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Solitudine, depressione (111031)

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on . Postato in Depressione | Letto 425 volte

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C. M. 21

Salve. Sono un ragazzo di 21 anni e ho molti problemi da farvi presente! Spero con tutto il cuore che mi rispondiate. Premetto che sono un ragazzo molto introverso, timido, ma ultimamente questo mio carattere mi sta letteralmente soffocando, non mi fa più vivere. Ho sempre avuto un pò di difficoltà nel relazionarmi con gli altri e di questo ci soffrivo, ma alla fine c'erano sempre gli amici "d'infanzia" del paese e quindi avevo persone con le quali parlare, giocare, etc... E con queste riuscivo ad essere abbastanza aperto, tranquillo. Ho pensato però che questa difficoltà nell'esprimermi e quindi anche nel relazionarmi con gli altri potesse derivare dal fatto che abitassi in un paesino molto piccolo, dove se non ti piace giocare a calcio o masturbarti davanti alle foto porno insieme ai tuoi coetanei per un adolescente di 13-14 anni c'è poco da fare. Poi sono andato al liceo e lì sono arrivati anche i complessi adolescenziali: mi sentivo grasso, brutto, con pochi capelli e per via del mio carattere introverso spesso dai miei compagni di classe, soprattutto nei primi anni, venivo etichettato pure come quello gay (anche se forse lo dicevano per scherzo così come facevano con tutti). Se pur con un pò di sforzo e a seguito anche di un normale decorso adolescenziale al 4° - 5° anno pareva fossi diventato un pò più sicuro, carino per gli altri e per me, e quindi visto che la "sostanza" c'era già (sono sempre andato abbastanza bene a scuola), ero riuscito in un certo senso a completare me stesso, risolvendo il problema dell' "apparenza" che non certo a quell'età mi aiutava a superare l'insicurezza e la timidezza. Inoltre uscivo dal liceo con un bel gruppo di amici e la mia migliore amica, molti dei quali, grazie a Dio fin'ora, sento ancora oggi. Partito per l'università è iniziato il mio viaggio verso l'inferno! Primo anno: ho sbagliato città, casa, abitavo in periferia non stavo assolutamente bene nonostante mi fossi portato un paio di amici e ho iniziato a trovarmi sempre più spesso solo. La sera non si usciva, il pomeriggio neanche, una vita da pensionati. Almeno riuscivo a studiare ed ero riuscito a conoscere anche un pò di persone in facoltà. Secondo anno: ho cambiato città, "universitaria per eccellenza". E qui il detto "sai quello che lasci ma non sai quello che trovi" cade a pennello, nel senso che qui è iniziato l'incubo. Ero sicuro di ricominciare alla grande, di riuscire finalmente ad aprirmi e invece... Si l'università bella, la città pure, ma io... Sin dal primo giorno ho trovato difficoltà nell'integrarmi e ho complessi di ogni genere, ho raggiunto livelli di insicurezza spaventosi del tipo che mi vergogno a dire "grazie, ciao" alla cassiera del supermercato. Ad un anno di distanza questa è la mia situazione: non ho mai avuto una ragazza (niente sesso, unico contatto un bacio a 16 anni); non ho amici in facoltà, non so con chi uscire e studiare; ormai i pensieri non mi fanno neanche più studiare. La mia non è più vita, ormai alla solitudine, al silenzio, al non fare niente ci sto facendo l'abitudine e questo mi spaventa. Anche gli altri in facoltà, nessuno che mi rivolge la parola, e quando stranamente, sforzandomi riesco a mettere in fila tre parole a malapena mi rispondono e si affrettano a prendere le dovute distanze da un soggetto che appare squilibrato, taciturno fino all'inverosimile, asociale e chissà cos'altro, magari pure gay. Eppure quando ne ho parlato con due miei amici, studenti universitari in questa stessa città, di questa mia difficoltà mi hanno detto che non ho nulla di cui vergognarmi, non ho motivo di farmi questi problemi, che sono un ragazzo normalissimo (anche esteticamente, visto che all'inizio è l'apparenza quella che conta). Io invece mi sento vuoto, nel vero senso della parola, ho capito che la "sostanza" non si fa con i voti a scuola ma con l'esperienza personale, gli interessi, le passioni e io non ho nulla di tutto questo. Esteticamente ho sempre problemi, mi son sentito dire da molti che non ha senso che io mi faccia problemi perchè sono carino, addirittura anche bello e so come dicono tutti che la bellezza non conta, ma purtroppo continuo ad avere un'infinità di complessi. Sul piano sessuale, ormai sono arrivato a pensare che sono gay, ma non perchè lo sono veramente, solo perchè pensare di esserlo giustifica il mio insuccesso con le donne (dovuto in realtà alla mia profonda insicurezza). Non ce la faccio più a vivere così, vorrei tanto alzarmi una mattina con un pò di faccia tosta, con un carattere estroverso, con un pò di coraggio, di forza, un minimo di autostima, vorrei tanto essere un ragazzo come gli altri. Eppure in fondo in fondo, troppo in fondo, mi sento qualcuno. Vorrei poter scoprire davvero cosa sono, i miei interessi, fare qualcosa e quindi capire cosa mi appartiene e cosa no, dare il massimo di me stesso!!! Vorrei praticamente costruirmi la mia vita, anche perchè se pure trovassi questo benedetto coraggio per aprirmi, non saprei effettivamente cosa raccontare agli altri visto che sono due anni che vivo nel nulla. Ma non trovo la forza per ricominciare a vivere!!! Chiedo il vostro aiuto. Vi ringrazio.

Caro CM, sei giovanissimo, coraggio ce la puoi fare davvero. In primis rivolgiti ad un terapeuta cognitivo comportamentale che ti aiuti a superare queste tue insicurezze generalizzate. Devi lavorare sull'immagine di te, volerti più bene, coccolarti un pò di più. Hai delle amicizie, punta su di loro per frequentare altri coetanei, fare delle attività, coltivare nuovi interessi e da lì potrebbe partire anche qualche conoscenza femminile. E' comunque importante che tu lavori su te stesso per prima cosa, che cerchi di non interpretare qualsiasi atteggiamento che ti pare gli altri ti rivolgano: ricordati che siamo noi a dare una valenza ai comportamenti e ai gesti altrui in un modo o in un altro a seconda del nostro stato mentale. Quasi sempre i nostri interlocutori non stanno neanche pensando a noi quando fanno un'espressione mentre ci rivolgono le due parole di fretta. Coraggio!

(risponde la Dott.ssa Maristella Copia)

 

Pubblicato in data 31/03/08

 

 

 

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