Colpa e depressione (110474)
Claudio 35
Gent.ssmi Dottori e futuri colleghi, sono iscritto al primo anno di psicologia come seconda laurea; ad oggi sono piuttosto insoddisfatto della mia professione come infermiere che pur garantendomi un posto, non mi ha certo appagato professionalmente. Ho 35 anni mi sono posto oggi la domanda, cosa farò da grande ? Un po' sarcastica, ritengo tuttavia di potermi chiedere ancora qualcosa a me stesso per poter migliorare la mia posizione lavorativa. Il problema è nato qualche anno fa in seguito a un difficile periodo personale che mi ha portato al divorzio. Prima della separazione ho conosciuto la mia attuale compagna, un colpo di fulmine, una passione intensa che ha fatto crollare tutte le basi su cui avevo posto la relazione "fiducia", "lealtà" attraverso il "tradimento" e la "menzogna". Dalla relazione con la mia ex-moglie è nato mio figlio oggi 4 anni, nutro un sentimento di attaccamento molto forte per il bambino e attraverso una seconda causa legale sono riuscito a poterlo vedere qualche volta in più la settimana. E' da poco che il bambimo mi chiama "papi", prima per lui ero il suo migliore amico. Sperimento ogni giorno il binomio colpa/depressione per non essere stato capace nei suoi confronti di continuare la relazione precedente. Ho smesso di sognare o almeno non ricordo i sogni, a volte riaffiorano i ricordi passati con la mia compagna e li rivivo in modo molto doloroso. Per diverso tempo la mia casa è rimasta "statica", ora ho iniziato a eliminare molti effetti personali di un passato che vive dentro di me e come un "tribunale" elargisce sentenze di colpe senza appello. La mia preoccupazione più grande è poter far crescere il bambino in un clima sereno per non lasciar cadere su di lui le mie colpe personali. Vi ringrazio per il tempo dedicatomi.
Caro Claudio, mi rendo conto ovviamente che una separazione quando c'è un figlio è più dolorosa e induce quasi immancabilmente sensi di colpa; soprattutto nel tuo caso, dove la separazione è stata collegata al tradimento. Ma, visto che tra l'altro sarai anche un collega, saprai bene che i tradimenti sono perlopiù l'esito di un rapporto che non funziona, sono dunque una conseguenza di qualcosa che non andava piuttosto che la causa. Bisogna che tu ne tenga conto, in modo da non porre l'accento esclusivamente sulle tue mancanze, ma ridistribuendole sul tuo rapporto precedente. In altre parole, quando in un rapporto uno dei due tradisce, il più delle volte la responsabilità (non mi piace parlare di colpe nelle questioni d'amore e di relazione) è di entrambi. Premesso questo, credo faresti un gran bene a te stesso e a tuo figlio se iniziassi un percorso psicoterapeutico e affrontassi più da vicino i tuoi sensi di colpa (e i conseguenti vissuti depressivi), anche perchè ritengo probabile che ne soffrissi già precedentemente, e la separazione potrebbe semplicemente averli acuiti o aver dato loro un facile aggancio attraverso cui esprimersi. Inoltre, visto che studi psicologia, ricordati che un percorso personale è veramente lo strumento più utile che tu possa avere per lavorare con le altre persone. La teoria è ovviamente importante, ma ciò che ti darà la possibilità di lavorare bene con gli altri sarà il percorso che avrai fatto su di te. Dunque un buon percorso psicoterapeutico avrà per te una doppia funzione: risolvere i tuoi problemi personali e investire nel tuo futuro lavoro. Infine, una considerazione che voglio comunicarti: i figli delle persone separate soffrono certamente, perchè i bambini, tutti i bambini, vorrebbero vedere insieme mamma e papà, possibilmente felici. Ma quando questo non è possibile, ricordati che i bambini riescono comunque ad accettare la situazione e anche a viversela bene, purchè mamma e papà, ancorchè separati, siano comunque felici. Insomma, è più importante per un figlio che i genitori stiano bene e siano soddisfatti della propria vita, ciascuno per conto proprio, piuttosto che stiano insieme.
(risponde la Dott.ssa Elisabetta Corberi)
Pubblicato in data 01/03/08
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