Depressione della partner (110642)
Paolo 29
Salve, entro subito nel merito della questione. Sto da un anno e mezzo con una donna, mia coetanea, mia cara amica da circa dieci anni. Lei ha un padre padrone che non le ha mai permesso di vivere la sua vita in libertà, ed è stata per circa 13 anni con un altro ragazzo, a mio avviso un parassita, che da circa 8 anni è un dipendente del padre di lei. Lei ha seguito la carriera professionale del padre, col quale adesso lavora, unicamente per gratificare lui, pur odiando il lavoro che svolge e le discipline che ha studiato (siamo stati colleghi di università, ma io ho una passione sconfinata per le stesse materie e l'ho aiutata nei momenti duri). Fino a pochi anni fa non poteva uscire di casa se non con l'ex ragazzo, per costrizione del padre. Nel frattempo lui più di una volta l'ha tradita. Sono sempre stato il suo confidente, testimone senza voce dell'assurdità della sua vita e della sua insoddisfazione. Quattro anni fa, studiando l'ennesimo esame insieme, lei prende una sbandata per me, che si conclude in un nulla di fatto perchè lei non trova il coraggio di lasciare il compagno di allora, e io, da sempre afflitto da pesanti problemi di autostima, non me la sento di accettare il confronto con lui, essere tanto insignificante sul piano umano quanto prestante su quello fisico (purtroppo ne ero a conoscenza!). Due anni fa lui tradisce lei con una persona molto vicina a tutta la famiglia, la coppia scoppia, noi ci riavviciniamo e ci lasciamo andare agli eventi. In un anno e mezzo lui non è stato licenziato nè allontanato in alcun modo, il padre di lei non la protegge in alcun modo, lui continua a importunarla con richieste di riavvicinamento, nonostante abbia altre storie. Lei si sente in colpa nei suoi confronti, per il tradimento "virtuale" di quattro anni fa, e nel frattempo si è vista crollare tutto il mondo addosso, niente più amici (erano tutti di lui, grazie sempre al padre), un matrimonio quasi organizzato, una casa vuota e mai arredata, il lavoro che continua a renderla infelice e le assorbe circa 12 ora al giorno, e tutta la sua famiglia che sembra ignorare completamente la difficoltà della sua situazione. Si è attaccata a me come a uno scoglio nella tempesta, ma non è convinta dei suoi sentimenti, non sente di amarmi. Ha bisogno di me, mi cerca, e io, che l'amo tantissimo, mi sforzo di venirle incontro in ogni modo, cerco di semplificarle la vita il più possibile, l'ascolto quando parla di lui, le asciugo le lascime, ho cercato di parlare con la madre per aprirgli gli occhi, ma non serve a niente. E' in psicanalisi da un anno, ma non riesce a staccarsi nè dall'ex, che non vuole cacciare dall'ufficio, nè riesce a rendersi psicologicamente indipendente dal padre. La magia che ci univa inizialmente si sta rompendo e la mia autostima, già misera, si sta sgretolando semrpre più velocemnte. Ormai sono logorato da questa situazione, ma non voglio lasciarla sola, almeno fino a quando non avrà trovato la forza di reagire e riprendere a vivere. Adesso ha paura anche di iscriversi in palestra senza di me vicino (sempre che il padre le lasci un po' di tempo...). Spesso litighiamo, lei scoppia e si sfoga senza freni, e in quei momenti ritorna sempre sul suo desiderio di morire, di farla finita, mi chiede di abbandonarla al suo destino perchè non vuole rovinarmi la vita e pensa che prima o poi troverà il coraggio di farla finita... Io faccio leva giorno dopo giorno su tutta la determinazione e le forza che trovo chissà dove, ma mi sento sempre più insignificante nella sua vita sentimentale, la vedo sempre più lontana, sempre più rassegnata e sempre meno combattiva. Non so come devo comportarmi, è sempre più depressa, e io da un lato mi arrabbio per tutte le cose che vorrei da una storia e che in lei non trovo, dall'altro tengo duro, perchè so per certo, e ne sono sicuro, che lei sia la persona più buona e indifesa che si possa immaginare, e, sembra forse strano, intelligentissima, oltre che molto molto bella. La mia domanda è difficile, ma vi chiedo, in una situazione così come è giusto che io mi comporti, per il suo bene, per aiutarla a venirne fuori? Ho pensato di parlarne con la sua dottoressa di nascosto da lei, ho pensato di parlare a quattrocchi col padre per dirgli quanto male sta facendo alla figlia e di quanto aiuto lei abbia bisogno, per dirgli di cacciare via l'ex (e qui mi sento più egoista che altro...). Le ho proposto di andare a vivere altrove, di cercarsi un altro lavoro, di iscriversi di nuovo all'università, mi sono offerto di mantenerla economicamente fin quando non avrà trovato la sua strada... Ma lei non accetta, ha paura di perdere me come ha perso lui, e vivendo nel terrore sta distruggendo presente e futuro della sua esistenza... Grazie, spero davvero in un vostro consiglio, è davvero importante.
Caro Paolo, tu cosa vorresti che ti rispondessi? Perché io credo che con tutto l’amore del mondo non si può curare una persona che ha deciso di autodistruggersi e tutta la storia di questa persona non racconta niente di diverso. Ha scelto una facoltà che amava il padre, un lavoro che amava il padre e perfino un uomo che amava il padre… e adesso la sua vita non ha più senso perché nessuna delle scelte fatte si è rivelata in alcun modo minimamente positiva per la sa esistenza. Ah no scusa, ci sei tu, tu sei la scelta che lei ha fatto…ma non godendo dell’approvazione della famiglia poco conta e, se all’inizio lei forse pensava di potersi risollevare trovando la propria strada nel mondo, adesso ne è confusa. Tu dovresti lasciarla andare, lei è seguita da una persona, anche se io vi avrei indicato uno psicoterapeuta di orientamento un po’ più mirato rispetto ad uno psicoanalista, come un Cognitivista ma questo dipende dalle personali preferenze professionali. Inoltre, è chiaro che questa donna deve svincolarsi dalla propria famiglia e che al momento sia solo il continuare a compiacere i genitori la sua unica ambizione. Se tu entri in questo contesto, rischi di diventare colui che la strappa dal padre e già sei quello con cui “ha tradito” l’ex fidanzato! Fallo per lei…e sinceramente fallo pure per te perché questa situazione non ti fa certo bene. Per quanto riguarda le minacce suicidarie, chiedile di parlarne alla persona che la segue e che se ne occupi con un monitoraggio attento, ma dubito seriamente che l’oggetto di tale istinto si possa far risalire a te. Tu sei stato per lei una boccata di aria pulita e fresca… ma lei ha bisogno di respirare altro.
(risponde la Dott.ssa Sara Ginanneschi)
Pubblicato in data 24/02/08
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