Ansia sociale e depressione (1535113376975)
GIAN FRANCESCO, 29
Buongiorno, sto passando il momento più complicato della mia vita, le situazioni negative sono più di una, e tutte stanno secondo il rispettivo peso contribuendo al mio stato obiettivamente depressivo.
Sto assumendo farmaci antidepressivi prescritti dallo psichiatra di fiducia. La causa del mio malessere è ben nota e nel tempo l'ho sempre nascosta.
Riuscivo a metterla in secondo piano grazie agli obiettivi da inseguire. Adesso che quegli obiettivi rischiano di scomparire del tutto, mi trovo solo contro la mia fobia sociale.
Crescendo sono migliorato, infatti non si presenta nella sua forma più grave, però è indubbio che la sua presenza condizioni molto negativamente la mia vita. Da tempo sto frequentando una psicologa ma (per colpa mia) abbiamo tergiversato molto sul tema.
Mi chiedo se sia meglio cercare un nuovo psicologo specializzato in questioni del genere. Potreste consigliarmi?
Grazie
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Caro Gian Francesco,
la forte autoconsapevolezza del suo stato interiore espressa nella sua lettera rappresenta una risorsa molto preziosa nel favorire l’evoluzione di un percorso terapeutico; percorso che lei sta attualmente seguendo sia con la terapia farmacologica prescritta da uno psichiatra sia attraverso i colloqui con una collega psicologa .
Rispetto al condizionamento che una forma di fobia sociale esercita nella sua vita, afferma che con la crescita è migliorato in quanto tale fobia non si presenta più nella sua forma più grave: tale percezione rappresenta a mio avviso la consapevolezza del percorso che ha compiuto ad oggi ed è espressione della sua volontà di progredire ulteriormente.
Lei ritiene tuttavia che la presenza di tale fobia possa avere tuttora un ruolo di primo piano ed essere condizionante rispetto ai suoi obiettivi personali che corrono il rischio di scomparire. A mio avviso può essere ora utile porre il focus sugli obiettivi esplorando la sfera delle motivazioni. Porsi delle domande quali: perchè tali obiettivi rischiano di scomparire?
E’ necessario attivare nuove strategie per il loro perseguimento? Si potrebbe rimodulare il vecchio obiettivo oppure è il caso di procedere a definirne uno nuovo? Un lavoro di questo tipo può essere funzionale ad una riattivazione della leva motivazionale e alla mobilitazione delle sue risorse personali verso il perseguimento dell’obiettivo stesso.
Quello che mi sento di suggerirle è di ampliare i canali comunicativi confrontandosi con la sua psicologa (anche alla luce dei suoi attuali interrogativi se proseguire o meno il percorso terapeutico già intrapreso) al fine di prendere una decisione con piena consapevolezza e dopo aver fatto un’analisi accurata del percorso svolto ed eventualmente ridefinirlo.
Partendo dal presupposto che qualunque percorso terapeutico non è mai lineare, si conceda tutto il tempo di cui ha bisogno per chiarire i suoi interrogativi, una volta che avrà fatto questo passaggio comunicativo e di scambio/confronto sarà probabilmente più facile prendere una decisione circa la modalità che ritiene possa essere più efficace per proseguire la sua terapia.
Qualunque decisione prenderà, credo sia importante guardare avanti con la consapevolezza di quello che si è riusciti a fare e facendo nel contempo tesoro dell’esperienza fatta.
Cari auguri per un pieno superamento.
Pubblicato il 12/09/2018
A cura della Dottoressa Arianna Grazzini
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