Controllo della rabbia (1524997739838)
Ste, 53
Buongiorno, sono una donna di 53 con un figlio di 16. Sono sempre stata una persona rigida e con "momenti" di rabbia che giustificavo con il mio carattere forte.
Ho iniziato 4 anni fa una rapporto con un uomo di 56 anni mai sposato, senza relazioni "incisive" e senza figli. Abbiamo fatto tanti passaggi faticosi in questa coppia che sembrava crescere sempre di più fino a pensare di andare a convivere. E qui iniziano i problemi. Lui, nascondendo le sue paure, si spostava dalla scelta di una casa da comprare, a una da fittare a rimanere dove è e sistemarla per noi a d andare insieme alla mamma malata in una casa più grande tutti insieme... senza mai arrivare al punto!
Tutta questa "instabilità" nelle sue scelte ha creato tensione tra noi ed enormi insicurezze in me fino ad una "ossessione" sulla questione casa e una enorme delusione che ho cercato di controllare cumulando la mia rabbia.
Due anni fa, poi, ho perso il mio lavoro dopo 16 anni di precariato con un "capo" che mi ha finito di destabilizzare con il suo comportamento ricattatorio e schiacciante. E, da un anno ho perso il mio prezioso papà.
Il punto è che io mi sento sopraffatta, non gestisco più la rabbia che esplode per i motivi più stupidi con tutti quelli che mi stanno intorno estranei compresi. ho degli scatti di ira che mi esenuano portandomi dopo ad una calma innaturale. Divento ossessiva sulle cose che non riesco a controllare anche le più banali, scatenando delle tensioni spropositate intorno a me. Credo di avere veramente bisogno di aiuto.
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Cara Ste,
nella sua lettera narra di alcuni eventi molto rilevanti che sono accaduti nella sua vita in un breve arco temporale: la perdita del lavoro, il lutto per la morte di suo padre e la delusione che ha provato per via di un mancato accordo con il suo compagno rispetto ad una soluzione abitativa condivisa. Si trova dunque oggi ad affrontare una situazione complessa in cui si sommano fattori sia personali che lavorativi.
Afferma di essere sempre stata una persona rigida con momenti di rabbia con cui giustificava il suo carattere forte. Ultimamente però, a seguito di tali eventi, riconosce di avere degli scatti incontrollati di ira e di non gestire più la rabbia che a suo avviso esplode per i motivi più banali.
La rabbia è un’emozione, non un disturbo, tuttavia può diventare disfunzionale nel momento in cui assume un carattere di incontrollabilità. La manifestazione degli scatti di rabbia rappresenta un importante segnale di uno stato di disagio interno che probabilmente è stato trattenuto, non avendo trovato un canale alternativo per esprimersi. Risulta quindi importante imparare a riconoscere lo stato di disagio interno che sta dietro l’espressione della rabbia, acquisirne consapevolezza ed elaborarlo prima che possa tramutarsi in un picco emotivo incontrollato.
Si può immaginare la rabbia come una forma di energia che ha bisogno di fluire; viceversa nel caso in cui viene bloccata, nel tentativo di controllarla, può assumere una connotazione negativa con conseguenti processi di somatizzazione ed “esplosione”.
Ad esempio, in riferimento alla delusione provata per la mancanza di accordi con il suo compagno afferma:
“Tutta questa "instabilità" nelle sue scelte ha creato tensione tra noi ed enormi insicurezze in me fino ad una "ossessione" sulla questione casa e una enorme delusione che ho cercato di controllare cumulando la mia rabbia”.
Se lo stato di disagio (l’enorme delusione) fosse stato espresso e comunicato anziché trattenuto, probabilmente non avrebbe dato origine ad un “accumulo di rabbia”. A tale riguardo, potrebbe essere utile per lei attivare delle riflessioni riguardo le modalità di comunicazione e di dialogo che ha con il suo compagno.
In sostanza, la rabbia è un campanello di allarme, una parte importante di sé cui bisogna prestare cura e attenzione. Per favorire il riconoscimento e l’espressione della propria parte emotiva può risultare benefica anche la pratica di attività fisica o discipline psicocorporee, quali ad esempio lo yoga o il training autogeno.
In questo momento di difficoltà, a mio avviso, un percorso di sostegno terapeutico con uno psicologo potrebbe essere funzionale ad aiutarla nella elaborazione dei contenuti evidenziati e in un processo di mobilitazione delle sue risorse personali al fine di attivare le modalità più efficaci di gestione della situazione. E’ possibile anche fare riferimento ai servizi sanitari offerti dalla propria regione che hanno costi contenuti.
Cari auguri per un positivo superamento
Pubblicato il 14/05/2018
A cura della Dottoressa Arianna Grazzini
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