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Depressione (109360)

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Salvatore 33

Salve, mi sento a disagio per una situazione familiare che esiste da quando sono nato (per lo meno ho capito che dipende da questo e penso sia un passo avanti). Mia madre e i miei due fratelli sono affetti da un handicap mentale. Questa situazione mi è sempre pesata perché me la facevano notare gli altri, tant'è che all'età di 7 anni ero arrivato alla convinzione che da grande non avrei avuto una vita come tutti. Praticamente sono cresciuto con mia nonna, ma questo non ha giovato molto, 1° perché lei non ha mai sopportato mia madre (che è sua figlia), 2° perché non ha mai capito come mi sentivo e ha sempre usato parole di disprezzo nei confronti di sua figlia anche in mia presenza; non mi sentivo di rispondere, perché avevo paura di essere cacciato. D'altro canto sono cresciuto con la presenza-non presenza di mia madre (mia madre c'è, ma non c'è perché non sa badare a me). Inutile dire che le istituzioni e la società non mi hanno aiutato affatto. Io oggi, all'età di 33 anni, so solo che voglio un gran bene a mia madre e ai miei fratelli (mio padre è morto quando avevo 17 anni). Il mio problema però continua a persistere, non riesco a sorridere e se lo faccio mi sento in colpa e mi rattristo. Ora che ho un lavoro che mi gratifica, non sono sempre nel pieno delle mie forze e questo viene notato. Mi sento spesso inferiore agli altri, penso che non mi sia concesso arrivare. C'è una parte di me che mi dice di lottare, ma un'altra mi dice che sto lottando da così tanto tempo e che dovrei rinunciare alle mie aspirazioni. Ogni giorno c'è questo conflitto interiore che mi affligge. Spesso, la mattina, resto un'ora in bagno a fissarmi nello specchio e non mi rendo conto del tempo che passa, è come se volessi annientarmi. Per di più, per questa situazione, la ragazza di turno scappa via non appena si rende conto della dura realtà dei miei parenti. Può essere che anch'io voglia scappare come loro? Che cerchi di emularle, ma non mi senta abbastanza forte da farlo? Mi chiedo se debba considerarmi depresso e se questo macigno che sento farà sempre parte della mia vita. Grazie di cuore perché sento il bisogno di parlare di tutto ciò e non l'ho mai fatto con nessuno!

Caro Salvatore, penso che il peso che ti porti dietro sia davvero grande e comprendo il continuo altalenare dei tuoi sentimenti. Ma dimmi, se tu fossi una persona lontana da quello che sei e ti osservassi dall’esterno… non riterresti che quell’uomo di 33 anni, che ha lottato contro il destino per una situazione difficile che si è ultieriormente aggravata, meriti di realizzarsi? Che si meriti di essere soddisfatto di sé? Non pensi di avere il diritto ed il dovere di affrontare con successo un lavoro che ti appaga, tu che puoi, che hai le capacità per farlo? Non sentirti in colpa, perché meriti tutto quello che la vita può darti dopo tutto quello che ti ha tolto! Non credo che tu sia depresso, ma penso che tu debba iniziare a pensare un pò a te stesso, senza sentirti in colpa; concediti il desiderio di scappare da una situazione difficile, è naturale, la tua mente ne ha bisogno, ma il tuo cuore ti tiene lì e questo basta a redimerti completamente! Dedicati a te, solo così sarai sicuro di poter donare l’amore che si aspettano i tuoi cari!

(risponde la Dott.ssa Sara Ginanneschi)

Pubblicato in data 31/01/08

 

 

 

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