Rivalita' distruttive [1606469916728]
chiara39, 39 anni
Buongiorno,
vorrei esporvi un problema che e' sempre stato debilitante per me e al momento e' all'origine di manifestazioni ansione che rendono difficile il normale svolgimento delle mie mansioni lavorative e limitano significativamente lo spazio per rapporti interporsonali sani e gratificanti.
Da sempre ho avuto bisogno di eccellere e primeggiare: a scuola, sul lavoro ecc. mentre in ambito scolastico piu' o meno riuscivo a primeggiare quasi sempre grazie a ore di studio defatiganti e al pieno controllo che avevo sul modo e quantita' di studio, sul posto di lavoro, dove altre qualita' oltre alla dedizione emergono, quali la capacita' di sapersi vendere, l'estroversione, la faccia tosta, la disinibizione nell'esprimere la propria opinione, la capacita' di sgomitare ecc, questo non mi e' stato possibile nello stesso modo.
Ho sempre ricevuto feedback positivi dai miei managers sicuramente, tuttavia non riesco a distinguermi come altri sanno fare a causa della mia ansia da competizione, al mio timore di espormi e esprimere la mia opinione di fronte ad altri per paura di essere giudicata e criticata, alla mia incapacita' di dare davvero il 100% in qualcosa per paura di fallire.
Per questo tendo a isolarmi il piu' possibile, a passare meno tempo possibile con i miei colleghi e evitare tutte le possibili situazioni di confronto in cui altri possono mettersi in mostra e farmi sentire umiliata.
Lo smart working e' stata una manna dal cielo. Lavorare da casa significa che non devo vedere, parlare e confrontarmi continuamente con i miei colleghi continuamente.
Tuttavia, quando per esempio di recente c'e' stata una premiazione (virtuale) per colleghi che si erano particolarmente distinti in una o piu' aree, io non ho ricevuto nessuna
nomination e questo mi ha scatenato frte invidia e senso di umiliazione.
Premetto che detesto questa invidia, e questa sorta di cattiveria che sento di avere in me, vorrei combatterla ma non ci sono mai riuscita.
Vorrei potermi concentrare su cio' che mi piace (il mio lavoro mi piace molto) e migliorarmi per quanto possibile, senza perennemente dipendere dall'approvazione altrui o sentirmi umiliata se non ricevo le gratificazioni che credo di meritare.
Tendo a oscillare tra insicurezza totale nelle mie capacita' (mi attribuisco mancanza di originalita' e creativita') e senso di superiorita', pretesa di essere sempre riconosciuta come migliore degli altri o, almeno, fra i migliori, per potermi sentire a posto. Questa e' anche la ragione credo per cui non ho mai intrapreso relazioni sentimentali di nessun genere con l'altro sesso, proprio per l'ansia che mi creava il confronto possibile con altre ragaze/donne e la paura di risultare deludente, noiosa ecc.
Se potessi lascerei il mio lavoro, mi piacerebbe poter lavorare con gli animali, che mi danno grande senso di sicurezza e sollievo, lontano da stupide competizioni accademiche o d'ufficio ma so che questo deluderebbe molto i miei genitori e soprattutto richiederebbe molto coraggio da parte mia. Davvero non so cme uscirne, perche' la mia ansia e' debilitante, non riesco piu' a dormire bene e durante il giorno devo spesso ricordare a medicine quali xanax per calmarmi e sentirmi sedata, non perennemente agitata.
Davvero non so come fare.
Grazie per la vostra attenzione
Chiara

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Gentile Chiara da ciò che espone si evince una sostanziale confusione maturata rispetto al concetto del valore personale.
Nella sua esperienza ha maturato una sorta di unità di misura per valutare il valore della sua persona che corrisponde con il giudizio degli altri e alla possibilità di non commettere errori.
Essendo queste due unità completamente false sull'esame di realtà e non rispondenti a ciò che può significare "valere" per una costruzione del Sè efficace, lei ha giustamente maturato uno stato d'ansia patologico che le impedisce una vita serena e sana in tutte le aree di funzionamento.
Il suggerimento che posso darle è quello di iniziare un percorso psicoterapeutico quanto prima , che non credo dal suo racconto abbia mai intrapreso, che le permetta di rideterminare il significato di quei concetti che sono parte integrante del Sè.
dott.ssa Tiziana Persichetti
Pubblicato in data 11/12/2020
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