Linfoma (107845)
Assunta 48
Ti sembra che tutto è normale, che la vita scorre, magari monotona, ma scorre... All'improvviso la tegola ti cade sulla testa, anzi un palazzo intero: ho un linfoma. E quella maledettissima vita cambia e la rabbia ti prende fino a voler spaccare il mondo. E il male alla mano, che ancora sento, di quando la dottoressa mi dette l'esito dell'ago aspirato, per i pugni dati sul muro ed era di cemento armato... ma io lo avrei spaccato, lo avrei mangiato. Sono le sensazioni che più mi risalgono alla mente dopo il calvario dell'intervento e delle chemio. Non ho più un capello, ma ricresceranno e a me non interressa niente di quel che dice la gente, anzi, neanche mi va di vederla. Non sono grave, la malattia è stata presa all'inizio e avrei di che vergognarmi di fronte a malattie più gravi, ma non ce la faccio, non ci riesco. Prego, mi aggrappo più o meno, forse non ho abbastanza fede... Mia madre non la sopporto, i vissuti mi vengono alla mente come grandi schiaffi e dallo specchio vedo solo un teschio. L'idea della morte mi prende quando lo specchio mi rimanda l'immagine di una testa pelata e due occhi scavati... mi ricordo uno scheletro intero, visto nel cimitero quando ero piccola. Mi guardo e non riesco a vedere il futuro, non riesco ad andare oltre la morte che mi rimanda la mia faccia. Assunta.
Cara Assunta, quello che provi dentro deve farti un gran male... Troppo spesso diamo per scontato tante cose... pensiamo che tante cose ci siano dovute e così immaginiamo di realizzarne altre. Ci proiettiamo nel futuro e comnunque lontani dalla nostra essenza, lontani da noi stessi. Come dice Ivan Turgenev: "La felicità è come la salute: se non te ne accorgi vuol dire che c'è". Mi picerebbe (in quanto credo molto nelle esperienze più che nelle parole...) che almeno una volta al giorno, per 10 minuti provassi questo gioco-esercizio: vai in un prato o in un boscchetto o sulle rive di un laghetto insomma dovunque dove ci sia un pò di natura e GUARDA tutto ciò che ti circonda: la bellezza di un albero, le onde del laghetto, e senti il profumo di un fiore appena sbocciato e ascolta il cinguettìo degli uccellini, guarda il tramonto del sole e senti il vento che accarezza la tua pelle... insomma per 10 minuti al giorno dovrai essere completamente ricettivo alla natura e a ciò che hai intorno, dovrai essere non nel passato o nel futuro ma totalmente nel presente abbandonando per 10 minuti tutti i pensieri e le tue idee e goderti tutto ciò che hai intorno, come un bambino: nello stupore continuo, nell’assoluta meraviglia, nella spensieratezza più totale... prova a fare questo piccolo esperimento su di te per 10 giorni e poi forse come diceva Marziale: "Non è da uomo saggio dire: "Vivrò". Vivere domani è già troppo tardi: vivi oggi". Un saluto e auguri di buone feste.
(risponde il Dott. Fabio Gherardelli)
Pubblicato in data 03/01/08
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