Paura del ritorno (110641)
Grazia 26
Salve, mi chiamo, Grazia, ho 26 anni e sono sposata da luglio di quest'anno. Ho subito, 6 anni fa, la morte di mio papà al quale ero legatissima e da quel momento ho cominciato a soffrire di attacchi di panico uno ogni sera, fino ad ottobre dell'anno scorso, quando in seguito ad un attacco più brutto del solito mi sono chiusa in un guscio dal quale non riuscivo più ad uscire. Da quando non c'è più mio papà mi sono attaccata in maniera morbosa a mia mamma: non mi staccavo da lei, non la lasciavo mai sola e quindi rinunciavo a molta della mia vita privata per starle vicino. Non so ancora bene se era una mia esigenza, che io giustificavo così o se era proprio per lei che lo fecevo. Ho una sorella più grande, diversa da me caratterialmente, ma con la quale ho un rapporto stupendo. Nel periodo di cui parlavo prima ho avuto paura di tutto, qualsiasi cosa mi metteva ansia, non provavo più gioia per niente, mi concentravo solo su di me e più pensavo a cosa mi accadeva più mi proeccupavo, passavo il mio tempo su internet a leggere siti sulla depressione, sull'ansia e la psicosi per capire cosa potevo avere e mi convincevo a giorni alterni di avere qualche malattia.Fino a quando non mi sono convinta di essere schizofrenica, vivevo in un continuo stato di confusione mentale, mi venivano in mente come dei flash che non sapevo collocare, non capivo se erano ricordi di qualcosa successa veramente o sogni o solo cose immaginate e mi spaventavo... Mi convincevo fossero allucinazioni anche se sapevo nei momenti di lucidità che non potevano esserlo. Vivevo sempre con una morsa allo stomaco, dalla mattina alla sera passavo il mio tempo libero a dormire, anche se c'erano giorni in cui mi sforzavo di uscire e se ero in mezzo alla gente conosciuta magari riuscivo anche a distrarmi e a divertirmi, ma appena accennavo un minimo di sintomi, di nuovo panico e di nuovo stavo male... Crisi di pianto continue, paure, avevo perso interesse per tutto; nè il mio matrimonio nè la nascita di mia nipote, che per me era sempre stato un sogno riusciva a rendermi felice o a farmi provare emozione... Premetto che sono sempre stata emotiva al massimo, prima piangevo per ogni cosa e mi euntusiasmavo per qulasiasi situazione, le feste, il Natale era tutto un sogno, qualcosa per cui gioire, ma in quel periodo no e questo mi faceva preoccupare ancora di più... Parlavo solo dei miei problemi e basta e anzi l' idea delle novità che dovevano arrivare mi metteva ancora più ansia, come se non volessi una specie di rifiuto. Insomma un incubo che sembrava non finire mai. Fino a quando non mi sono decisa ad andare da un neurologo che mi ha messo in terapia con "xanax" e mi ha mandato da una psicologa che devo dire mi ha aiutato molto... Ho cominciato a vedere le cose in modo positivo, a capire che non avevo nulla di grave dal momento che la mia paura più grande era diventata quella di avere la schizofrenia, intanto è nata la mia nipotina che comunque anche incosciamente mi ha riempito il cuore di gioia e mi ha aiutato a distrarmi tantissimo, intanto si avvicinava il matrimonio, mio marito in quel periodo è stato un pilastro per me ha avuto tanta pazienza e tra l altro si è anche ritrovato da solo a dover vedere molte cose per la casa che stavamo ristrutturando perchè io non avevo volgia di starci dietro. Avevo paura di non riuscire ad affrontare il matrimonio, ma tutto è andato benissimo, compreso il viaggio di nozze, una meraviglia non ho pensato a niente dopo mesi di angoscie. Il problema è che ho sempre e comunque paura di qualcosa, una paura ne sostituisce un'altra. Adesso per esempio ho paura che entrare a casa e sentire il deodorante mi faccia venire paura... Prima avevo paura di poter per un raptus fare del male a mia nipote, alla quale non farei mai nulla... Perciò a volte non volevo guardarla da sola per paura che mi venisse la paura... E la cosa che noto di più è che se sono a lavoro va abbastanza bene ma se sono a casa queste cose mi prendono di più. Non provo gioia come una volta quando ci sono le feste per cui non si deve lavorare allora penso di avere magari un po' di depressione, anche se non ho pensieri negativi, so che intorno a me è meraviglioso tutto quello che c'è: mio marito, mia mamma, mia nipote, gli amici, però a volte penso a cose negative che diventano ossessioni e non reisco a farle andare via, e quando finalmente spariscono mi spavento se penso che magari per un giorno intero il mio pensiero è stato concentrato solo su quella cosa... E poi ho paura di poter ricominciare a stare male come nel periodo più brutto, perciò ogni minima cosa mi fa subito pensare al ritorno. A volte mi rendo conto che non ho più voglia di fare come prima, organizzare cose, andare in giro e mi rattristo...cosa può essere, sarà depressione ansia paura o sono veramnte schizofrenica? A volte mi basta essere rassicurata e per un pò vivo bene.
Cara Grazia, dalla tua lettera, ma non è una diagnosi naturalmente accurata, penso di poter classificare il tuo disturbo passato nel gruppo enorme dell’ansia, individuando chiaramente gli attacchi di panico, ma delineando proprio la tipica modalità di pensiero e comportamento degli ansiosi e mi stupisco che non ti sia stato indicato, nel periodo brutto, dal tuo neurologo un consulto di Psicologia che avrebbe dissipato allora molti dei dubbi che hai ancora adesso. Inoltre, nell’ambito dell’ansia i farmaci sono spesso un trattamento tampone, per le emergenze, ma non è certo un trattamento che si è rivelato utile negli anni. Affrontare il problema attraverso un trattamento psicologico invece, soprattutto se ad orientamento cognitivo-comportamentale, ha dimostrato negli anni un superamento completo nella maggior parte dei casi trattati, con un bassissimo numero di persone che hanno avuto nei 5 anni successivi delle ricadute. Una terapia psicologica infatti ti permetterebbe di capire perché il tuo problema si è presentato proprio in un certo momento e come si è mantenuto negli anni; cancellerebbe le idee irrazionali che hai nei confronti della tua malattia e ti aiuterebbe a comprenderla pienamente. Anche se ora stai bene, i dubbi che riporti mi spingono a suggerirti di intraprendere adesso un percorso psicologico, in modo da sentire veramente di avere il pieno controllo di te stessa rispetto a quello esercitato negli anni dalla tua malattia.
(risponde la Dott.ssa Sara Ginanneschi)
Pubblicato in data 07/02/08
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