
è difficile per questo raramente gli altri ci possono essere di aiuto.
Da quanto riferito nella lettera emerge in modo improrogabile la necessità
di affrontare il disturbo d'attacchi di panico a cui è riconducibile
la maggior parte della sintomatologia lamentata. Per questo tipo di disturbo
la via d'elezione per il trattamento è la psicoterapia cognitivo - comportamentale,
integrata con trattamento farmacologico; bene quindi psicoterapeuta - psichiatra.
Auguri.
( risponde la dott.ssa Maria Assunta Consalvi )
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