Panico e respirazione (004278)
Claudio, 25 anni
Salve, vi scrivo per avere qualche indicazione su come risolvere
un problema che sta gradualmente trasformandosi da un fastidio ad un'ossessione.
Mi spiego: in febbraio ho avuto il mio primo (e finora unico) attacco di panico,
generato, almeno credo, solo da fattori "meccanici" (respiravo male,
a causa dei postumi di una bronchite) e "ambientali" (ero in una sala
di un cinema e, sebbene non soffra di claustofobia, credo che il caldo, il buio
e la gente, sommati alle mie difficoltà respiratorie, abbiano innescato
l'infausto meccanismo). Nonostante quelli siano stati i tre minuti peggiori
della mia vita ho superato la cosa, quasi del tutto, decidendo di sfidare subito
me stesso e tornando a distanza di pochi giorni in quello stesso cinema. Ha
funzionato, ho avuto solo un leggero formicolio alle mani e poi piu niente.
Il problema non si è più presentato.
Sfortunatamente, porto ancora un ultimo segno di quell'avvenimento: la respirazione.
Non riesco a togliermi dalla testa il mio ritmo respiratorio, nel senso che
una parte del mio cervello è costantemente impegnata a misurarlo, regolarlo
(male) e dirigerlo. In pratica, respiro involontariamente solo per brevi periodi
di tempo, prima di tornare ad auto-impormi un ritmo (un ritmo sbagliato, che
mi provoca capogiri e nausea). Pensavo che sarebbe passato col tempo, ma lo
pensavo 4 mesi fa. Esiste una soluzione, o anche solo una spiegazione a questo
fenomeno? Mi basterebbe anche solo sapere che non sono l'unico ad avere questo
problema... Grazie :)
Caro Claudio, intanto vorrei tranquilllizzarti dicendo che in
effetti non sei l'unico ad avere questo problema, anzi. Per quanto riguarda
la tua analisi, mi sembra corretta. L'unico fattore che è rimasto è
il tuo eccessivo autocontrollo nei confronti della respirazione.
Allenati a fare respirazioni che durano 6 secondi, 3 per inspirare, 3 per espirare.
Iperventilare significa portare troppo ossigeno con conseguenze simili a quelle
del panico. Inizia ad ascoltare in modo passivo il tuo respiro, non cercare
di controllarlo.
Impara ad ascoltare le tue risposte fisiologiche, non passare il resto del tuo
tempo a rimuginare dei problemi. Se vuoi uscire dai tuoi problemi dovrai affrontarli
gradualmente in modo spontaneo, attraverso prospettive differenti non con la
tua classica
metodologia. Un saluto.
( risponde il dott. Fabio Gherardelli )
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